Ciclo
sulla Ven. Madre Anna di Gesù (Lobera, 1545-1621)
Tante volte mi azzardo a sussurrare a S.
Teresa: “Ma perché non sei vissuta adesso? Invece di stare fino a notte fonda
curva sul tavolino per scrivere a lume di candela a tante consorelle, trasfondendo
in esse tutto il tuo ardore divino, avresti velocemente digitato il tuo
messaggio corredandolo anche di una tua foto più che aggiornata!”.
GUARDANDO ALL’AVVENIRE
Teresa non perdeva mai di vista
la formazione di chi garantire
doveva l’avvenir dei Monasteri.
Con occhio penetrante individuava
sempre a colpo sicuro le future
priore. Pur da lungi le sapeva
ragguagliare con lettere frequenti,
la ricchezza dell’alma travasando
in loro perché fossero dei fari
sicuri per le giovani sorelle.
Davvero seppe far da Fondatrice
pur del ramo maschile del Carmelo.
Fondamentale la guida che diede
ai due pionieri di Duruelo.
Teresa ringraziava il Salvatore
per averle donato quei tesori!
Suor Anna non potrà mai dimenticare certi viaggi
avventurosi con la Madre per nuove fondazioni. Quel “biroccio” si trasformava
in un monasterino ambulante, dove regolarmente le viaggiatrici seguivano il
loro orario di preghiera, protette da cortesi tendine! Per non parlare poi di
certe sistemazioni per i pernottamenti…
OLTRE UN DECENNIO A FIANCO DI TERESA
(Statua di S. Teresa, Milano Corpus Domini)
Da quando inaugurò quel Monastero
di San Giuseppe ad Avila passati
sono vent’anni e ben undici quelli
che videro me indegna consorella
vivere fianco a fianco di Teresa,
condividendo pur la stessa cella
quando si andava insieme per fondare
dei nuovi Monasteri. Immaginare
lascio a chiunque tante situazioni
precarie con alloggi di fortuna.
Nulla mi spaventava: contar sempre
potevo su quest’Angelo custode!
Anche la lontananza superata
veniva dallo scambio sì frequente
di lettere capaci di fornire
a tutto soluzioni provvidenti!
Come non ricordar quella missiva
ad una settimana dalla morte?
La seppi ritener un testamento
con la fragranza del più puro Amore!
Suor Anna provava un forte disagio nella sua
nuova destinazione di Beas come Priora, in quanto non riusciva a trovare
Direttori di spirito che la soddisfacessero. Il fiuto di Teresa le viene in
soccorso…
AD OTTO ANNI DI DISTANZA
(S. Giovanni della Croce, Milano
Corpus Domini)
Ripenso a quando per la prima volta,
fresca di vestizione religiosa,
potei vedere i due confratelli
nati dall’entusiasmo di Teresa
per questo nuovo stile d’esistenza
tutta impregnata di superno Amore…
Mi trovo a Beas. Insperatamente
quest’anima assetata di divina
intimità rivede fra’ Giovanni,
evaso alfine dalla toledana
prigione con gli strascichi nel
corpo…
Quanto Teresa avrebbe sospirato
una maggior vicinanza del Santo!
Sapendolo priore di Granada,
lo prega di prestarsi per la guida
di quelle Consorelle, che non sanno
trovar dei Direttori illuminati
nella borgata di Beas. Rivive
Suor Anna per il dono del Signore!
Sono parole stesse di Teresa.
“Potete a lui ricorrer con chiarezza,
che sa la mia presenza pareggiare.
Son certa: resterete soddisfatte.
E’ molto spirituale, ben fornito
di dottrina e notevol esperienza.
Da queste parti per la sua mancanza
molte son dispiaciute, avendo perso
davvero quella guida sì sicura!”.
Suor Anna non di stanca di ringraziare la
Provvidenza, che tramite Madre Teresa le presenta su di un piatto d’argento la
direzione spirituale tanto agognata…
CHI É QUEL FRATICELLO CHE HA CAMBIATO
COGNOME?
Suor Anna non conosce ancor di fatto
lo spessore interiore di Giovanni.
Le possono sembrar davvero strani
gli apprezzamenti di Teresa stessa,
che arriva a definirlo “vero padre
dell’alma”, nonostante la sua età
ancor giovane. Nessun altro mai
le fu spiritualmente più fruttuoso!
Ed ecco che Teresa vien costretta
a rincarar la dose a suo riguardo,
soffrendo per le angustie di Suor
Anna,
sprovvista d’affidabil direzione…
“Mi fai davvero ridere, figliola,
con questi tuoi stucchevoli lamenti!
E’ fra’ Giovanni della Croce un uomo
davvero celestial. Pur setacciando
tutta la mia Castiglia, non riesco
a trovar chi lo possa pareggiare!
Sol tanta solitudine procura
la sua mancanza. Si mettan in testa
le consorelle d’aver un tesoro
davvero incomparabile per l’alma!
E così Suor Anna, per natura poco portata a scrivere, diventa la
provvidenziale pedina che induce quell’umile fraticello di Giovanni della Croce
a commentare diffusamente le strofe del suo…
CANTICO SPIRITUALE
Per quanto fosse tetra la prigione,
nell’intimo veniva rischiarata
e come cadenzata da soave
musica di sapore celestiale.
Nasceva questo cantico d’Amore
tra l’alma e il Creatore, pur
lasciando
ancor indefiniti i suoi contorni.
Sorella, tu mi chiedi di vergare
qualche commento al riguardo, ma
sento
che mai potrebbe l’umana favella
tanta superna dovizia inglobare.
Qui di sapienza mistica si tratta
per quanti più non sono principianti,
venendo favoriti dal Signore.
E’ vero che la pratica le manca
della teologia, che consente
la comprensione delle verità
divine. Lei comunque sempre abbonda
di quella mistica: là per amore
non solo si conoscono le cose,
ma insieme ben si possono gustare!
Ad un
giovane parrocchiano bolognese, che mi rinfacciava di conoscere poco la vita
familiare con tutti i suoi molteplici problemi, risposi: “Sapessi quante
suocere e nuore ci sono in convento!”. E così anche Suor Anna dovette sorbirsi sovente
le lamentele ci certe consorelle…
RITROSIA
Qualcuno si stupisce che Suor Anna,
a differenza d’altra consorella,
palesi sorprendente ritrosia
nel metter per iscritto certe cose.
“A me soltanto preme di vedermi
iscritta dentro il Libro della Vita.
Il resto non mi suscita interesse”.
D’insistere qualcuna non si stanca.
“Perché non far conoscere le grazie,
che volle a te il Signore
riservare?”.
Con umorismo fine lei risponde:
“Come non ritenere miserella
la gloria del Signore, se dovesse
di siffatte memorie aver bisogno?”.
Forse il più bell’elogio di Suor Anna
ci viene da quel grande agostiniano,
Fray Luìs de Leon, insuperato
Curator degli scritti teresiani.
A lui Suor Anna subito ricorse
quando divenne priora a Madrid.
Son le testuali parole di chi
nel parlatorio di quel Monastero
non si vergogna di dir che non vide
né mai conobbe Teresa da viva,
eppur da quando nel Cielo emigrò
nitidamente la vede riflessa
dentro i suoi scritti e queste
consorelle,
miracolo vivente che plasmare
seppe la mano della Fondatrice!
(Milano 8-12-2019), Padre Nicola
Galeno
Per comodità dei lettori mi
permetto di citare alcune pagine, che il caro confratello basco P. Ildefonso
Moriones scrive nel suo voluminoso libro stampato a Pamplona nel 2019:
TERESA DI GESÙ, MAESTRA
DI PERFEZIONE
……………………………………
“La comunicazione epistolare serve
alla Madre Fondatrice per completare il lavoro di formazione delle sue
discepole: a loro rende conto del suo spirito, comunica gli affari dell’Ordine,
e, quando se ne presenta l’occasione, manda loro un rimprovero di quelli che
solo lei sa fare, come dimostra la famosa “lettera terribile” che il 30 maggio
1582 scrisse alla madre Anna e alle sue monache della nuova fondazione di
Granada
L’influsso personale che santa Teresa
esercitò sulle sue figlie, specialmente in quelle che erano state scelte per
divenire le pietre fondamentali dell’edificio che stava costruendo, fu
veramente travolgente. Scoprendo la propria anima, metteva davanti ai loro occhi
un ideale di santità, così sublime e attraente nel medesimo tempo, che rubava i
loro cuori ed esse si consegnavano senza riserve alla sua imitazione e a
seguire il cammino che aveva portato lei a risultati così alti. Le
dichiarazioni delle monache al processo di canonizzazione della madre Teresa ne
sono la migliore prova.
“So con certezza che ella fu il principio e lo strumento
della fondazione di tutti i monasteri di frati e di monache sia in vita che
dopo morte. Sono in grado di asserirlo perché io vestii l’abito nella prima
casa da lei fondata ad Avila, circa sette anni dopo il suo inizio. Da quando entrai
fino ad ora, ossia da più di ventisei anni, ho visto e udito tante cose che mi
hanno resa sicura di questo fatto e che non finirei di raccontare se volessi
riferirle tutte. So di certo che la madre Teresa fu fondatrice anche dei
conventi dei frati: l’anno stesso che io vestii l’abito ad Avila, prima di
emettere la professione, nostra Madre mi condusse con sé alla fondazione della
nostra casa di Salamanca, e ci fermammo a Mancera, che si trova sulla strada,
nel convento dei frati Scalzi ed essi ci mostrarono e ci dissero quello che
avevano tracciato e insegnato loro la nostra madre Teresa di Gesù e la sua
compagna Antonia dello Spirito Santo in occasione della fondazione di quel
convento, dove allora risiedevano i due primi Scalzi mai esistiti, ovvero il
padre fra Antonio di Gesù, priore, e il padre fra Giovanni della Croce,
sottopriore, i quali avevano ricevuto tutte le istruzioni circa il loro modo di
vivere dalla nostra santa Madre. A lei piaceva molto raccontarci le minuzie che
quei padri le domandavano e la destrezza con cui, circa cinque anni dopo che
aveva fondato la prima casa di monache, Dio le aveva condotto quei due Padri. A
me personalmente essi riferirono molti fatti accaduti allora, per cui so con
certezza che [la madre Teresa] fu loro fondatrice tanto quanto è fondatrice
nostra, e come tale tutti loro la considerano e sempre la considereranno”.
Appena la Santa viene a sapere che
fra Giovanni della Croce è stato nominato priore al Calvario, si appresta a
comunicare la buona notizia alle sue monache di Beas, raccomandando loro di
mettersi sotto la sua direzione e incaricando fra Giovanni di assisterle:
“Vi certifico che sarei contenta di avere da queste parti
il mio padre fra Giovanni della Croce, che è veramente padre della mia anima e
uno di quelli che mi hanno fatto maggior bene. Figlie mie, ricorrano a lui con
tutta chiarezza, che vi assicuro possono averla con lui come se fossi io
stessa, e che ne avranno grande soddisfazione, perché è molto spirituale, dotto
e di grande esperienza. Da queste parti molte sono dispiaciute di non averlo
più qui perché erano abituate alla sua dottrina. Quindi ringrazino Dio di aver
disposto che lo abbiano da quelle parti, così vicino a voi. Io gli scriverò che
si prenda cura di voi e so che, nella sua grande carità, lo farà di sicuro ogni
qualvolta ne avranno bisogno”.
………………………..
Forse poco dopo aver spedito questo
biglietto, la Santa ricevette una lettera di Anna di Gesù che si lamentava
della scarsità a Beas di uomini dotti con i quali trattare le cose della sua
anima, e la Santa le rispose a giro di posta:
“Mi fa ridere, figlia mia, quel suo lamentarsi senza motivo, mentre ha
lì il mio padre fra Giovanni della Croce, che è uomo celestiale e divino. Le
assicuro, figlia mia, che dopo la sua partenza non ho trovato in tutta la
Castiglia chi fosse pari a lui né avesse tanto fervore nel cammino del cielo.
Non potrà immaginare quanto sia grande la solitudine che mi procura la sua
mancanza. Si rendano conto di avere lì un grande tesoro in questo santo, e
tutte le sorelle parlino con lui, comunicandogli le cose della loro anima, e
vedranno quale profitto ne trarranno; si avvantaggeranno molto in tutto ciò che
è spirito e perfezione; perché il Signore gli ha dato grazia speciale per
questo”.
……………………………….
Cantico Spirituale: “Commento alle strofe che
trattano dell’esercizio d’amore fra l’anima e Cristo suo Sposo, in cui si toccano
e si spiegano alcuni punti ed effetti dell’orazione, scritto a richiesta della
Madre Anna di Gesù, priora delle Scalze di San Giuseppe in Granada. Anno 1584”.
(S. Giovanni della Croce)
……………………………..
Il grande umanista, autore de “La perfecta casada”, sentì come una
delle gioie più grandi della sua vita lo scoprire nella lettura delle opere
della madre Teresa e nelle sue conversazioni nel parlatorio delle Scalze di
Madrid la realizzazione più perfetta di quello che lui aveva sognato come un
ideale irrealizzabile”.
……………………
(FINE DELLA 2° PUNTATA)
P. Nicola Galeno, OCD
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