STORIA DELLA
PROVINCIA di "S. ANGELO di LOMBARDIA"
DEI PADRI
CARMELITANI SCALZI
PREFAZIONE
Mi pare doveroso premettere foto e manifesto funebre del
compianto confratello, che ha steso questa ricerca. Io ritengo sia stato l’unico
veramente appassionato di Storiografia carmelitana. (Ferrara 18-5-2017, Padre Nicola Galeno)
BREVE LODE di
AMORE
a GESÙ
BAMBINO.
scritta il 3 DICEMBRE 2005
GESU’ BAMBIN,
MIO RE DIVIN,
PRENDI IL MIO CUOR,
FANNE UN GIARDIN...!
PIENO DI SOLE,
PIENO DI FIOR...
E TUTTI PORTA
AL TUO DOLCE CUOR!
Più voi MI onorerete,
Più vi BENEDIRÒ’' ! ! !
P. Gerardo Bongioanni
PROVINCIA
di "S.
ANGELO di LOMBARDIA"
DEI PADRI
CARMELITANI SCALZI
12/V/1617
Infinite e ricche di misericordia le vie del Padre Nostro
che è nei cieli ! Egli che tutto ha creato dal nulla, quasi sempre di nulla si
serve per dar vita ad opere meravigliose di apostolato fra i suoi figli, e
procurare alla sua Chiesa diletta nuove incantevoli fonti di santità!
E' il richiamo costante
al granello di senapa che,
fondato dalla sua Grazia, cresce,
si sviluppa, ingigantisce fino a diventare l'incanto del giardino: e gli
uccelli vi trovano la gioia, la vita e lassù vi
fanno il loro nido, per diffondere in
altri la vita data dal loro Padre comune.
I CARMELITANI
SCALZI IN ITALIA
(1584-1601)
1) A GENOVA.
I Carmelitani Scalzi
giunsero a Genova nel 1584, a
soli 16 anni dall'inizio della Riforma, avvenuta a DURUELO il 28 NOVEMBRE 1568, per opera
del Santo Padre Giovanni della Croce e del Padre Antonio di Gesù.
Il Padre Nicolò (Doria) di Gesù Maria, delegato ad hoc
dal Padre Provinciale della Riforma - Padre Gerolamo Graziano della Madre di
Dio - era giunto a Genova nel novembre 1584: scopo era fondare in Roma ed in
Italia conventi di Riformati.
Non potè tuttavia
iniziare da Roma per le molte
difficoltà incontrate da parte del Padre Generale dei Carmelitani dell'Antica
Osservanza, che non giudicava opportuna l'espansione degli Scalzi fuori dalla
Spagna.
Ed allora, favorito
da due Capitoli e dalla
nobiltà di Genova e dal Senato, ottenne
una Cappella dedicata a S. Anna, in località detta
"Bachernia", uno dei punti più elevati di Genova: e ne prese possesso
il 01/12/1584.
Subito vi iniziò
la vita comune e la osservanza
regolare con i suoi compagni: Padre
Pietro dell'Incarnazione, Padre
Giovanni di S. Giacomo e Fra Giovanni della Miseria.
L'anno
seguente, eletto egli
stesso Provinciale della Riforma, nel Capitolo tenuto in
Lisbona, mandava a Genova
altri...
Padri, che avrebbero dovuto
essere le colonne su cui fondare, per slanciarla
verso il cielo, la Riforma Teresiana in Italia. E scelse, fra
essi: Padre Pietro
della Madre di
Dio, Padre Domenico di Gesù
Maria, Padre Ferdinando di
Santa Maria e Padre Giovanni di Gesù
Maria: un oratore ardente, un apostolo
generoso, uno zelantissimo uomo
di governo, un
profondo direttore e trascinatore di anime e letterato.
Con l'aiuto dei Doria - della cui famiglia era Padre Nicolò - e degli Spinola,
si potè ben
presto ingrandire il chiostro, aumentare il numero delle
celle, chiamare nuovi religiosi
della Spagna: così si diede principio ad una osservanza più rigorosa. Infatti,
alla fine del 1586,
abbiamo a Genova nove Religiosi, tutti spagnoli: si vive una profonda vita religiosa nel fervore, nello studio e
nell'apostolato fecondo di bene.
2) SEPARAZIONE DAI CALZATI
Nell'aprile del 1593
giunge in Genova, con altri
Religiosi, il Padre Nicolò Doria, Vicario Generale
della Riforma: egli è diretto a
Cremona, dove si deve radunare il
Capitolo Generale dei Carmelitani.
Dalle cronache si
sa che partecipano a questo
capitolo ben 400 Padri
Calzati: circa una
ventina invece di
Scalzi che accompagnavano il Padre
Nicolò. Naturalmente non tutti “avevano voce in capitolo":
solo 72 erano i votanti, numero simbolico dei Discepoli di
Gesù: tutti gli
altri formavano il
"solenne apparato", di
cui ogni Capitolo Generale di
quei tempi aveva necessità...
Ed in questo Capitolo,
apertosi il 06/06/1593, dal Padre Giovanni Battista, Procuratore
Generale degli Scalzi, fu richiesta la totale separazione della Riforma dai
Calzati, per costituirsi in nuova Congregazione a sé "propter bonum pacis,
tranquillitatis et argumentum totius Ordinis".
Un solo voto
mancò all'unanimità che concesse
agli Scalzi quanto chiedevano. Da quel giorno i Frati della Vergine del Monte Carmelo
si distinsero in due
Ordini, i Calzati e gli
Scalzi, entrambi figli prediletti della Vergine, decoro del Carmelo. Più tardi,
il 20/12/1593, il Santo Padre Clemente VIII
confermava la separazione con una Bolla.
3) PRIMO NOVIZIATO DELLA RIFORMA.
Ed ecco subito
Padre Nicolò Doria aprire il
primo noviziato in Genova, ed a Maestro
dei novizi, che avrebbero
chiesto di entrare a fare parte delle nuova Riforma, scelse quel
meraviglioso forgiatore di anime
religiose, che tutti già avevano
ammirato, e dal quale il Padre
Provinciale si attendeva abbondanti
ricchezze in spirito per i giovani Religiosi: Padre Giovanni di Gesù Maria.
Primo Novizio, che ebbe la fortuna di avere un tale Maestro, fu il giovane Giorgio, figlio del Marchese Massimiliano Stampa di Soncino, che rivestì
il nostro Santo Abito il 25/XII/1593: egli ebbe il nome
di Fra’ Angelo di Gesù
Maria. E' questi che Iddio
benedetto sceglieva nel 1617 quale PRIMO
PROVINCIALE della Nostra diletta Provincia di "S. Angelo" di
Lombardia.
Dopo di lui molti altri giovani chiesero il Santo Abito e professarono la nostra Santa
Regola sotto la guida del Venerabile Padre Giovanni di Gesù Maria, che furono
la sua prima corona di gloria.
4) IN ROMA
.
Giunge intanto a
Roma la fama della predicazione del Padre Pietro della Madre di
Dio.
La fama delle straordinarie
qualità oratorie dell'umile Carmelitano
Scalzo invogliò il Card. Pinelli
- Protettore dell'Ordine Carmelitano - ad averlo in Roma, perché anche là giungesse la sua parola
ardente.
Scrisse
perciò al Padre
Priore di Genova,
pregandolo vivamente che gli concedesse per qualche tempo il Padre
Pietro. Ben volentieri il permesso fu dato:
ed il buon Padre potè partire per
Roma quale compagno
del Card. Alessandrini,
che ne fu felicissimo, "tanta
era la soavità
e dolcezza della sua conversazione".
In Roma,
ospite del Commendator Tarrugio
nell'Ospedale S. Spirito, in
questa Chiesa egli iniziò
la sua predicazione. E quanti l'udirono - e furono folle di popolo e di ecclesiastici - proclamarono l'umile
Frate Scalzo "uno
degli oratori più apostolici del tempo".
Ecco allora vivo
il desiderio del Commendator Terrugio di avere in Roma un convento di Carmelitani Riformati; e
ne fece domanda al Papa Clemente VIII.
Gradì ed accettò l'idea suggerita il Santo Padre: e diede anzi al Prelato stesso
l'incarico di ricercare, insieme a Padre Pietro, un luogo conveniente ove
aprire una Casa-Noviziato per gli Scalzi
in Roma.
Così incaricò il Padre Procuratore Generale, che
rappresentava gli Scalzi in Roma, - Padre Giovanni di San Girolamo - di
esprimere il suo augusto desiderio ai Superiori
Maggiori in Spagna; ma non perdesse tempo, ed
insieme al Padre Pietro
ed al Commendator Tarrugio,
cercasse di realizzare questa Casa-Noviziato che gli stava a cuore.
LA
CONGREGAZIONE D'ITALIA, DI "S. ELIA"
Alle notizie
però avute da Roma,
i Superiori Maggiori di
Madrid risposero unitamente
al re Filippo
II, che non
era conveniente che la Riforma si propagasse al di fuori della Spagna;
con fondazioni troppo remote v'era il pericolo che si allentassero i
legami con i Superiori e
lentamente si raffreddasse quello spirito che la Santa
Riformatrice aveva impresso nei suoi figli: motivi questi che, unitamente ad
altri, loro sembravano più che
sufficienti a dissuadere tale fondazione.
Superiore Generale
era in quel tempo il Padre
Elia di San Martino. La risposta fu riportata dal Procuratore Generale al Santo Padre;e Clemente VIII,
certo ispirato da Dio, amabilmente ma risoluto rispose: "Ebbene, se così stanno le cose,
separiamo gli Scalzi che sono in Italia da
quelli che sono in Spagna. Quelli
seguano pure il loro sovrano, si governino con i loro Superiori e continuino ad
essere - come furono sinora - ferventi
ed osservanti Religiosi; quelli che sono in Italia resteranno sin da oggi sotto la nostra immediata giurisdizione
e Noi, con essi, propagheremo per tutto il mondo la Riforma Teresiana".
Rivolto poi al
Procuratore Generale: "Quanti
carmelitani Scalzi avete in Italia?". "Beatissimo Padre - disse il Procuratore - non superiamo il numero di trenta!". "Sta bene - concluse il
Sommo Pontefice - se con due Carmelitani Scalzi s'iniziò la
Riforma nella Spagna con tanto successo, ben la potremo diffondere noi, con
trenta, in Italia!". Ed il 20/5/1597, con il Breve "Sacrarun
Religionum" sottraeva i Carmelitani
Scalzi esistenti in
Italia dalla obbedienza da quelli di
Spagna e li
sottometteva alla sua
immediata giurisdizione, dando ad essi in Protettore il Card. Pinelli.
Cosi ordinava si
cedesse ai Carmelitani Scalzi la
Chiesa di Santa Maria della Scala in Trastevere - costruita di recente - ed il
piccolo edificio annesso per stabilirvi il Convento-Noviziato.
Ed ai primi del 1598, chiamato dal Card. Pinelli e dal Padre Pietro della
Madre di Dio, Commissario Generale, giungeva a Roma il Padre Giovanni
di Gesù Maria in aiuto del Padre
Francesco del SS. Sacramento, Maestro dei Novizi (già Maestro del Noviziato in
Pastrana), perché lo coadiuvasse nell'importantissimo ufficio.
1) REVISIONE DELLE COSTITUZIONI
II Breve di
Clemente VIII, che
stabiliva la nuova Congregazione d'Italia,
incaricava pure il
Card. Pinelli di rivedere le Costituzioni e di adattarle alla nuova Congregazione, in
armonia però e d'accordo con i Padri residenti in Italia. A questo fine il
Cardinale stesso nominò una Commissione che, procedendo con
cautela, studiasse a
fondo la legislazione Carmelitana e lo
spirito della Santa
Riformatrice: proponesse quindi i punti da modificare o da togliere
completamente. Composta di cinque Padri,
e presieduta dallo stesso Cardinal Pinelli, la commissione -
ed il lavoro fu sopratutto
del Ven. Padre Giovanni di Gesù Maria - preparò le Nuove Costituzioni per la Congregazione
d'Italia.
Terminato il
lavoro, le Costituzioni
furono approvate dal Cardinale ad experimentum.
Immediatamente ne
fu posta in vigore l'osservanza nei due primi Conventi di Genova e di Roma. E'
bene ricordare le parole pronunciate dal Pontefice, quando ebbe esaminate le
Costituzioni che gli
venivano presentate: "Datemi
un Carmelitano Scalzo,
che osservi fedelmente queste Costituzioni, ed io ve lo
canonizzerò!".
2) EREZIONE DELLA NUOVA CONGREGAZIONE
D'ITALIA.
Con un altro Breve,
in data 13/XI/1600,
il Santo Padre Clemente VIII,
erigeva i due Conventi a Congregazione
Religiosa, soggetta immediatamente alla
Santa Sede, finché non
si fossero fondati altri due conventi. A fondazione avvenuta di queste
altre due case, i carmelitani Scalzi d'Italia avrebbero potuto eleggersi, in un
proprio Capitolo generale, i loro Superiori Maggiori.
3) NOVIZI DI ROMA.
Il Noviziato in Santa Maria della Scala vede un accorrere ed un confluire
dall'Italia e dall'Europa tutta di giovinezze nobili e generose, che chiedono
di abbracciare con entusiasmo la vita Carmelitana della Riforma di Santa
Teresa. E qui si forgiano
meravigliose figure di Religiosi ed Apostoli, che -come il loro
Maestro - saranno perfetti esemplari di
santità e di zelo a quanti li avrebbero seguiti nel cammino verso la vetta del
Carmelo.
Alcuni nomi.
☆
Padre Mattia di San
Francesco: spagnolo, fondatore di
Cracovia, primo Provinciale di
Polonia (1617), Definitore Generale e due volte Preposito Generale. A lui si deve principalmente la stesura
dell'Ordinario o Cerimoniale nostro.
☆
Padre Vincenzo di San Francesco: spagnolo, tre volte in missioni in Persia, anche come
Visitatore Generale; fu Priore a Milano
e a Palermo.
☆ Padre Ippolito dei Santi, romano. Di
nobile famiglia, ma di una profonda umiltà
e penitenza austera,
che lo distinguevano da tutti. Morì Priore a Milano.
☆
Padre Alessandro
di San Francesco: romano, nipote
di Leone XI de' Medici, fratello del Cardinale Ubaldino. Fondò il Convento di Charenton
(1617), Provinciale della Provincia
Romana e DefinitoreGenerale. Tre volte rifiutò la porpora.
☆
Padre Leone di San Paolo: uomo attaccatissimo al voto di umiltà, particolarità
della nuova Congregazione d'Italiana.
☆
Padre Prospero dello Spirito Santo, spagnolo, l'ardente predicatore ed apostolo che ridiede
al nostro Santo Ordine il Santo Monte Carmelo, che ne fu culla.
Impossibile citare tutti i nomi dei Novizi del Ven. Padre
Giovanni di Gesù Maria. Egli eletto Maestro nel 1601, rivolse verso di loro
tutte le cure più paterne e premurose, perché è persuaso che - sono sue parole
- "II Maestro è come la testa di
tutto l'Ordine, da cui dipende la struttura di tutta la fabbrica morale del
chiostro, il giardiniere del Paradiso della Chiesa e tra noi, l'intelligente
cultore della vigna del Carmelo".
Numerosi sono i giovani che accorrono a santa Maria della
Scala: essi vengono dalla Liguria, dalla Lombardia, dalla Toscana, da Napoli e
poi ancora dalla Spagna, dalla Francia, dalla Svizzera, dalla Germania, dalla
Polonia, dal Belgio.
4) LE MISSIONI
Ma il fuoco deve espandersi! E lo zelo che ardeva
nell'anima della Santa Madre Teresa, arde pure nel cuore dei figli della nuova
Congregazione d'Italia, e li spinge potentemente sulla via delle missioni. Falsi
pregiudizi impedivano alla Congregazione di Spagna quei passi, che altri
Apostoli già avevano mossi, per primi nel 1582, e poi nel 1583 e 1584,
"per portare Cristo alle anime o pur morire".
Ed ecco una occasione provvidenziale. II Santo Padre
Clemente VIII vuole inviare un'ambasciata al re di Persia. Le difficoltà sono
grandi, ma egli ha fiducia nel Padre Pietro della Madre di Dio, la cui gran
fede e carità "che abbraccia tutto
il mondo" il Papa conosce assai bene. Ed ai suoi Religiosi affida
l'incarico di portarsi in Persia, per avere in quel regno chi lo rappresentasse
e simultaneamente propagasse la fede cristiana; insieme nominò Padre Pietro "Vicario Generale delle Missioni".
L'invito del Romano Pontefice è una chiara volontà di Dio. Ed il Padre Vicario
Generale sceglie religiosi cui affidare l'alta missione.
Dal Papa viene nominato Legato Apostolico il Persia in
Padre Paolo di Gesù Maria, genovese, e Padre Giovanni di S. Eliseo, spagnolo,
suo consigliere. A questi due si uniscono Padre Vincenzo di S. Francesco, spagnolo,
ed un caro Fratello Converso di
Lombardia, Fra’ Giovanni dell'Assunta. E partono, il 7/8/1604, verso la
Persia.
L'anno seguente, nel primo Capitolo Generale, su proposta
del Ven. Padre Giovanni di Gesù Maria, tutti i Capitolari fecero voto di recarsi
a qualsiasi missione, quando l'obbedienza lo imponesse, per la conversione
degli eretici o infedeli. Da allora tutti i Carmelitani Scalzi, due volte
all'anno, rinnovano questo voto di Apostolato delle missioni. Cosi, a soli
cinque anni dalla
costituzione della Congregazione d'Italia, le missioni vengono
definitivamente e solidalmente stabilite nella legislazione nostra.
Non è questo
il fuoco
che consumava il Sommo Profeta del Carmelo, alla cui specialissima
protezione il Santo Padre Clemente VIII aveva affidato la nuova Riforma?
"Zelo Zelatus Sum Pro Domino Deo Exercituum"! La meravigliosa storia
delle missioni Carmelitane lo testimonierà nei secoli!
5) IL PRIMO CAPITOLO GENERALE
Dal 1584 in
Genova, dal 1597 in Roma, i Carmelitani Scalzi vivono con intenso
fervore la loro vita di di apostolato. Anche Napoli, avendo conosciuto questi
Religiosi favorì ben presto una Fondazione: e questa avvenne nel 1602. Due anni
ancora, ed il 17/4/1605 si apre
Canonicamente il Convento di Montecompatri, nelle vicinanze del celebre
Tusculo.
La Congregazione
ha quindi quattro case: si
verificano le condizioni volute
dalla Bolla di Clemente VIII, che
concede ai Religiosi di radunare
il Capitolo Generale per eleggere i primi Superiori Maggiori. Ed il
Padre Pietro della Madre di Dio, che fino ad allora ha retto dalla
sua costituzione la
Riforma con il
titolo di Commissario Generale,
convoca il primo
Capitolo Generale nel Convento di
Santa Maria della Scala a Roma, per il 1/5/1605. Insieme al Padre
Pietro vi partecipano
i quattro Priori dei Conventi, con un Socio eletto
dalla Comunità: in tutto nove Padri.
La scelta cade, all'unanimità, sul Padre Ferdinando di
Santa Maria, uomo di ottimo governo e di straordinaria prudenza. A Definitori
furono eletti: 1) Padre Pietro della
Madre di Dio, 2) Padre Giovanni di Gesù Maria, 3) Padre Francesco del SS.
Sacramento e 4) Padre Melchiorre della Madre di Dio.
Procuratore
Generale fu ancora
eletto Padre Pietro
quale Definitore Generale; questo
infatti fu l'uso dei vari Capitoli, fino al quinto, nel quale
la carica fu data ad un altro Padre, che non fosse Definitore Generale.
6) IL PRIMO CONVENTO IN LOMBARDIA: CREMONA
II nuovo Preposito Generale subito riprese a studiare il
modo migliore per estendere la Riforma
in Italia e all'estero. Le sue doti di
governo, il suo zelo deciso e sincero, la sua esperienza gli furono ottima
guida nel cercare ed inviare elementi con questo preciso impegno. E già il
7/12/1605 i Carmelitani Scalzi possono aprire un convento in Polonia, nella
città di Cracovia.
E l'anno
seguente, 1606, sorge a
Cremona il primo nostro convento.
Unito ad
altri tre - Bologna, Milano,
Faenza - sarà questo il primo Noviziato della nostra
diletta Provincia Lombarda.
Ecco come segui la nostra prima fondazione.
Un nostro Religioso, conventuale di Genova e fratello del
Marchese Cesare Vidoni, fu
colpito da un
male agli occhi.
Gli era necessaria una cura molto
energica e fu consigliato ai Superiori
di mandarlo a Cremona, presso il fratello. Vi si recò Padre Giovanni Pietro
dell'Assunzione - il Religioso di cui parliamo - accompagnato dal Padre Marco della Purificazione, verso la fine del
1605. Fu accolto con profonda gioia dal fratello suo, il
Marchese Cesare, che
tutto fece per
aiutarlo e provvedergli le cure
necessarie.
Ecco intanto sorgere
vivo il desiderio
di un convento
dei Riformati in Cremona
ove, come si
ricorderà, la Riforma fu legittimamente riconosciuta
nel Capitolo Generale del Carmelitani
nell'anno 1593.
Si iniziarono perciò le trattative con il Vescovo Mons. Spaziano, e con le autorità. Favoriti dal Vescovo stesso, raccomandati dal Card. Gerolamo
Vidoni - fratello del Padre Giovanni
Pietro e del Marchese Cesare -, molto accetti al popolo, in breve tempo si potè
concludere la fondazione stessa.
Il Marchese, nella
sua generosità, diede la
casa, il capitale e sostenne le spese
necessarie per la costruzione della
Chiesa: che fu intitolata a S. Imerio. Per tale
fondazione spese oltre 60.000
lire di Cremona, cifra
veramente grande riportata
al valore di
quei tempi. In riconoscenza, a lui ed alla sua famiglia, fu donato il diritto di patronato
sulla Cappella Maggiore: e qui fu sepolto alla sua morte avvenuta nel 1609. La
prima pietra fu posta il 18/VII/1606: e
nel 1608 già si poteva iniziare la vita di comunità.
Primo Vicario della nuova fondazione fu Padre Angelo di
Gesù Maria (Soncino) , che già abbiamo visto quale primo Novizio del Ven. Padre Giovanni di Gesù Maria
in Genova, e futuro primo Provinciale della Provincia
Lombarda. Gli fu dato come Sottopriore e Maestro dei Novizi -
il nuovo - il Convento doveva essere Noviziato – il Padre Alfonso
di Santa Maria, spagnolo.
A poco a poco la
fondazione venne perfezionata con legati ed eredità lasciati da benefattori: e potè avere una biblioteca fra le più ricche della
città. Alla fondazione di Cremona
seguirono ben presto quelle di Loano (22/3/1608), di Avignone
(19/3/1609) e di
Lublino (1/5/1610).
7) IL SECONDO CAPITOLO GENERALE
L'ufficio di Preposito Generale durava tre anni: fu
soltanto nel 1743, che venne portato a sei anni, sotto il Generalato del Padre
Benigno di Gesù.
E così nell’aprile del 1608 si tenne il Secondo Capitolo
Generale. Fu eletto questa volta il Padre Pietro della Madre di Dio, che però
ben presto fu chiamato al premio di tante fatiche (24/8/1608) ed ancora lo
dovette sostituire, quale Vicario Generale, il Padre Ferdinando di Santa Maria,
che era il Primo Definitore.
Subentrò allora nella carica di Primo Definitore il Padre
Giovanni di Gesù Maria, eletto pure Procuratore Generale ed insieme Maestro dei
Novizi in Santa Maria della Scala.
Fu durante questo
triennio che la Riforma nostra
accettò il Breviario Romano,
ottenendo con un particolare
rescritto della Santa Congregazione
dei Riti (20/7/1609) che si
stampasse a parte il Proprio dei Santi Carmelitani. Per incarico della
Santa Sede, il Cardinal Bellarmino lo esaminò e fu approvato.
In più molto si lavorò -
e sempre del Ven. Padre Giovanni ne è
il merito -
per la glorificazione della
Nostra Santa Riformatrice. Egli
ne scrisse una breve biografia: gli studi, i libri, i documenti,
le relazioni di
grazie attribuite a lei meravigliarono profondamente il nuovo Pontefice, Paolo V, che il 24/10/1609, ordinò alla
Congregazione dei Riti,
l'esame "super puritate et sanctitate vitae et
miraculis Servae Dei Teresiae a
Jesu". Il lavoro
chiaro, fervido e
deciso portò alla Beatificazione della
Santa Madre pochi
anni dopo, cioè
il 14/4/1614.
8) IL TERZO CAPITOLO GENERALE
E siamo al 1611 . Nell'aprile in Montecompatri si raduna il
3° Capitolo Generale, al quale partecipano 20 Capitolari. Evidentemente
la Congregazione d'Italia, benedetta da Dio, prospera e si espande sempre più. Il
nuovo eletto è il Ven. Padre Giovanni di Gesù Maria. Meraviglioso Maestro,
educatore di giovani,
profondo studioso, elegante scrittore, è pure un ardente e deciso propagatore della Nostra Santa
Riforma.
Responsabile di un così
alto ufficio, subito pensa a stabilire ed assicurare fondazioni in città
popolose, che fossero centri di movimento di studi: di qui i suoi figli, si
sarebbero propagati nei villaggi per evangelizzare gli umili.
Ed eccolo chiedere ed ottenere dal Santo Padre il Papa
Paolo V un Breve Apostolico perché il suo Ordine si possa stabilire in Francia
con la protezione del Re; ciò che avvenne con la fondazione di un Convento in
Parigi il 22/5/1612. Precedentemente -
quale Procuratore Generale - già era riuscito a far penetrare gli Scalzi in
Belgio, dove si era aperto un Noviziato a Bruxelles il 29/9/1610, ed a Lovanio
dove il 29/10/1611, si era inaugurato uno Studentato.
9) A BOLOGNA
Quasi
contemporaneamente, mandati appositamente
dal Ven. Preposito Generale,
altri quattro Padri si portano a BOLOGNA per trattare di una
nuova fondazione anche in
questa città, così importante
per la sua Università
e per la fama che
la faceva nominata in tutto il mondo.
Sono Padre Benedetto di San Clemente di
Gesù Maria, genovese,
il Padre Pietro, di Senigallia, e altri due Padri di cui non sono restati i nomi. Essi,
il 6/10/1611, giunti in
Bologna, sono accolti
fraternamente dal Padri carmelitani della Congregazione Mantovana, in San
Martino.
Favoriti dall'Arcivescovo
Borghese, raccomandato dal Card. Millini, riuscirono a spianare
molte difficoltà poste dai Senatori del Comune, che ebbero finalmente il
Rescritto di fondazione il 12/1/1612.
Comprarono una casa entro le mura della città (prima
erano in S. Stefano, vicino alla
Parrocchia di S. Giuliano), nella Parrocchia di S. Biagio. Ebbero tuttavia opposizione dagli
Agostiniani - che li temevano troppo vicino -, ma un altro Breve Apostolico
acquietò ogni cosa e poterono prendere possesso della nuova fondazione la
domenica di Quinquagesima del 1612.
La prima Santa Messa fu celebrata dal Card. Barberini,
che divenne poi Urbano VII. Il Padre Antonio Clemente, oratore dei più ardenti,
attirò fedeli ed uditori all'inverosimile; cosicché ben presto
si pensò ad ingrandire la chiesa
e in realtà si misero di buona volontà,
riuscendovi in breve tempo.
Predicazione e apostolato riempivano la loro giornata libera dalle occupazioni
della vita religiosa; per cui assai richiesti, sparsero ovunque il richiamo
e la conoscenza
della Riforma Teresiana, mentre
si preoccupavano di fare del gran bene. Primo Priore fu lo stesso Padre Antonio
Clemente: sette i Religiosi che per primi abitarono il nuovo Convento.
Pochi anni dopo, il 1/8/1619, ottennero, con i debiti
permessi, la Chiesa di Santa Maria Lagrimosa. Due settimane dopo, il 15/8,
misero la prima pietra della Cappella Maggiore e nel 1622, la comunità si portò
nel nuovo Convento.
10) A MILANO
Non erano ancora quasi terminate le trattative per la
fondazione di Bologna, che il Ven. Padre Giovanni si preoccupava di aprire
altre case.
Ed ecco inaugurato un Seminario per le
Missioni in Roma (7/11/1612);
altro convento a Nancy (Lorena:
XI/1612); un altro a Leopoli (Russia: 25/11/1613), un altro ancora a Colonia
(Germania: 2/2/1614).
E si giunge allo
svolgersi della terza fondazione del Convento, che farà parte della Provincia
Lombarda: MILANO.
Il Ven. Preposito
Generale avrebbe voluto che questa fosse una delle prime
fondazioni, data l'importanza
capitale della città, e cercò di
realizzarla con tutta l'anima;
essa invece – e si vedrà il perché - fu l'ultima del suo ufficio.
Le prime trattative per la fondazione le iniziò il Padre
Ferdinando di Santa Maria, Definitore Generale, nel settembre del 1611,
recandosi a Milano con il Padre Alfonso di Santa Maria, ex Priore di Cremona.
Cordialissime le accoglienze del Governatore Spagnolo e
del Rettore della città di Milano; non così invece da parte del Santo Cardinale
Federico Borromeo. Ebbe, sì, buone parole per i Padri che si recavano a
chiedere la fondazione, il "cui
unico scopo era quello di dare aiuto a salvare le anime dei prossimi, con la
dottrina, l'esempio della vita, con orazioni e
mortificazioni" (sono
parole della lettera di
presentazione, scritta dal Ven. Padre Giovanni di Gesù Maria); rispose che
avrebbe tenuto in buona considerazione la domanda, rimandò i due Padri e... non
diede più alcuna risposta. Passarono i mesi ed i due Padri dovettero ritornare
nel loro convento di Genova, senza aver nulla combinato!
Fu solo un anno dopo
il 12/1612 che il Card. Taverna, desideroso della fondazione, fece
riprendere le trattative con il Card. Borromeo. Per questo fu chiamato dalla
Francia il Padre Angelo di Gesù Maria, IV Definitore Generale e Priore di
Cremona. Solo potè giungere a Milano nel luglio del 1613, sempre con il Padre
Alfonso. Ma il Card. Federico, in visita alla Diocesi a Varese, non volle
prendere decisioni prima di trattare con una commissione apposita di sacerdoti.
E la commissione vi frappose numerose difficoltà. Ci
vollero mesi e mesi, e tutta la virtù e la diplomazia del Ven. Padre Angelo,
perché finalmente, nel gennaio del 1614, il Card. Federico Borromeo concedesse
il sospirato permesso della fondazione in Milano. . .
Trovata la casa, preparata la Chiesa, si fissò la data
della inaugurazione il 10 febbraio. Ed il giorno stabilito una solenne
processione, sfilando dal Duomo, accompagnò i quattro Carmelitani Scalzi, al
nuovo Convento. Una grande folla vi partecipò e fra essi anche i Carmelitani Calzati, in pubblico attestato
di amore e di santa concordia con i loro fratelli.
Primo Vicario,
eletto dal Preposito Generale, fu
il Padre Paolo (Simone) di
Gesù Maria che
abbiamo visto primo Legato Apostolico del Papa Clemente
VIII in Persia. Più tardi, subentrava - primo Priore - il Padre Alfonso di
Santa Maria, spagnolo, che ne aveva trattata la fondazione con il Padre Ferdinando prima e poi con il Padre
Angelo: egli prese possesso della sua
carica il 28/5/1614.
Nel 1620 il
Convento di San Carlo diventerà il Noviziato della nostra Provincia - che finora
era a Cremona - e tale si manterrà sino alla sua soppressione
avvenuta per legge Napoleonica nel 1805.
11) "CONGREGAZIONE DI S. PAOLO"
IN ROMA
Ovunque la Riforma procedeva ben guidata dai
Superiori Generali, che con occhio vigile e paterno, consigliavano, intervenivano dove la
necessità o la convenienza lo richiedessero; n modo particolare per mantenere
fervida la vita regolare e lo
spirito di unione con Dio, lasciateci dalla Santa Madre Teresa.
Sorse tuttavia in Roma, per opera del Padre Tommaso di
Gesù e del Padre Giovanni Taddeo di S.
Eliseo, una terza Congregazione detta
"Congregazione di S. Paolo": essa
aveva lo scopo di accettare tutti
i Carmelitani Scalzi
delle due Congregazioni (Spagnola
e d'Italia), che volessero dedicarsi all'Opera delle
Missioni.
Purtroppo essa
suscitò grandi questioni fra i Religiosi di ambo le Congregazioni. Perciò
su istanza del Ven. Padre
Giovanni, intervenne il Santo
Padre Paolo V e con un Breve la soppresse. La nuova fondazione era, in realtà,
inutile, in quanto per il medesimo scopo era già stato aperto il "Seminario delle
Missioni" in San Paolo. Fu ancora
sotto il Generalato del
Ven. Padre Giovanni che le Missioni ebbero un nuovo impulso e le
fondazioni si estesero fino ad Ispahan e di qui fino al Gran Mogol (Cina).
12) QUARTO CAPITOLO GENERALE
Giungiamo così al IV Capitolo Generale che si tiene
nell'aprile 1614. La Congregazione, che aveva ricevuto ancora bambina, passa
ormai adulta, e sufficientemente ricca di soggetti, di conventi e di missioni,
stimata dai grandi e dagli umili, dalle mani del Ven. Padre Giovanni di Gesù
Maria a quelle ancora del Padre Ferdinando di Santa Maria, già primo Generale
della Riforma.
La Prima Congregazione - di Spagna - si era estesa per
tutto il territorio nazionale, compresi quelli coloniali in America; l'impulso
invece dato dal Preposito Generale alla Congregazione d'Italia aveva portato i
Carmelitani Scalzi in varie parti d'Italia, in Europa e nelle Missioni.
II seme dava ottimi frutti anche nei tre conventi che
faranno parte della Nostra Provincia: Cremona, Bologna, Milano. Bisogna
alimentare la fiamma....
13) A FAENZA.
II fondatore di Bologna, lo zelantissimo Padre Antonio
Clemente di Gesù Maria, è invitato per predicazioni a Faenza nel 1615; vi si
reca con il Padre Damaso della Madre di Dio.
L'accoglienza
cordiale, la fede e la partecipazione viva dei cittadini alle opere di bene, gli accendono nell'anima il desiderio
di una nuova fondazione in quella città.
Il Vescovo di Faenza il Card. Valente, accoglie
volentieri e favorisce la proposta. Si tratta di una fondazione un po’
particolare tuttavia: l'offerta di una chiesa con doveri parrocchiali.
I Superiori Maggiori accettano tuttavia, ben
salvaguardando gli impegni della comunità e nel maggio 1615 Padre
Antonio-Clemente prende possesso della Parrocchia di San Tommaso con relativa
casa parrocchiale.
In pochi mesi riesce ad organizzare così bene la
fondazione che per Natale dello stesso anno, già 15 Religiosi possono abitare e
lavorare nel ministero. Primo Vicario fu lo stesso Padre Antonio-Clemente. Con
le offerte, la ricompensa del lavoro di apostolato e la questua inizia a
fabbricare il nuovo Convento. Compra alcune case, le sistema e vi sopraeleva un
dormitorio e tutto procede con serenità e manifesto aiuto della Divina
Provvidenza.
Gli succede, come Priore, il Padre Francesco di
Sant'Anna. Purtroppo gli aiuti vengono a scarseggiare ed egli, temendo di non
poter continuare, già pensa di chiudere la fondazione e di lasciare l'onere
della parrocchia. Ma intervenne in modo sensibile la bontà del Signore, unita
all'aiuto degli uomini e nel 1620 si poterono comperare altre case, altra nel
1623, altra nel 1624. Tutte demolite, si iniziò veramente la fabbrica del
Convento e di una nuova Chiesa.
DIVISIONE
DELL’ORDINE IN PROVINCIE
(1617)
1) QUINTO CAPITOLO GENERALE
II 5° Capitolo Generale si raduna in Roma nel maggio
1617. Vi partecipano ora ben 44 Capitolari. Tale numero - che desumiamo dagli
Atti autentici del Capitolo celebrato in Santa Maria della Scala - dice con
evidenza quante ormai fossero le case del Nostro Santo Ordine, sparse in tutta
Europa.
Ed è per quéeto continuo e provvidenziale moltipllcarsi
di Conventi che il Preposito Generale non può seguire direttamente lo svolgersi
della vita regolare dei suoi figli. E' ormai tempo di raggruppare i vari
Conventi in Provincie Religiose - come la Chiesa divide i territori in varie
Diocesi – e mettervi a capo un Provinciale, coadiuvato nel suo lavoro da altri
4 Padri, che saranno chiamati Definitori Provinciali. E' l'organizzazione
solita di ogni Ordine Religioso, che viene chiesta, e la si approva
all'unanimità.
2) LE VARIE PROVINCIE
Ed ecco come furono divise e quali territori furono loro
assegnati.
1) PROVINCIA DI GENOVA : comprende la Liguria, il Piemonte e
la Toscana.
2) PROVINCIA DI ROMA : comprende lo Stato Pontificio, la
Sicilia e Malta.
3) PROVINCIA DI POLONIA : comprende la Polonia e la Lituania.
4) PROVINCIA DI LOMBARDIA : comprende lo Stato Milanese, lo Stato
Veneto e l’Emilia.
5) PROVINCIA DI AVIGNONE : comprende la Gallia, la Lotaringia e
la Savoia.
6) PROVINCIA
FLANDRO-BELGICA : comprende il Belgio,
la Germania, la Burgundia e l’Inghilterra.
In questo modo la vigilanza e la cura diretta dei nuovi
Provinciali, ossequienti e sotto la guida del Preposito Generale, avrebbero
guidato con maggior vantaggio i Religiosi, dando un maggior impulso allo
sviluppo dell'Ordine.
Il medesimo Capitolo Generale elesse, per la prima volta,
tutti i Provinciali, ed assegnò ai vari Conventi i primi Priori. In
seguito ogni Provincia, radunato il
proprio Capitolo Provinciale, avrebbe eletto i propri Superiori, secondo
il prescritto delle Costituzioni.
LA PROVINCIA DI
"S. ANGELO" DI LOMBARDIA
1) ORGANIZZAZIONE DELLA PROVINCIA
Nella Sessione del 15 maggio 1617 furono assegnate
le Regioni. Con 40 voti su 44 fu deciso:
".... ad propagationem Provinciarum et ut consulatur
futuris fundationibus, debeat fieri sequens assegnatio: provinciae GENUAE
assignetur Regio Pedemontana et Hetruria, subiecta Magno Duci - ROMAE Marca et
Umbria, Neapolis et Sicilia, - LONGOBARDIAE Status Venetorum.... " .
Poiché l'Italia era un mosaico di governi, - ricordiamo
di essere nel 1600 - era necessario tenerne conto: anche per i rapporti che i nuovi Superiori
avrebbero dovuto avere con i governanti.
Il giorno prima, il 14 maggio, già si erano fissati i
Conventi delle nuove Provincie, con 43 voti su 44.
"Et in quarta
(Provincia) Conventus (debeant computari)
S. HIMERII CREMONENSIS
BONONIENSE (coenobium)
MEDIOLANENSE et
FAVENTINUM ac
MONIALES CREMONAE
existentes".
E quali Religiosi appartenevano alla nuova Provincia? Si
rispose alla Sessione del 24 maggio:
"Propositum est... quod illi tantum intelligendi
sint filli uniuscuiusque Provinciae, qui habitatione sive conventualitate
commorantur in illis: quae (declaratio) vim Constitutionis habere non
debeat...".
E fu approvato con 37 voti su 44.
2) I NUOVI SUPERIORI.
Furono eletti il medesimo
giorno, il 24/5/1617:
* Provinciale : P. ANGELO DI GESÙ" MARIA
* Priore di CREMONA : P. ANGELO DI GESÙ MARIA (il Provinciale
stesso)
* Priore di BOLOGNA : P. VINCENZO DI S. FRANCESCO, spagnolo.
* Priore di MILANO : P. IPPOLITO DEI SANTI, romano.
* Priore di FAENZA : P. FRANCESCO DI S. ANNA, cremonese
* Definitori : 1° P. VINCENZO DI S. FRANCESCO
: 2° P. IPPOLiTO
DEI SANTI
: 3° P. FRANCESCO
DI S. ANNA
: 4° P. FEDELE
DELL’ANNUNCIAZIONE.
Ed ecco "
costituita la Nostra PROVINCIA di "S. ANGELO" di Lombardia, con
la sua fisionomia propria: il suo Provinciale, i suoi Priorati, i suoi
Religiosi ed i limiti di giurisdizione di ogni Superiore.
E' l'alba di un organismo giuridico e morale, che avrà
vita feconda di virtù, di bene, di lavoro intenso: un organismo che sarà ricco
di elementi fervorosi, ardenti, tesi ad uno sviluppo sempre maggiore della
Riforma, ma sopratutto ad uno studio continuo di pratica della vita
Carmelitana, nello spirito di Santa Teresa di Gesù e di San Giovanni della
Croce.
3) IL PRIMO NOVIZIATO DELLA PROVINCIA:
CREMONA-MILANO.
Seguendo la Congregazione nel suo sviluppo,
abbiamo notato che cura prima dei Superiori Generali era l'instaurare al più presto le case di
Noviziato e le case di Studio, come quelle essenziali per la preparazione dei
giovani, che anelavano ad una vita di perfezione nel Carmelo.
Li abbiamo visti sorgere a Genova, a Roma, a
Montecompatri, a Parigi, a Bruxelles, a Colonia e a Lovanio.
Già si è notato, che fin dal suo nascere Cremona ebbe
questo fine: NOVIZIATO. E' per questo appunto che all'inizio della vita della
comunità, nel 1608, vediamo vicino al Padre Vicario, Padre Angelo di Gesù
Maria, il Padre Alfonso di Gesù Maria in qualità di Sottopriore e Maestro dei
Novizi.
Ora che la Provincia è formata, il Padre Provinciale
stima meglio portare il Santo Noviziato sotto il suo occhio vigile e in un
luogo dove sia più facile trovare aumento di vocazioni e possibilità di vita
per i Religiosi.
E nel 1620 il Convento di S. Carlo di Milano diventa
NOVIZIATO della PROVINCIA LOMBARDA, mentre Cremona riceve gli Studenti e se ne
forma una Casa di Studio per i Filosofi. Contemporaneamente anche a Bologna si
trovano giovani; forse solo i Teologi, che là completano i loro studi, nella
città celebre sopra tutte le altre.
4) A PAVIA.
Con animo teso a dare impulso al suo gregge il Ven. Padre
Angelo di Gesù Maria si preoccupa della formazione spirituale dei suoi figli,
li visita, li consiglia, li sprona, li aiuta con il suo amore di padre e
l'esempio di una vita religiosa profondamente vissuta.
Ed intanto cerca di espandere sempre più la sua Provincia
con nuovi Conventi . Il suo sogno è ora di aprire una casa in PAVIA, la città
celebre per la sua storia, per i monumenti d'arte di cui è ricca, ma più ancora
per la sua Università, alla quale accorrevano da tutta Italia.
Nel 1618 fa domanda di una Chiesa al Comune di Pavia: è
la Chiesa di Santa Maria delle Grazie. L'ottiene senza difficoltà da parte dei
governanti, che l'avevano in custodia. Non cosi invece la pensava il Vescovo,
Mons. Landriani: egli non voleva portare od offrire causa di turbamenti al suo
clero – che temeva un aumentare di Religiosi, a quanto pare! - e fece parecchie
opposizioni.
Come a Milano, il buon Padre dovette faticare molto prima
di vedere coronata la sua domanda. Intervenne
in suo favore il Governatore stesso di Milano, che riuscì a piegare il
Vescovo: e diede il suo permesso, ma a condizioni piuttosto onerose....
L'anno seguente, il nuovo Preposito Generale, passando
per la prima volta in Pavia - è il Ven. Padre Domenico di Gesù Maria - rescinde
deciso il contratto ed esclama: "Andiamo! Questa fondazione ci
sarà permessa quando meno ci penseremo: ed al buon Vescovo non mancheranno
intanto fastidi, finché non ci concederà di buona voglia il consenso'".
Tre anni più tardi, nel 1621, spontaneamente il Vescovo
offrì la Chiesa al Padre Floriano di S. Maria, che agì ed accettò in nome del
Padre Provinciale.
Il primo Priore fu il Padre Epifanio di S. Giovanni
Battista, che ne prese possesso il 7/11/1621.
5) PRIMO CAPITOLO PROVINCIALE
II 19/4/1619, due anni dopo la costituzione della
Provincia si raduna in Cremona il PRIMO CAPITOLO PROVINCIALE.
Per quanto ancora non sia possibile determinare quanti
furono i Padri Capitolari (dove saranno gli Atti di tutti questi Capitoli e
Definitori Provinciali ?!), non sono certo meno di 9, in quanto ogni Priore
porta con sé un Socio ed il Capitolo è presieduto da un Provinciale. A quest'epoca
i conventi della Provincia sono ancora quattro: CREMONA, BOLOGNA, MILANO e
FAENZA.
II nuovo Provinciale eletto è il PADRE FRANCESCO DI S.
ANNA, Priore di Faenza. E' lui, che, come già si è accennato, porta il
Noviziato a Milano e stabilisce che il Convento di Cremona sia adibito a Casa
di Studio per i Filosofi.
Purtroppo finora nessun nome ci è dato conoscere con
certezza, chi fossero i primi Novizi che si prepararono alla vita Religiosa nel
nuovo Noviziato: i documenti infatti non sappiamo dove trovarli, per ora
almeno.. .
E' comunque certo che, con le prime Professioni
Religiose, fioriscono nuovi germogli per la diletta Provincia Lombarda: e
questa, avendo un'estensione di territorio assai vasta, intende sviluppare
sempre di più.
6) A PARMA.
In Bologna il 15/6/1622 si tiene il II Capitolo
Provinciale; eletto è il PADRE SIMONE DI S. PAOLO, di Volterra. Con grande
fiducia nella generosità e nella fede dei Duchi Farnese - che avevano dato alla
Chiesa moltissimi uomini insigni, fra i quali anche Sommi Pontefici - inizia la
trattativa con il Duca Ranuccio Farnese per aprire un nuovo Convento nella
città di PARMA.
Il Duca, regnante allora in Parma e
Piacenza, benevolmente accetta l'idea di aprire nei suoi stati un Convento di
Carmelitani Scalzi e l'avrebbe favorito, ma tutto fu sospeso, perché prima il
Duca Ranuccio, poi lo stesso Provinciale (04/11622) morirono. Un 3° Capitolo Provinciale, radunato nel
novembre del 1622, elegge un Vicario Provinciale. Riprese a trattare con il
nuovo Regnante il successore del Padre Simone, il nuovo Vicario Provinciale
PADRE ANASTASIO DI S. GIOVANNI BATTISTA. Poiché il nuovo Duca era assai giovane
ed aveva come tutore lo Zio, Card. ODOARDO FARNESE, il Padre Anastasio si
incontrò e trattò con il Cardinale e con la Mamma del Duca Odoardo, Duchessa
Margherita Aldobrandini,
moglie di Ranuccio e nipote del Papa Gregorio XV.
Quest'ultima si impegnò con vera
passione: e, superate le difficoltà sorte, offri ai Carmelitani
Scalzi l’Oratorio di Santa Maria Bianca.
In questa Chiesa - ove si conservava un'antichissima
Immagine miracolosa della Vergine, i nostri Padri entrarono ufficialmente la
vita regolare il 4/4/1623. Pochi giorni dopo,
portata a termine felicemente
questa fondazione, il buon Padre Atanasio volava al cielo (16/81623).
7) A PIACENZA.
Il 4° Capitolo Provinciale si tiene a Milano il 16/4/1623. L'eletto è il PADRE
INNOCENZO DI SAN VINCENZO, cremonese. Egli pure desidera estendere l'azione dei
suoi Religiosi e di procurare loro nuova sede e pensa a PIACENZA.
Le trattative furono lunghe, laboriose anche: l'aiuto
Signore, le raccomandazioni di Principi,
il favore del Conte Cavalier Bartolomeo Barattieri
riuscirono ad ottenergli il permesso della fondazione.
La Curia era vacante per la morte del Vescovo, Mons.
Linati; concesse il permesso il Vicario Generale Cesare Galli.
II provinciale allora fece venire da Milano il Padre
Valeriano di Santa Cecilia, altri Religiosi chiamò da Cremona, altri ancora da
Bologna: in tutto 12 Religiosi. In una casa che era stata donata ai Padri dal
Sig. Bianchi si potè finalmente iniziare la santa osservanza il 15/7/1627.
Primo Presidente della nuova Comunità fu il Padre
Valeriano e questi, per rendere più comoda l'abitazione, riuscì a comperare
un'altra casa, potendo così ingrandire i locali di abitazione. La Chiesetta fu
dedicata alla santa Madre Teresa. Primo Priore ne fu il Padre Gian Battista
della Madre di Dio.
8) UNA PROVA TERRIBILE: LA PESTE!
Le nuova case aperte dall'inizio canonico della Provincia
hanno aumentato assai la cura dei Provinciali, che si succedono ormai
regolarmente nei vari trienni. I Conventi ormai sono sette e non è possibile
continuare ad aprire nuove case con lo stesso ritmo... Prima è necessario provvedere
elementi ben formati ed in quantità sufficiente per un solido governo.
E' vero che il Noviziato passa ogni anno allo Studentato
di Cremona e di Bologna i giovani Religiosi perché compiano i loro studi, ma
anche questi richiedono anni di preparazione prima che venga loro concessa la
sacra Ordinazione. Perciò ora i Provinciali cessano di aumentare il numero
delle Case e si preoccupano di formare i giovani, che le devono abitare. (Continua)
Nessun commento:
Posta un commento