(potrebbe essere la Parrocchia, la Chiesa, quella dei frati Carmelitani...
Papa Benedetto XVI con i Carmelitani Scalzi)
SOGNO UNA COMUNITÀ
E’ BELLO SOGNARE!
Gli uomini si dividono in due categorie.
Quelli che sognano = Fanno la storia! Costringono la storia a mettersi al passo con i loro sogni…
Quelli che si limitano a dormire = Si accorgono come la storia abbia camminato e che cosa avrebbero potuto loro fare…
(Il Padre Generale Saverio Cannistrà con Papa Francesco)
Sogno una comunità:
Sogno una comunità formata naturalmente da fratelli e sorelle. Ma in cui il termine “fratello” e “sorella” non venga appiccicato addosso dal regolamento o dall’abitudine, ma guadagnato, sudato, giorno per giorno.
Sogno una comunità in cui il “reale” rappresenti la legge fondamentale da cui dipendono tutte le altre leggi. Il reale: ossia
queste persone concrete
con queste mentalità,
con questa formazione,
con queste doti, con quest’età,
in questa situazione particolare,
in quest’ambiente,
con questa missione da compiere,
in questo tempo.
Sogno una comunità in cui venga riconosciuto il primato delle persone. E tutti siano convinti che il “bene comune” non può che coincidere con il bene delle singole persone.
Sogno una comunità costruita in rapporto alle persone. Una comunità in cui le strutture e le opere siano in funzione dell’equilibrio, dello sviluppo, della crescita delle persone.
Sogno una comunità nella quale l’uguaglianza fondamentale di tutti i membri venga riconosciuta ed accentuata con ogni mezzo.
Sogno una comunità in cui non manchino i “privilegiati”. E questi privilegiati siano i piccoli, i deboli, gli ultimi, i malati.
Sogno una comunità nella quale domini la “mentalità della catena”, secondo cui la forza e la consistenza della catena nel suo insieme è data dall’anello più debole.
Sogno una comunità in cui “non ci sia tempo da perdere”. Voglio dire: ci sia tempo da perdere per il riposo, la distensione, la … disintossicazione; ma non ci sia tempo da perdere per le sciocchezze, i pettegolezzi, le insinuazioni, i sospetti, le maldicenze, le chiacchiere… Dove ci si ama, non c’è tempo da perdere: non c’è nulla che assorba come l’amore.
Sogno una comunità in cui nessuno si “prenda troppo sul serio”; ma ognuno si senta “preso sul serio”.
(Potrebbe forse essere quella delle monache del Carmelo...)
Sogno una comunità in cui venga scoraggiato bruscamente ogni tentativo, da qualunque parte si manifesti, di parlar male di una persona assente.
Sogno una comunità, nella quale tutti si trovino “al sicuro”: ossia, ognuno si trovi al sicuro in fatto di libertà, dignità, rispetto, e soprattutto, di responsabilità.
Sogno una comunità in cui ciascuno abbia il coraggio d’esprimere liberamente il proprio pensiero. In cui le opinioni espresse dai singoli vengano prese in considerazione per il peso effettivo degli argomenti addotti, e non per altre valutazioni opportunistiche od emozionali.
Sogno una comunità, in cui ogni membro venga considerato da tutti gli altri come uno di cui “ci si può fidare”. E ciascuno, naturalmente, s’impegni ad esserlo davvero.
Sogno una comunità, nella quale tutti si lascino mettere in discussione; ed il linguaggio sia schietto, e non si abbia timore della verità. Anche perché lo stile abituale è uno stile di verità che penetra, scomoda, ma non umilia nessuno. Una verità – sia pure dolorosa – che guarisce, ma non ferisce. “Felicità è poter dire la verità senza far piangere nessuno” (Fellini).
(Oppure quella dell'Ordine Secolare Carmelitano?)
Sogno una comunità, in cui tutti quelli che s’atteggiano a “maestri” vengano condannati a “vivere le parole”. Tutti quelli che s’atteggiano a giudici vengano condannati a “sentirsi complici”.
Sogno una comunità in cui l’unico sospetto valido sia il sospetto che qualche fratello non riceva la quota d’amore che gli spetta.
Sogno 20, 50, 1000, 5000 comunità che mi dimostrino che … ho sognato al realtà.
Sogno una comunità in cui il Signore si trovi a casa sua, e sgorghi spontaneamente dai cuori.
Le didascalie e e le foto le ha aggiunte l'amministratore di questo blog.
Aggiungo che di Comunità ve ne sono moltissime altre, religiose o laiche, e niente vieta di scegliere quella che più è consona al proprio personale carisma e alle proprie aspirazioni spirituali. Ovviamente io sono di parte, quindi ho presentato il Carmelo nelle sue tre famiglie che appartengono allo stesso Ordine: Frati, Monache e Laici).
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