Riflettendo sulla nostra posizione di uomini rispetto a Dio, sempre più mi convinco che siamo davvero Suoi figli. Leggendo Genesi, quando Dio affidò ad Adamo tutta la Creazione, dicendogli di dare un nome alle cose create, penso intendesse dire che Lui le aveva fatte per l’umanità, e ce le ha affidate affinché noi continuassimo a prenderci cura di loro. Ha, insomma, fatto partire un’azienda a conduzione familiare: Dio Creatore ne è il fondatore, e noi creature, i figli che se ne debbono prendere cura e mandare avanti l’azienda Terra nel miglior modo possibile, secondo i Suoi insegnamenti. Purtroppo così non è stato, il primo Uomo ha disobbedito, e la collaborazione tra Dio e l’intera umanità ha perso lo smalto iniziale…fino a che…..Dio non decise di mandare Suo Figlio per farci uscire dall’impasse in cui eravamo naufragati. Suo figlio - Egli stesso incarnato - affinché vedendolo in forma umana, avremmo compreso meglio la sua Entità. Infatti, cosa ci chiese Gesù?” Perché volete vedere il Padre? chi ha visto e udito me, ha visto il Padre mio che sta nei Cieli”. Chi infatti è Gesù, se non il Verbo del Padre? Quindi le Sue parole, sono la voce di Dio che parla all’uomo. Gesù ha perfettamente aderito ai Comandamenti di Dio, ha perfettamente vissuto secondo la Sua volontà, ha perfettamente adempiuto alle profezie enunciate nell’Antico Testamento, fino al legno della Croce. Quale figlio ha rispettato e rispetta gli insegnamenti del padre, in modo tanto perfetto? Solo Colui il quale è perfetto!
Invece noi, che siamo imperfetti, non riusciamo ad essere quei figli che Dio vorrebbe fossimo per Lui, malgrado gli insegnamenti di Cristo, in quanto rispecchiano fedelmente il progetto di Dio che era destinato ad ognuno di noi. Si, sono convinta che Dio ha creato ogni cosa non solo a misura d’uomo, ma soprattutto a misura dei figli di Dio. Ci ha donato la Terra affinché noi portassimo avanti il Suo progetto, e ci ha dato carta libera per farlo. Non quel libero arbitrio che spesso sventoliamo come conquista! Certo, anche i figli degli uomini non sempre, anzi quasi mai, ascoltano i consigli paterni, che sono pronunciati per impedire rovinose cadute, e scelgono di sbagliare piuttosto che sentirsi condizionati dagli insegnamenti dei genitori. Dio ci ha dato la libertà di portare avanti il Suo progetto: ci ha consegnato, anzi donato, una Sua proprietà affinché noi la custodissimo con amore filiale, la tenessimo cara come la cosa più preziosa, ci ha dato la compagnia del prossimo, tutti fratelli tra noi, in quanto discendenti dei primi abitatori del pianeta. Avremmo potuto vivere in un Eden: in pace, in concordia, in condivisione fraterna: insieme avremmo potuto fare molto, perché la scintilla divina, ovvero quel Dio in noi che Santa Teresa spiega così bene nel suo Castello Interiore, in quella stanza centrale dentro l’anima, esiste davvero, è il dna divino, l’impronta che il Creatore ha lasciato dentro di noi, Suoi figli. Invece noi che abbiamo fatto? Abbiamo disprezzato Dio, lo abbiamo allontanato dalla nostra vita, ergendoci e proclamandoci bastanti a noi stessi. E ci siamo dati la zappa sui piedi, perché il mondo è sempre devastato da guerre, da divisioni, da omicidi, da genocidi e da speculazioni disastrose, da emarginazioni vergognose, da disastri ambientali e inquinamenti che alterano il biosistema. Avevamo un tesoro, e lo stiamo facendo diventare un letamaio. E si, noi ci crediamo al pari di Dio, se non superiori, oppure sosteniamo che Dio non esiste, e questo è il risultato: senza Dio, rifiutando il Suo amore, siamo solo capaci di autodistruggerci e di distruggere questo Pianeta che è l’unico luogo che ci è dato da abitare. Complimenti vivissimi a tutti noi!
Ma si può ancora rimediare, si può ancora fare un passo indietro e osservare da quella posizione la situazione creatasi: il panorama che si ammira non è esaltante, ma si può tramutarlo in bene. Basta che modifichiamo il nostro punto di vista egoistico, per guardare alla terra, a coloro che la popolano, con gli occhi amanti del Padre. Impariamo ad amare, cambiando il nostro cuore: chi ama il Padre ed il Figlio, e si affida allo Spirito Santo, non può non amare tutta la Creazione, umanità inclusa ovviamente!!! Se vogliamo sentirci dei piccoli Dei, niente di meglio che ammettere che siamo figli di Dio Padre, altrimenti da dover arriva la nostra presunta divinità? Ammettere di essere figli di Dio comporta un rovesciamento delle cose del e nel mondo, un impegno a cambiare radicalmente i nostri punti di vista, per vederli dal punto di vista di Dio, di Gesù Cristo. E’ una sfida con noi stessi, ma che gioia ogni volta che riusciamo a conquistare un punto a favore e depennare un difetto. Più punti Paradiso mettiamo sul nostro album della raccolta, più acquistiamo la forza per allontanarci dal male, e quella forza proviene da Chi ci ha generato!
E' vero, Dio ha creato un'azienda a conduzione familiare...ed è anche vero che per tornare al meglio c'è sempre tempo (nel senso che il Signore non ci toglie mai la possibilità di conversione, in tutti i sensi).
RispondiEliminaMa in questi casi, mi viene in mente il Salmista, che dice: "L'uomo nella prosperità non comprende. E' come l'anima che perisce".
Insomma, il cammino è arduo, ma diamo fiducia a chi ancora non capisce che tutto è "in prestito" perché renda bene, niente è solo nostro...
quanta maggiore cura di ogni singola cosa, si ha, quando si arriva a comprenderlo!
Un abbraccio :)
Sono pienamente d'accordo con te!! Grazie per il commento che ha completato il mio pensiero...come è bello essere in sintonia con il Signore e tra noi! Un abbraccione anche a te :)
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