CAPITOLO 3
Continua l'argomento del primo capitolo, ed esorta le sorelle a pregare Iddio per i difensori della Chiesa - Termina con un’esclamazione
1 - Ritorno al fine principale per cui il Signore ci ha raccolte in questa casa, dove è mio vivo desiderio che facciamo qualche cosa per contentare Sua Maestà. Vedo che il male è molto grande, e scorgendo insieme che le forze umane sono incapaci contro quest’incendio d’eresia che si va estendendo di giorno in giorno, mi è parso bene ricorrere agli stessi espedienti che si usano in tempo di guerra.
Quando il nemico è entrato in una regione, il principe di quella, vedendosi pressato da ogni parte, si ritira in una città che ha cura di ben fortificare, e di là si slancia di quando in quando sul nemico. E siccome non conduce all'assalto che soldati valorosi, fa più con essi che non con un gran numero di codardi, e ottiene spesso rivincita.
Se poi non vince, nemmeno soccombe, e se non vi sono traditori, non capitolerà che per la fame. Per noi invece, non varrà neppur questa: moriremo, ma non ci arrenderemo mai.
2 - Ma perché ho detto questo? Solo per farvi intendere, sorelle, che dobbiamo pregare senza fine perché dei buoni cristiani che stan chiusi nella fortezza, nessuno passi al nemico, e perché il Signore santifichi i capitani della fortezza e della città, che sono i predicatori e i teologi; e siccome la maggior parte di essi appartiene agli Ordini religiosi, pregare affinché raggiungano la perfezione del loro stato.
E’ questo che più importa, perché il braccio che ci deve salvare non è il secolare ma l'ecclesiastico. E giacché noi non siamo così forti da difendere il nostro Re con quei mezzi, procuriamo d'essere almeno forti nelle nostre preghiere, per aiutare questi servi di Dio, che con tanti sforzi e sudori si sono agguerriti di scienza e buona vita, e ora si affaticano per difendere il Signore.
3 - Potete forse domandarmi perché insisto tanto su questo punto e perché dobbiamo aiutare coloro che sono migliori di noi. Ve lo voglio dire: perché credo che non conosciate bene quanto siete obbligate a Dio per avervi chiamate in questa casa, dove potete vivere in grande quiete, lontane dagli affari, dalle occasioni pericolose e da ogni contatto col mondo.
Questa è una grazia assai grande. Coloro di cui parlo ne sono privi. E non è meno bene che lo siano oggi che in altri tempi, perché essi devono sostenere i deboli e dar coraggio ai pusilli. Che farebbero i soldati senza capitani? Questi devono vivere con gli uomini, conversare con loro, entrare nei palazzi e adattarsi alle volte, esternamente, alle esigenze del mondo.
Credete voi, figliuole, che ci voglia poca virtù per trattare così col mondo, immischiarsi, come ho detto, nelle conversazioni del mondo e ciò nonostante mantenersi interiormente estranei, nemici del mondo, dimorarvi come se si fosse in un deserto: insomma, essere angeli e non uomini? Se i capitani non facessero così, non ne meriterebbero il nome.
In tal caso il Signore non permetta nemmeno che escano di cella, perché farebbero più male che bene. Per coloro che insegnano non è questo il tempo da farsi vedere imperfetti.
4 - Se non sono fermamente ed intimamente convinti che bisogna calpestare tutte le cose del mondo, staccarsi dal mutabile per non attaccarsi che all'eterno. finiranno col tradirsi, malgrado ogni loro attenzione in contrario. Non è forse con il mondo che essi intendono combattere? Stiano quindi sicuri che non verranno perdonati, e che nessuna delle loro imperfezioni passerà inosservata. Molte delle loro buone opere non saranno apprezzate, e forse neppure stimate per tali; ma quanto alle cattive ed imperfette, non ne sfuggirà neppur una: stiano sicurissimi. Mi domando ora con sorpresa chi mai possa aver dato al mondo l'idea della perfezione. Se egli ne usa, non è certo per volersi perfezionare. A ciò non si tiene obbligato. Anzi, crede già di far troppo quando osserva convenevolmente i comandamenti. L'usa soltanto per condannare gli altri, e giudica alle volte come fatto per soddisfazione personale quello che invece è virtù.
Non pensate quindi che ad affrontare questa lotta si abbia bisogno di poco aiuto divino: anzi, ne occorre moltissimo.
5 - Per questo vi prego che vi rendiate tali da meritare da Dio queste due cose. la prima, che nel gran numero di santi e dotti personaggi che oggi difendono la Chiesa, vi siano molti che, come ho detto, abbiano le necessarie prerogative, e che Dio le conceda a coloro che non le hanno del tutto, perché un uomo perfetto fa assai più di un gran numero d'imperfetti. E la seconda, che, una volta gettatisi in questa lotta, non certo piccola, come ho detto, il Signore li sorregga con la sua mano, affinché si guardino da tutti i pericoli del mondo e attraversino questo mare burrascoso con le orecchie chiuse al canto delle sirene.
Se presso Dio possiamo in ciò qualche cosa, ecco che anche noi combattiamo per la sua gloria, benché chiuse in solitudine. E io darò per assai bene impiegati i travagli sofferti nell'erigere questa casuccia, dove volli che si osservasse con ogni possibile perfezione la regola primitiva di nostra Signora e Imperatrice.
6 - Non crediate che sia inutile pregare sempre a questo scopo. So che vi sono persone a cui sembra troppo duro non pregare assai per se stesse. Ma vi può essere orazione migliore? Se temete che non serva per scontare le pene del purgatorio, sappiate invece che vi serve moltissimo. Se poi vi rimane qualche cosa, rimanga pure! Che m'importa di stare in purgatorio fino al giorno del giudizio, se con le mie preghiere salvo anche solo un'anima? Che dire poi trattandosi di molte e dell'onore di Dio?
Non fate mai caso di pene che finiscono, quando interviene il servizio di Colui che tante ne ha sofferti per noi. Cercate sempre il più perfetto. Vi scongiuro per amor di Dio di pregare Sua Maestà affinché ci esaudisca. Da parte mia, non ho mai cessato di farlo, nonostante la mia grande miseria: si tratta della sua gloria e del bene della sua Chiesa, ed è qui che convergono tutti i miei desideri.
7 - Mi sembro un po' presuntuosa nel pensare di poter contribuire a questo scopo. Però, Signore, io confido in queste vostre serve fedeli che sono qui riunite. So che vogliono e non pretendono che di contentarvi. Per Voi hanno lasciato il poco che avevano, e avrebbero voluto aver di più per sacrificarlo a vostra gloria. No, o Creator mio, Voi non siete ingrato, e sono sicura che esaudirete le loro domande.
Quando eravate su questa terra, lungi d'aver le donne in dispregio, avete anzi cercato di favorirle con grande benevolenza. Non esauditeci se domandiamo onori, rendite, ricchezze o altre cose di mondo; ma quando Vi chiediamo di difendere l'onore di vostro Figlio, perché, o Eterno Padre, non ascolterete coloro che per Voi sacrificherebbero volentieri mille onori e mille vite? Non per noi, o Signore, che non lo meritiamo, ma per il sangue e per i meriti del vostro stesso Figliolo!
8 - Considerate, o Eterno Padre, che tanti flagelli, strapazzi e penosissime sofferenze non sono cose da dimenticarsi. Ed è dunque possibile, Creator mio, che un cuore tanto affettuoso come il vostro, sopporti che si faccia così poco conto, come ai nostri giorni, di ciò che vostro Figlio ha effettuato con tanto amore, unicamente per contentarvi e per obbedire ai vostri comandi, quando gli ingiungeste di amarci fino a lasciarsi nel Santissimo Sacramento, che ora gli eretici oltraggiano, distruggendo i suoi tabernacoli e demolendo le sue chiese? Forse che vostro Figlio deve fare qualche altra cosa per contentarvi? Non ha Egli già fatto tutto? Non è forse bastato che durante la sua vita gli mancasse perfino ove posare la testa, continuamente sommerso nelle tribolazioni? Bisogna proprio che oggi venga privato anche delle sue chiese, ove convoca i suoi amici, di cui conosce la debolezza, e sa che in mezzo alle loro prove hanno bisogno di essere fortificati con quel cibo che loro dispensa? Non ha forse già soddisfatto abbastanza per il peccato di Adamo? Possibile che ogni qualvolta noi torniamo ad offendervi, la debba sempre pagare questo innocentissimo Agnello? Non lo permettete più, o mio sovrano Signore! Si plachi ormai la vostra divina Maestà! Nonché considerare i nostri peccati, ricordatevi che a redimerci fu il vostro Figlio sacratissimo. Ricordate i suoi meriti, i meriti della sua gloriosissima Madre, quelli di tanti santi e di tanti martiri che sono morti per Voi!
9 - Oh, vergogna!... Come mai, Signore, ho io l'ardire di farvi questa preghiera in nome delle mie sorelle? Che cattiva mediatrice avete in me, o figliuole! Come posso presentare le vostre domande e ottenere che siano esaudite, se innanzi alla mia temerità il sovrano Giudice ha tutte le ragioni per sdegnarsi di più? Però, o Signore, non dovete dimenticarvi che siete Dio di misericordia: abbiate, dunque, pietà di questa indegna peccatrice, di questo miserabile verme che si lascia andare a tanta audacia! Guardate ai miei desideri, alle lacrime che accompagnano la mia preghiera, e dimenticandovi dei miei peccati, vi supplico per quello che siete, o mio Dio, ad aver pietà delle molte anime che si perdono e a proteggere la vostra Chiesa. Non permettete più, o Signore, che fra i cristiani allignino tanti mali, e dissipate le tenebre che ci avvolgono!
10 - Vi prego per amor di Dio, sorelle, a raccomandare al Signore questa povera peccatrice affinché ottenga umiltà, e ve lo chiedo come colei a cui siete obbligate. Non vi raccomando di pregare in particolar modo per i re, per i prelati della Chiesa e specialmente per il nostro Vescovo, perché vi vedo in questo così diligenti da ritenere la raccomandazione per superflua. La mia parola è per coloro che verranno dopo, persuase che da santi prelati dipende la loro stessa santità, non dimentichino mai di raccomandarli al Signore, perché si tratta di cosa assai importante. Il giorno in cui le vostre orazioni, le discipline, i desideri e i digiuni vostri non fossero per ciò che ho detto, non raggiungereste - sappiatelo - il fine per cui il Signore vi ha qui raccolte.
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