Se qualcosa di nuovo e di grande
uscirà nella vita dell’uomo, uscirà dallo spirito; se vogliamo perfezionare
l’uomo bisogna render perfetto lo spirito. Tutti i valori sono in lui, e tutte
le ragioni della vita esterna e tutti i motivi degli atti. Se egli cambiasse ad
un tratto, tutta la vita cambierebbe. Tutte le questioni -nazionali, sociali,
morali- sono, in fondo, nient’altro che questioni d’anima, questioni
spirituali. Mutando l’interno si muta l’esterno; rinnovando l’anima si rinnova
il mondo».
“Storia di Cristo” fu la sua prima opera dopo la conversione e fu
un successo di vendite in Italia e all’estero, con varie traduzioni.
La sua produzione letteraria non ebbe mai posa e ricordiamo: “Antologia della
poesia religiosa italiana”, “Pane e vino”, “Gli operai della vigna”,
“Sant’Agostino”, “Gog”, “La scala di Giacobbe”, “Ritratti italiani”, “I nipoti
d’Iddio”, “Dante vivo”.
Aderì al fascismo, fu Accademico d’Italia e fondò un centro di studi sul
Rinascimento.
Nel 1943, nel convento della Verna, divenne terziario francescano.
Si sospettò della sua fama mai diminuita come una conseguenza dell’adesione al
regime di Mussolini, ma anche dopo la guerra continuò a far parlare di sé come
scrittore acuto e vivace.
Apprezzati furono le “Lettere agli uomini di papa Celestino VI”, “Vita di
Michelangelo nella vita del suo tempo”, “La spia del mondo”, “La felicità
dell’infelice”, “Il diavolo”.
Postumi appariranno “Giudizio universale”, “La seconda nascita” e “Diario”.
Giovanni Papini morì l’otto luglio 1956, nella sua città natale. Il suo corpo
si spense ma siamo certi che il suo Spirito viva in Cristo perché compì quella
rinascita fondamentale per la vita dell’uomo che lo ha condotto ad una fede
“ragionata” ma, appunto per questo, più viva e consapevole.
Si pentì così tanto del suo passato di negatore della Verità che ordinò alla
figlia Viola di recuperare tutte le copie delle sue sacrileghe “Memorie
d’Iddio” perché le bruciasse.
Temiamo che Papini sia tuttora un personaggio misconosciuto ai più; i suoi
scritti languono dimenticati, i tratti biografici delle varie enciclopedie
(anche quelle letterarie e filosofiche) sono scarni e tutti somiglianti, come
se nessuno si fosse preso la briga di scrutare la profondità della sua Opera.
Giovanni Papini lo si può capire solo con la Luce dello Spirito, tralasciando
l’aspetto formale, che inganna critici e studiosi, per trarre ispirazione dalla
sua verace trasformazione da bestemmiatore a seguace di Gesù.
Riporto qui di seguito, a conclusione del nostro sintetico profilo, un breve
componimento le cui parole suonano come una melodia dolce e amorevole. Possano
diventare una tenera carezza a noi anime doloranti e desiderose di fare ritorno
alla Dimora Celeste!
Gesù, tutti hanno bisogno di Te
anche quelli che non lo sanno.
E quelli che non lo sanno
assai più di quelli che sanno.
L'affamato si immagina
di cercare il pane
e ha fame di Te.
L'assetato crede di volere l'acqua
e ha sete di Te.
Il malato s'illude di cercare la salute
e il suo male è l'assenza di Te.
di cercare il pane
e ha fame di Te.
L'assetato crede di volere l'acqua
e ha sete di Te.
Il malato s'illude di cercare la salute
e il suo male è l'assenza di Te.
Tu sai quanto sia grande
per me e per tutti noi
il bisogno del Tuo sguardo
e della Tua parola.
per me e per tutti noi
il bisogno del Tuo sguardo
e della Tua parola.
Tu che fosti tormentato
per amore nostro
ed ora ci tormenti con tutta la Potenza
del Tuo implacabile Amore.
Giovanni Papini
La Scala di Giacobbe di Giovanni Papini
<<Si discorre, per colpa mia, d’un “Ritorno al Vangelo”. L’espressione è,
in ogni senso, impropria. Non mi sento
il diritto di ratificarla.
Si può tornare soltanto dove siamo stati una volta – ma nessuno è stato
nel Vangelo, in un Vangelo che non sia soltanto parola e carta scritta; nessuno
dei nostri ascendenti, tolti i santi, troppo pochi in confronto alle turbe
sterminate delle generazioni, ha messo il piede sul confine del Regno dei
Cieli.
Ho promesso la verità e non vantazioni: passò il tempo degli amabili
divertimenti La verità vera, la semplice verità che soltanto i semplici accetteranno, è che non vi sono autentici
cristiani. Non si può tornare al Vangelo
perché non ci siamo ancora arrivati. Il Cristianesimo non è, oggi, un bene
abbandonato che si ricerca nell’ora della grande agonia occidentale, ma un bene
che non abbiamo voluto accettare. Il Cristianesimo non appartiene al passato;
forse gli apparterrà l’avvenire. Non è vecchio, non è antico, non è sorpassato,
non esausto e morto come tanti famosi infelici hanno detto. E’ la cosa più
vergine e nuova del mondo; più che moderna perché non ancora cominciata; un
bene appena sfiorato: una speranza assai più che una nostalgia. In quanto
Parola, il Vangelo ha millenovecent’anni; (teniamo presente che Papini scriveva
questo cent’anni fa) come effettualità praticata ha sempre da nascere. Milioni
di milioni d’uomini hanno detto d’esser cristiani; ma noi abbiamo tutto il
diritto di aspettare l’apparizione del primo autentico popolo cristiano.
La più grande originalità, per un uomo dei nostri tempi, sarebbe
d’essere cristiano. Gli amatori di novità, quelli che ridono del divino
Falegname come d’un antico spettro definitivamente crocifisso, sono avvertiti.
C’è ancora una impresa dopo tanti secoli quasi mai riuscita e che può tentare i
cercatori del raro e del difficile.
La prova di questa verità, tanto semplice che nessuno se ne rammenta, è
una sola ma terribilmente decisiva: la storia del mondo. In particolare la
storia d’Europa.
Mi dispiace infinitamente citare un inglese. La patria della Società
Biblica è anche la terra di Canaan del Mammonismo trionfante.
Il Paese che ha stampato più copie del Vangelo è lo stesso che ci ha
regalato la Democrazia, la Grande Industria e l’Imperialismo, tre delle più
spaventevoli facce del mostro moderno. L’Inghilterra, patria delle cento
confessioni cristiane, ha raccolto nel suo ventre nebbioso la doppia eredità
dello spirito giudaico e romano e ha fatto scuola agli altri due giganti
nefasti, degne staffette dell’Anticristo: la Germania e l’America: gli idolatri
del Cannone e gli idolatri del Dollaro, uniti nel culto della feroce coppia
Macchina e Moneta.
Ma, forse proprio per questo, mi piace chiamare come testimone un
inglese, un inglese serio, uno di quegli inglesi imbalsamati di rispettabilità
le cui basette hanno dominato Westminster e da Westminster due terzi della
terra. “Quindici secoli dopo la piena adozione del Cristianesimo nel continente
europeo – disse l’onorevole Giorgio (George ma ai tempi del fascismo ogni nome
straniero veniva tradotto in italiano, semplicemente assurdo) Peel, - lo scandalo e il paradosso del mondo è che
la storia d’Europa sia stata una storia di sangue e di massoni”.
Aderisco all’opinione dell’onorevole George Peel. Abbiamo visto
l’ultimo, per ora, di questi massacri europei (infatti poi avvenne la II guerra
mondiale). Milioni di uomini hanno scritto, con lettere di fuoco e di sangue,
la suprema dimostrazione dell’inesistenza di cristiani sopra la terra>>.
Per ora mi fermo qui. Mi pare che quanto scritto da Papini sia
sacrosanto. Cos’è cambiato nel mondo cristiano, rispetto a cent’anni fa? Chi
realmente sta mettendo in pratica il vero Vangelo di Gesù Cristo? Quei pochi santi
ormai defunti, o viventi, che si trovano nel nascondimento.
Tutti gli altri, parecchi sacerdoti compresi, immersi nella loro scienza
teologica, impegnati nel tanto da fare (cosa poi?), laici che frequentano la
parrocchia, più per tradizione che per vero amore di Cristo, non si possono
dire veri cristiani, poiché dell’insegnamento evangelico mettono in pratica, se va bene, solo l’uno percento, me compresa, non sto puntando il dito contro le folle, escludendomi!
Papini mi ha fatto riflettere, poiché proprio lui, per lungo tempo
contrario alle religioni e alla Chiesa, ha avuto una folgorazione quasi come
quella di San Paolo sulla via di
Damasco, scoprendo che senza Dio l’uomo è niente. Ed essendo una nullità,
cerca nelle cose, nel successo, nella fama, nel potere, nella ricchezza, talvolta nell'alcol e nelle droghe, nelle passioni sfrenate, quel
che possa riempire la sua vuota vita. Mentre
solo il Signore la riempie e la illumina.A volte ho avuto l'impressione che un convertito abbia molta più fede di chi è convinto di essere stato sempre fedele a Cristo. (E Papini ne è un luminoso esempio). Spesso però è fedele solo a se stesso, e si fa travolgere dalle cose della terra, che non sono quelle del Cielo.
Danila Oppio
Di Giovanni Papini ho letto, quarant’anni fa, “Un uomo finito”. E l’ho trovato un libro pazzo e straordinario e altrettanto l’autore. Mi venne prestato, quando facevo l’informatico a Torino, da
RispondiEliminauna studentessa universitaria nata a Sarajevo. L’ho portato nella testa e nel cuore per tutti questi
anni. Adesso mi chiedo: perché cercare ‘cristiani’ in giro? C’è bontà in ciascuno di noi. E ci se ne accorge anche solo appoggiando una goccia d’acqua davanti a un piccolo coleottero che ha sete
Angela Fabbri
Giovanni Papini è stato per lungo tempo un eretico che avversava ogni religione, soprattutto il cristianesimo cattolico. Poi ha avuto una riconversione, e si è dedicato anima e corpo alla fede. Certo che ogni essere umano se si fa guidare dalla buona coscienza, è buono, se non fa del male a nessuno e anzi, se si chiana sulle creature, anche quelle più piccole come un coleottero assetato.
RispondiEliminaDanila