QUANDO LE PREDICHE NON FANNO DORMIRE
(Citazioni da Don Giuseppe Mazzanti,1879-1954)
Sono un convinto assertore che le prediche
vadano soprattutto ascoltate. Una loro lettura ti priva del tono della voce,
della gestualità dell’oratore e dell’atmosfera che si crea nell’uditorio. Il
tempo però crea inesorabilmente dei fossati e diventa perciò necessario
leggerle.
Premetto di essere un pessimo ascoltatore, in
quanto quasi tutti mi fanno sempre dormire. Una predica per me sinceramente
resta il miglior ...sonnifero! L’unico a tenermi sveglio è S. Agostino, ma a
leggerlo però in latino: ti costringe talmente a pensare che il sonno se ne va
e la gioia per l’approfondimento acquisito non ti fa rimpiangere il riposo
perduto.
Ho sotto gli occhi la grafia nitida, seppur a
volte da miniaturista, del Canonico imolese Don Giuseppe Mazzanti, mentre
stendeva queste istruzioni spirituali per le Piccole Suore di S. Teresa da lui
fondate nel 1923 insieme a Madre Maria Zanelli. Dubito che le sue Suore potessero
addormentarsi tanto erano frequenti nel corso della conversazione i suoi dardi
pieni di saggezza e spiritualità. Queste istruzioncine sono attualmente
catalogate sotto la voce di PAZIENZA, pur facendo naturalmente riferimento ad altre virtù.
Ho provato a farne una cernita per costituire
un TESORETTO
SPIRITUALE da portarmi sempre dietro
1° LA PAZIENZA: nome che si trova sulle bocche di tutti, ma nelle opere
di pochi. Tutti desiderano gli
amplessi di questa virtù, ma appena si sentono da essi accarezzati tosto si
ritirano. Sono amplessi di un prezzo troppo caro (LA PAZIENZA, pagina 1)
☆
2° Col nome di pazienza si desta in noi il pensiero
di sacrificio. L’una è sposata all’altro. Non vi è
pazienza senza sacrificio. Il sacrificio senza pazienza non
conta nulla. Tutti abbiamo delle croci, ma non tutti sappiamo portarle ((LA
PAZIENZA, pagina 2)
☆
3° L’anima
innocente tribolata e paziente è come il giglio tra le spine.
Il giglio quantunque punto dalle spine conserva il suo candore, la sua bellezza
e il suo profumo (LA PAZIENZA, pagina 3).
☆
4° La Pazienza è
come un’arpa le cui corde sono le tribolazioni: queste corde
modulano un inno a Dio. Chi si lascia abbattere spezza la sua arpa (S.
Agostino) (LA PAZIENZA, pagina 3).
☆
5° Il Cielo si
acquista con la moneta della pazienza (LA PAZIENZA, pagina
3).
6° Non si è
spose di Cristo glorioso se non si è prima spose di Cristo crocifisso.
Non si arriva sul Tabor se non dopo il Calvario. Non si può pretendere la
corona d’oro senza aver portata quella di spine. Abbiate pazienza con tutti,
sempre, in ogni genere di croci, con voi stesse, coi demoni, sempre in tutta la
linea (LA PAZIENZA, pagina 3).
☆
7° La verginità
si mantiene nel sacrificio. Togliete il sacrificio dalla
verginità e questa agonizza, muore (LA PAZIENZA, pagina 9).
☆
8° Se la sposa deve formare un cuor solo con lo
sposo, la vergine che è la sposa del
Crocifisso deve avere la sete del Sacrificio e deliziarsi in mezzo agli
olocausti (LA PAZIENZA, pagina 13).
☆
9° La purità
verginale è come un cristallo, il quale rotto che sia non sarà mai più intero.
E’ una perdita che non si può calcolare; soltanto con la castità prolungata si
potrà alquanto scemare. Anzi mediante la castità (non più verginale s’intende)
si può pareggiare ed anche superare quel merito che non è più possibile nella
verginità. Quanti infatti hanno in cielo più meriti di tanti vergini! S. Maria Maddalena, S. Margherita da
Cortona, S. Pelagia ecc. (LA PAZIENZA, pagina 14)
☆
10° Parlare di obbedienza ai nostri giorni e
parlarne in mezzo al mondo è lo stesso che parlare di servitù e di umiliazione.
Le conquiste del pensiero, l’esplicazione sempre più larga dei diritti
confinano questa virtù in un cantuccio della società, molto remoto, e la si riguarda come vecchiume di altri tempi (LA
PAZIENZA, pagina 17).
☆
11° Copritevi pure di virtù finché volete, fatevi
vedere sante, ma se non siete capaci di tutto soffrire e
di camminare sotto la direzione dell’obbedienza le vostre virtù non contano
nulla e la vostra santità non vi porta in paradiso (LA
PAZIENZA, pagina 17 e 18).
☆
12° Pensate che per una famiglia religiosa la questione dell’obbedienza è questione di vita o di
morte (LA PAZIENZA, pagina 18).
☆
13° L’obbedienza è una virtù che cerca di
soggiogare la volontà dell’uomo, quindi la più difficile per la pratica, perché
nulla tanto costa all’uomo quanto rinunziare alla propria
volontà (LA PAZIENZA, pagina 18).
☆
14° In forza del peccato di origine noi tutti nasciamo col desiderio ardente di far sempre a
nostro modo. Il bambino ancora nelle fasce la prima parola
che pronunzia è un voglio unito
a quei sì e a quei no sonori e secchi, che h sempre
in bocca a seconda dei suoi capricci (LA PAZIENZA, pagina 19).
☆
15° Per obbedire
bisogna sacrificarsi. Quando offriamo a Dio le ricchezze,
gli onori, i piaceri, gli offriamo quello che è suo, ma quando gli facciamo
sacrificio della nostra volontà, noi gli doniamo tutto ciò che è nostro. Più
dell’obbedienza non si può offrire cosa maggiore a Dio. Quando gli abbiamo dato
la nostra libertà, il nostro libero arbitrio che cosa ci resta a dargli? Nulla.
E’ per questo che l’obbedienza è la virtù più difficile da praticarsi e nel
tempo stesso è la virtù sovrana, quella che le comprende tutte e tutte le
suppone (LA PAZIENZA, pagina 19).
☆
16° Basta
l’obbedienza a farci santi (LA PAZIENZA, pagina 19).
☆
17° L’obbedienza
è una parola che non si trova nel dizionario di tante anime,
che pretendono salire le più alte cime della perfezione senza farsi sgabello
dell’obbedienza (LA PAZIENZA, pagina 19).
☆
20° Quando in un’anima non c’è l’obbedienza,
abbiamo tanto in mano per concludere che non c’è santità. E potrebbe darsi santità senza Dio? (LA
PAZIENZA, pagina 20).
☆
21° Gesù Cristo che è il Maestro dei Santi
protestava di essere venuto al mondo per fare la volontà del Padre suo. Può darsi che si trovi un’altra via che conduca alla
santità all’infuori di quella indicata da Gesù? (LA
PAZIENZA, pagina 20)
☆
22° S. Teresa era solita a dire che se tutti gli
angeli del cielo si fossero uniti a darle un consiglio opposto a quelli dei
suoi superiori, o dei suoi confessori, non li avrebbe
ascoltati e ciò unicamente per eseguire il volere di Dio
espressole per mezzo di quelli che nel mondo ne fanno le veci (LA PAZIENZA,
pagina 20).
☆
23° La monaca
disubbidiente è come una canna d’organo stonata che rompe la
bella armonia formata dalle altre (LA PAZIENZA, pagina 21).
☆
24° Dove c’è
disunione, non c’è pace, ma guerra. Vi sono momenti poi,
circostanze in cui guai se mancasse l’ubbidienza! Ognuna vuol la carica che più
le piace; si borbotta, si mormora, si grida, si piange da ogni lato e in mezzo
a queste scene che sono l’immolazione del voto di ubbidienza, il demonio esulta
e le basi del convento crollano (LA PAZIENZA, pagina 21).
☆
25° Dio non
benedirà mai una comunità dove la virtù dell’obbedienza non è tenuta in trono,
non è ossequiata come merita dalle vergini di Cristo (LA PAZIENZA, pagina 21).
☆
26°L’ubbidienza è’ la via più spedita per il
cielo. Nell’inferno brucia soltanto
la cattiva volontà propria; togliete di mezzo questa cattiva volontà e
l’inferno non sarà per voi. Così S. Bernardo.
(LA PAZIENZA, pagina 27).
☆
27° Se l’attaccamento alle ricchezze rovina i
secolari, come potrà non rovinare le persone religiose? Dio non entra in quel
cuore che è pieno dei beni di quaggiù perché non
trova luogo per alzarvi il suo trono (LA PAZIENZA, pagina
29).
☆
28°La povertà è una vera ricchezza perché è la via più
spedita per giungere alla vita eterna. Le altre
strade sono infestate da mille ladri, quella della povertà è libera
(LA PAZIENZA, pagina 32).
☆
29° Sopra le
rovine del mondo, sulle miserie umane, su tutte le frenesie del secolo la croce s’innalza come un faro per il
naufrago, come una madre che allarga il seno per raccogliere ogni pianto, ogni
dolore, ogni perdono (LA PAZIENZA, pagina 38).
☆
30° Essendo la croce
un tesoro così grande, l’unica via per andare al Cielo,
noi dobbiamo stringerci alle nostre croci e baciarle (LA
PAZIENZA, pagina 39).
☆
31°Le croci ci vengono da Dio. Fin dall’eternità ha
prevedute e preparate a ciascuno le sue. Chi l’ha in
un modo chi in un altro, ma tutti le abbiamo per essere conformi a Cristo e
salvarci (LA PAZIENZA, pagina 39).
☆
32°Quel cristiano che non vuol portare la Croce è una
contraddizione, quella suora che la rifiuta è un’indegna. Siamo
figli, siamo sudditi di un re crocifisso (LA PAZIENZA,
pagina 39).
☆
33°Dio è Padrone del Regno celeste. Ha stabilito che nessuno
vi entri che per la via dei patimenti. Non c‘è da obiettare: o si porta la croce, o si rinunzia al cielo
(LA PAZIENZA, pagina 39).
☆
34°Tutti i santi per giungere alla felicità presero questa
via. Il Tabor fu un luogo di passaggio; sul Calvario
invece rizzarono le loro tende, quivi vissero e morirono (LA
PAZIENZA, pagina 39 e 40).
35°Abbiamo con noi le passioni, che se non sono frenate ci
sacrificano e ci mandano in rovina. O noi
incateniamo la carne, o la carne incatena noi (LA PAZIENZA,
pagina 40).
☆
36°Le gioie che scaturiscono dalle croci: sembra questa
una contraddizione, ma non lo è che in apparenza. Se nel patire non
s’incontrasse il godere, non si spiegherebbe come i santi divenissero quasi
pazzi per la brama dei sacrifizi (LA PAZIENZA, pagina 42).
☆
37°Le croci innalzano l’uomo al di sopra del
mondo. Sottomesso alla prova
colloca i suoi affetti e le sue speranze in Cielo. Come l’aquila librandosi
nelle regioni più alte dell’atmosfera ha in disprezzo le basse valli della
terra, e vede dall’alto gli umani eventi e si ride degli uragani e delle rovine
(LA PAZIENZA, pagina 42 e 43)..
☆
38°Come l’arca di Noè che tanto più s’innalzava quanto più
crescevano le acque del diluvio, così l’anima
grande, dolce e rassegnata si eleva a misura che le onde della tribolazione le
crescono attorno gonfie ed impetuose (LA PAZIENZA, pagina
43).
☆
39°Il mondo per non essere fulminato da Dio ha
bisogno di creature sante che con i
loro olocausti giungano a spegnere il fuoco dell’ira divina (LA PAZIENZA,
pagina 43).
☆
40°Gesù vi dà la sua
pace perché il
suo cuore è tabernacolo di pace, perché la pace è l’eredità che egli
lascia alle sue vergini e a tutti quelli che lo amano (LA PAZIENZA, pagina 44).
☆
41°C’è chi gode pace purché niente succeda
loro in contrario e tutto vada secondo i
loro desideri, ma se si stuzzicano un po’, se loro succede qualche cosa di
spiacevole, perdono subito la pace. E’ dunque una pace riposta negli altri e
non nell’anima propria (LA PAZIENZA, pagina 52).
☆
42°Non bisogna badare né a quello che dicono gli altri, né
alle loro lodi, né alle loro calunnie, ma andare avanti
occupati sempre nella mente e nel cuore da pensieri di pace.
Così questa cara virtù ci accompagnerà sulla terra, ci stamperà in fronte un
bacio d’amore sul letto delle agonie e c’introdurrà nei cieli ove l’avremo in
eterno nostra alleata (LA PAZIENZA, pagina 52).
DON GIUSEPPE MAZZANTI
...............................................
(Ferrara 11-5-2016), Padre Nicola
Galeno, ocd
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