Perché a Pasqua ci si scambiano le uova e si pranza con l’agnello?
In tutto il mondo, l’uovo è il simbolo della Pasqua. Dipinto o intagliato, di cioccolato o di zucchero, di terracotta o di cartapesta, l’uovo è parte integrante della ricorrenza pasquale e nessuno vi rinuncerebbe. Quanti di noi, però, conoscono il significato autentico di questo simbolo?
Con l’avvento del Cristianesimo, molti riti pagani furono assimilati dalla nuova religione. La stessa festività pasquale, d’altro canto, risente di lontani influssi: cade, infatti, tra il 25 marzo e il 25 aprile, nella prima domenica successiva al plenilunio che segue l’equinozio di primavera. La Pasqua, così si festeggia proprio nel giorno in cui si compie il passaggio dalla stagione del riposo dei campi, a quella della nuova semina: la rinascita della natura.
Anche in occasione della Pasqua cristiana, dunque, è presente l’uovo, quale dono augurale, che ancora una volta è simbolo di rinascita ma, questa volta, non della natura bensì dell’uomo stesso, della resurrezione di Cristo: il guscio è la tomba dalla quale Cristo uscì vivo.
Nella tradizione cristiana a Pasqua si mangia l’agnello, poiché nella sua simbologia si ricorda il sacrificio di Gesù in croce, la sua passione, infatti fu “immolato come un agnello”.
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L’agnello noi tutti sappiamo essere un animale mansueto e la sua immagine ci ricorda appunto l’innocenza e simboleggia la pazienza, la mansuetudine e il candore di Cristo che viene “condotto al macello” e immolato per noi sul legno della Croce, al posto nostro, in obbedienza al Padre per la salvezza di tutta l’umanità.
Per quanto mi riguarda, preferisco l’agnello di marzapane o di zucchero, simbolo pasquale che non richiede il sacrificio di una piccola creatura.
Buona Pasqua a tutti!
Danila Oppio
articolo pubblicato sul Bollettino Parrocchiale del Santuario di S. Teresa del Bambino Gesù di Legnano (MI)
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