Ci
si chiede perché tante famiglie si disgregano, anche se in principio c’era la
volontà di amarsi. Cerchiamo di individuare cosa può essere mancato, nel
rapporto tra coniugi, o tra figli e genitori.
Pazienza
Condivisione
Accettazione
della diversità di pensiero o di scelte
Perdono
Sacrificio
Disponibilità
all’ascolto e al sostegno reciproco
Capacità
di educare e educarsi.
Esistono
di certo altri aspetti, ma credo che questi citati siano la base per costruire una famiglia
unita ed in grado di reggere nel tempo, malgrado le difficoltà che si
incontrano durante il percorso comune.
Sempre
più di frequente entrambi i coniugi lavorano, la sera sono stanchi, rinunciano
al dialogo in famiglia, e tendono così a delegare altri nell’educazione dei
figli, dimenticando che i primi educatori devono essere essi stessi. Ci si
rivolge a specialisti, si ricorre agli psicologi, quando qualche membro della
famiglia pare possa creare problemi. Responsabilità che ci facciamo scivolare
di dosso. Coppie in crisi richiedono consigli ai centri di ascolto. Tutto
questo serve, laddove i problemi sono autentici e di grossa rilevanza. Ma nel
quotidiano, prendiamoci a carico la nostra responsabilità personale, osservando
la lista qui sopra: mettiamo in atto la pazienza? Condividiamo in famiglia i
nostri problemi, gioie o dolori? Accettiamo che l’altro possa pensarla in modo
diverso da noi, perché non siamo cloni, e quindi ogni essere umano è unico e
irripetibile? Sappiamo perdonare se ci sentiamo feriti? Riusciamo a
sacrificarci, mettendo da parte l’egoismo, per dedicare il nostro tempo ai
familiari anziani, malati, bisognosi di attenzione o aiuto? Ci rendiamo disponibili all’ascolto di
chi ha bisogno di esprimere quanto ha nel cuore, e sappiamo sostenerlo
dimostrando che lo compendiamo, consolandolo con parole che leniscano o
risolvano i suoi problemi? Se almeno ci provassimo, educheremo noi stessi al
rispetto, e chi ci è vicino ne prenderebbe buon esempio.
Le giornate per la
Vita, Famiglia, Malato e Solidarietà non ricorrono una volta l’anno, tanto per
far qualcosa di diverso, servono invece per fare il punto della situazione, per
portarci a riflettere sul nostro comportamento in questi ambiti, per far
scaturire domande alle quali dobbiamo trovare risposte. Di certo la famiglia è
la piattaforma sulla quale dobbiamo testare la nostra capacità di dimostrarci
buoni seguaci di Cristo: nella carità, nell’amore, nel rispetto, nel
sacrificio, in tutto quello che Gesù ci ha pazientemente insegnato. Poi saremo
in grado di estendere in altri ambienti queste virtù, con le quali il mondo
diverrebbe senza dubbio migliore.
Cito una frase che
mi ha scritto pochi giorni fa uno scrittore ultra-novantenne: “Quando si ha
la possibilità di poter incontrare nella società umana, delle persone che sanno
donarsi, presumo che la terra dovrà
continuare a girare intorno al Sole, che ancora non potrà spegnersi.”
Noi dobbiamo cercare di essere quelle persone, per
illuminare un mondo che sta perdendo la sua luce a causa dell’individualismo,
dell’egoismo e dell’incapacità di avvertire che l’altro è nostro fratello, e
che l’Altro ci ha posto su questa Terra per amarLo e amarci tra noi. Non
dimenticando che l’amore è l’insieme di molte virtù.
Danila Oppio
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