Abbiamo deciso di andare a recitare il S. Rosario: è il mese di maggio, dedicato a Maria Vergine.
Ma come lo recitiamo? Facciamo a gara a chi finisce prima? O a chi incomincia prima? Non dobbiamo invece cercare di pregare insieme, unica voce e unico cuore? C’è chi incomincia la seconda parte dell’Ave Maria ancor prima che sia finita la recita della prima, accavallando le parole. Alcuni attaccano con voce sonora per poi finire in morendo. Talvolta, ascoltando, pare di udire un lungo suono ipnotico, come l’hom dei buddisti, o l’hare krishna. Ma sto solo parlando dello stile. Ciò che più conta è capacitarsi che stiamo parlando con la Mamma di Gesù, che è anche Madre nostra.
Se recito una poesia alla mia mamma o le leggo una pagina di un libro, le ho certo rivolto delle parole, ma ho davvero dialogato con lei? Le ho parlato di me, di noi, col cuore e con la mente? Le ho comunicato il mio amore?.
E se ho deciso di dedicare una piccola parte della mia giornata alla preghiera, perché mai scalpito affinché si inizi per tempo, e sbuffo perché si dilunga di qualche minuto? Ho così poco tempo per il Signore, per la Sua incantevole Madre? Che devo fare di tanto speciale, da dover scappar via non appena finisce la litania mariana, ritenendo sia già durata più del richiesto?
Ma comprendiamo che è, molto spesso questo, il modo con cui ci avviciniamo a momenti di straordinaria spiritualità, tanto alla recita del Rosario, quanto alla Celebrazione Eucaristica? A che serve pregare, se non ci mettiamo l’anima? Speriamo forse che, espletando una pratica devozionale, abbiamo compiuto il nostro dovere di fedeli? Immagino già Maria che scuote il capo, delusa, e rivolgendoci un materno rimprovero: “figli miei, così poco mi amate e amate mio Figlio, da sentire solo il dovere, e non l’Amore, di rivolgervi a noi? “.
Il mese di maggio sta già terminando, possiamo ancora impegnarci a pregare con vera fede, con amore sincero. La Madonna ci comprende, ci ascolta e ci rivolge il suo amorevole sguardo sempre, anche se qualche volta siamo distratti. Oh, lo so, parlo anche di me, mi ci metto dentro. E mi accorgo quando le mie labbra si muovono e la mente divaga, e allora cerco di riportare l’attenzione a Lei, a Lui, e chiedo nel cuore perdono per questa mia mancanza. E quando ritorno a Lei con tutta me stessa, sento che il Suo amore mi avvolge e non mi abbandona!
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