mercoledì 26 febbraio 2025
LA VOLATA FINALE DI TERESA MARTIN liriche di Padre NICOLA GALENO OCD
LA VOLATA FINALE DI TERESA MARTIN
Qualche lettore forse si meraviglierà del titolo dal sapore... ciclistico! Del resto, mentre quest'articolo nasce, non si sta correndo forse il mitico Tour de France? Ebbene io voglio immaginarmi così la cara Santina: con uno scatto potente stacca tutti negli ultimi tornanti per presentarsi sola al traguardo del Calvario, passo di primissima categoria, e ricevere da Chi già da secoli l'ha amorevolmente preceduta la maglia gialla da portare per tutta l'eternità!
Sono convinto che Lei stessa dal Cielo sorrida dinanzi a quest'immagine
nata nel caldo umidissimo della mia isola del Kyushu ...............................................
Poco più di tre anni fa nacque un ciclo di poesie (una cinquantina in tutto) proprio in vista del Centenario della morte della Santina. Per la verità, più che poesie si possono definire parafrasi in quanto prendono lo spunto da parole o episodi della vita di Teresa.
Chi ha dimestichezza coi Manoscritti autobiografici e le testimonianze relative agli ultimi mesi di vita della Santa noterà che praticamente queste poesie dal sapore di fioretti possono sembrare una messa in versi di quei racconti. Non si tratta però di un semplice lavoro meccanico.
Non vorrei che qualcuno pensasse al poeta come ad un... tritacarne vivente, nel senso che lui trasforma in versi tutto quello che gli altri gli buttano dentro in prosa! Senza una vera sintonia interiore rimarrebbe un lavoro inutile, anzi perfino traditore.
Io comunque mi sono "divertito" nel senso migliore del termine: alla fine ho scoperto che in questa maniera i detti o gli atteggiamenti della Santa mi rimanevano più facilmente impressi nella mente e nel cuore!
E' la stessa cosa che auguro ai lettori. In fin dei conti il mio scopo è quello di invitare ad una presa di contatto diretta con gli scritti della Santa. Il resto lo saprà fare Lei con la sua caratteristica discrezione e profondità!
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CICLO DI POESIE ISPIRATE A "NOVISSIMA VERBA" (Ultimi detti)
Il veder morire gli altri per me è sempre stato un ... allenamento a quel momento che vedrà pur me nelle stesse condizioni! Io sono sempre stato convinto che la morte vada vista in faccia: il rifiutarsi di guardarla vuol dire condannarsi a vivere in un perpetuo terrore.
Capisco l'atteggiamento di chi non crede nell'aldilà, ma per noi che facciamo di questo gioioso incontro con l'eterno Signore della Vita il motivo propulsore di questo nostro breve tragitto terreno non sarebbe forse la più grande contraddizione? Protendergli gioiosamente le braccia come farebbe un bimbo verso l'adorata mamma rimane per me l'ideale.
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Siamo nel maggio del 1897. Teresa ormai non si fa più illusioni sul suo stato di salute. Eppure rimane ottimista nel senso che anche il probabile peggioramento non potrà mai alterare quello che è il suo atteggiamento di fondo: la gioiosa consapevolezza di rimanere sempre unita al suo Sposo, Cristo Gesù!
VIVERE O MORIRE 507
Il vivere o il morire non importa
a chi già sulla terra ti possiede,
dolce Signore, e gode l'amicizia
perenne che nell'alma pregustare
fa il sospirato incontro col tuo Volto!
(Oita 11-5-1994), Padre Nicola Galeno
*
L'ammonimento evangelico di non strombazzare a destra e sinistra il bene che facciamo non sempre ci convince. Abbiamo quasi la sensazione che vada persa tanta dedizione, qualora non venga ufficialmente riconosciuta. In fin dei conti noi rimaniamo attaccati alla smania di veder subito tradotto in moneta sonante qualsiasi nostro sacrificio. Immolarsi nell'ombra: che utopia! Eppure è questo l'investimento più fruttuoso, se visto con gli occhi della Fede.
SENZA DISTURBARE 508
A volte l'impossibile s'affaccia
in questa testolina che vorrebbe
compiere il bene senza che il Signore
se n'avvedesse... E' bello quest'Amore
che nel donarsi passa inavvertito,
nulla cercando e senza disturbare...
(Oita 11-5-1994)
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Non so quali progetti possa fare uno mentre si trova nel periodo più cruciale della sua vita... E' sempre latente in noi la tentazione di fare come il marinaio che durante la tempesta promette un cero di immense proporzioni a S. Antonio, ma poi col tornar della bonaccia riduce sempre più le dimensioni di quel cero!
Cosa farebbe Teresa se guarisse? Il suo a prima vista sembra un programma sconvolgente. Vedendosi circondata dall'affetto di sorelle e consorelle, ritiene che sia un lusso eccessivo e pertanto partirebbe volentieri per il Carmelo di Hanoi, fondato di recente.
Pensa che laggiù nel più completo nascondimento la sua immolazione rallegrerebbe maggiormente lo sguardo di Chi sempre vigila su di lei!
LAGGIU' 509
Guarire per andare più lontano
in quel Carmelo a tutti sconosciuta
senza poter bussare a questa terra
per esser consolata....La mia gioia
è tutta nel Signore! E lì soffrendo
e amando gli occhi suoi rallegrerei...
(Oita 11-5-1994)
*
So di una persona che si chiuse nel più assoluto silenzio quando le fu diagnosticato un cancro: non voleva più vedere nessuno... Teresa invece riesce anche a scherzare: è l'umorismo dei Santi. Ma quanta profondità in questa immagine del dolce sospirato che quanto più le vien promesso tanto più sembra allontanarsi!
PRESTO MORRO' 510
Presto morrò... Ma quando? Io mi sento
come una bimba che smaniosa tende
la mano verso il dolce a lei promesso,
ma questo s'allontana... Eppur rimango
sempre disposta a vivere o morire.
Tutto rimetto al suo voler divino!
(Oita 11-5-1994), Padre Nicola Galeno
*
Da piccolo mi soffermavo sovente a leggere nella Piazza del Mercato della mia città quegli annunci funebri. Per la verità non è che io fossi molto attratto da quelle scritte dal color nerastro, ma era la Nonna a chiedermi di ripeterle i nomi dei defunti, dato che lei non sapeva leggere. Una frase però mi rimase sempre impressa, perché nella mia testolina di alunno delle elementari risultava alquanto incomprensibile: "Non fiori, ma opere di bene". In genere ai funerali io vedevo sempre tanti fiori... Dove erano queste opere di bene?
Teresa non vuole che le Consorelle si disturbino troppo per il suo funerale. Mentre lei lascia questa terra, sarebbe così felice di salutare dal Cielo due negretti che portino i nomi a lei sì cari!
IL MIO SOGNO 511
Al posto delle inutili e costose
ghirlande, che si metton sulla bara,
dite alla gente di donare i soldi
per riscattar dei poveri negretti.
Un piccolo "Teofano" vorrei
come fratello ed una sorellina
che gentilmente unisse di Maria
e di Teresa il nome... Questo sogno!
(Oita 11-5-1994)
*
Mi è capitato a volte durante gli anni di apostolato parrocchiale di vedere più distrutta dalla paura una parente che non la persona stessa moribonda! Tanto tremare di fronte alla morte è umano, ma a noi rischiarati dalla Fede si chiede un atteggiamento superiore: siamo o non siamo convinti che al nostro fianco abbiamo lo stesso sguardo paterno di Colui che ci ha creati? Teresa non dubita minimamente sul suo aiuto.
NON HO PAURA 512
Non sento la paura dell'assalto
finale... Quella mano provvidente,
che dall'infanzia sempre m'ha guidata,
saprà donarmi forza sino in fondo.
E pur soffrendo al massimo, son certa
che mai si soffre troppo sulla terra...
(Oita 11-5-1994)
Permettetemi di sottolineare quest'ultima frase della Santa: più grande del nostro dolore è sempre la Grazia che non viene mai negata a chi umilmente l'implora!
* Le nostre megalopoli ci hanno tolto l'incanto della campagna. La Natura: che stupendo libro aperto per chi ama scoprire le innumerevoli tracce della Mano creatrice di Dio!
Siamo sulla fine di maggio ed anche la Normandia conosce il tepore della primavera. Teresa deve aver visto nell'orto una chioccia tutta indaffarata coi suoi pulcini. Subito il suo viso si irrora di lacrime. A chi le chiede il perché , Teresa dà la sua spiegazione...
LA GALLINELLA 513
Perché, Teresa, piangi nel veder
la gallinella bianca che protegge
tutti i pulcini sotto le sue ali?
Tu piangi ripensando al paragone
che volle Gesù prender per mostrarci
la tenerezza immensa del suo Cuore...
In tutta la tua vita t'ha nascosta
completamente sotto le Sue ali!
E il cuore tuo di gioia è traboccante...
(Oita 11-5-1994), Padre Nicola Galeno
*
Il suo stato di salute è ormai altalenante ed il dottore stesso ormai non sa più cosa dire...In un certo senso si vive alla giornata, aspettando da un momento all'altro il peggio. Ma Teresa non si turba. Usa la bellissima immagine d'un treno che dovrebbe finalmente consentire ad una bimba di partire per un viaggio meraviglioso. Ma da sola non sa salire sul treno: perché tardano i suoi genitori?
ALLA STAZIONE 514
Mi sento come bimba alla stazione:
ansiosamente aspetta i genitori
per esser caricata su quel treno!
Non vengono ed il treno ora si avvia...
Ancora aspetterò senza rimpianto!
(Oita 11-5-1994)
*
Anche dopo tanti anni di vita religiosa uno ha la sensazione di trovarsi ancora al punto di partenza, tanto si vede circondato da imperfezioni. Se questo può deprimere altri, per Teresa invece diventa fonte di gioia...
DEBOLE E PICCINA 515
Dopo una debolezza in me rientro
senza meravigliarmi e mi ripeto:
ti trovi sempre al punto di partenza!
Con una grande pace me lo dico,
senza tristezza... E trovo così dolce
quest'essere sì debole e piccina!
(Oita 12-5-1994)
*
Teresa stessa in un suo quaderno di appunti ci ha lasciato il ricordo di una predica sull'inferno che deve aver lasciato un vivo terrore in tutte le giovani convittrici. A distanza d'anni, dopo essere passata per tante prove esteriori ed interiori, Teresa si sente sicura. Il dover comparire dinanzi a Dio le infonde ora tanta allegrezza!
IL MIO GIUDIZIO 516
Penso al Giudizio solo con dolcezza.
Anche se Tu dovessi, mio Signore,
rimproverarmi alquanto, sentirei
stessa dolcezza e con letizia andrei
in purgatorio! I giovinetti ebrei
della fornace imiterei, cantando
un cantico d'Amore al mio Sovrano!
(Oita 12-5-1994)
*
Io sono convinto che nessuno di noi, nemmeno se fosse condannato ad una delle morti più orribili sulla terra, potrebbe sperimentare lo stesso abbandono del Cristo sul Calvario. Quel grido del Figlio stesso di Dio: "Padre, perché mi hai abbandonato?" condensa il dolore più acuto che mai si possa immaginare...
Teresa si sente consolata dalla presenza materna di Maria e pertanto incarica Lei di farsi latrice di un messaggio strettamente confidenziale...
ASPETTERO' 517
Il Re dei Cieli volle che sua Madre
bevesse sino in fondo del dolore
al calice amarissimo... Davvero
patir amando è l'unica mia gioia!
O Vergine, ripeti al tuo Figliolo
che tutto può riprendersi e lasciarmi
nell'abbandono, il Volto suo celando...
Io l'aspetterò senza esitare
sino al beato giorno che la Fede
vedrò lasciare il posto al gaudio eterno!
(Oita 12-5-1994)
*
La successiva poesia non è mai stata scritta dalla Santa: è stata soltanto formulata a voce ad una delle sorelle dopo una notte insonne. E' l'ultimo sforzo poetico di Teresa: lei stessa ne rimane meravigliata! Ma in un certo senso il motivo c'è. E' il 16 luglio del 1897: la Vergine stessa del Carmelo deve aver sicuramente aiutato Teresa a raccogliere tutte le forze poetiche che ancora le rimangono. E' un toccante grido d'Amore al Signore eucaristico!
OSTIA CANDIDA 518
Signore, che l'estrema piccolezza
conosci di quest'alma, non disdegni
di prendere dimora nel mio cuore,
che Te soltanto brama e dice: Vieni,
candida Ostia, viatico d'Amore!
(Oita 13-5-1994)
*
Ripenso sovente a quanto deve essere passato nell'animo del Signore nell'attimo in cui si stampava sulla sua gota il bacio traditore di Giuda... Quanto amore riversato invano su quella creatura!
Sono tante le delusioni della vita... A volte si vede una persona veramente inattaccabile, nel senso che sa rialzarsi nonostante le ripetute sventure. Ma ad un certo momento però anche per lei avviene il tracollo: è la classica goccia che fa traboccare il vaso...
Qual'è il segreto che consente a Teresa di conservare una pace inalterabile?
PACE PROFONDA 519
O cuore impenetrabile alle cose
ed alle creature, sempre colmo
di quel divin volere che ti dona
nell'intimo la pace più profonda...
(Oita 13-5-1994)
*
Il più squisito amore fraterno sa sempre estrarre un sorriso che dice più di molte parole! Per Teresa la dedizione migliore è sempre quella evangelica, che sa celare persino alla sua sinistra l'operato della sua destra. Ed ecco perché ella ama donarsi all'insaputa della stessa persona beneficata!
ALL'INSAPUTA 520
In Cielo non s'incontrano gli sguardi
indifferenti e freddi della terra...
Tutti si sentiranno debitori
del bene ricevuto all'insaputa.
E' bello questo darsi dell'Amore
che cela con tenacia volto e nome,
né cerca la terrena ricompensa!
(Oita 13-5-1994)
*
Una delle preghiere più corte è quella che si recita quando si implora per i defunti l'eterno riposo. Se la vita è una fatica, quanto ci attende nell'aldilà deve essere un vero riposo, supposto che uno imbocchi la porta del ... Paradiso! Ma a Teresa quest'idea del riposo non è molto congeniale: il sapere che tanta gente ancora ignora il messaggio di salvezza o addirittura vi si oppone non le permette affatto di riposarsi. Ed ecco pertanto come rendere più operoso il riposo eterno: si dà una nuova missione!
LA MIA MISSIONE 521
Volge al tramonto ormai la vita mia
ed il riposo eterno già intravedo...
Eppur non si rassegna questo cuore,
ebbro d'Amore! Finché sulla terra
anime ci saranno da salvare,
tregua non mi darò . La mia missione
continuerò finché il solenne annuncio,
che degli eletti il numero sancisce,
non colmerà di gioia questo cuore!
(Oita 13-5-1994)
*
Edith Stein, ponendo fine alla notturna lettura dell'Autobiografia di S. Teresa d'Avila, esclama convinta: "Questa è la Verità!". E la sua esistenza cambia completamente rotta.
La piccola Teresa da sempre è vissuta all'ombra dell'unica Verità, il Cristo Signore. In un certo senso si sente privilegiata, non avendo conosciuto le tenebre dell'errore. Eppure sul finire della vita, quanto buio nel suo cuore! Il maligno tenta di farle credere d'essere stata abbandonata da Dio, d'aver speso inutilmente la sua vita inseguendo uno spettro... Ma non c'è menzogna che possa resistere al luminoso sguardo della Verità in persona!
LA VERITA' 522
Pilato che rifiuti d'ascoltare
l'unica Verità ...Nella mia vita
t'ho sempre supplicato, mio Signore,
di farmi amare tutto e solo il vero!
(Oita 13-5-1994)
*
E' risaputo il grande amore che lega Teresa al suo padre spirituale, San Giovanni della Croce. Ebbene, proprio alcuni suoi versi stupendi rendono alla perfezione quelli che saranno gli attimi finali di Teresa sulla terra!
LA MIA TELA 523
"Rompi la tela a questo dolce incontro"...
Quanto m'è familiare questo verso
che nitida dipinge la mia morte!
Non si consumerà della mia vita
la tela... Dall'Amor sarà squarciata!
(Oita 15-5-1994)*
*
Io credo che Teresa, pur così sofferente in quasi tutto il corpo, abbia conservato nella sua interezza un udito finissimo. Deve forse aver colto il commento pungente di una consorella, piuttosto seccata che si concedessero tanti lussi all'inferma (in questo caso una bevanda gustosa). Teresa sembra dialogare con l'ignaro bicchiere là sul comodino...
AMARA MEDICINA 524
Bicchiere che la vita mia condensi...
Pensano tutti che tu sia ricolmo
di delizioso e mitico liquore!
M'invidiano vedendo sorseggiarlo...
Non sanno nulla della medicina
amara che contiene, né il mio volto
tradisce la sgradita sensazione.
Da tempo ha questo cuore l'arte appresa
di trasformare in gioia l'amarezza!
(Oita 15-5-1994)*
*
E siamo giunti al termine: come Elia montando sul carro di fuoco fu sottratto allo sguardo di Eliseo, così Teresa si congeda da questa terra con parole che tutti vorremmo aver la forza di pronunciare sul nostro capezzale: "Mio Dio, ti amo!".
FUOCO CELESTE 525
Amor, fuoco celeste,
tu sempre mi consumi!
Né il vivere o il morire
mi possono rapire
questa profonda gioia
d'amar sol Te, Signore!
(Oita 15-5-94, Ascensione), Padre Nicola Galeno
*
E' così terminato questo nostro breve "Tour de France" spirituale. Nella sua bontà la vincitrice ci porge la maglia gialla dicendo: "Coraggio: ora tocca a te! Non devi dire: “Ho paura, perché son solo"! Non è mai solo chi ama Dio"!.
Cara piccola Teresa, non sembra nemmeno vero che siano passati cent'anni da quando tu tagliasti vittoriosamente il traguardo: c'è ancora tanta freschezza attorno a te!
Davvero il messaggio dell'Amore non conosce stanchezza: il suo profumo continuerà ad attrarre tanti! Si realizzerà allora il detto del Profeta Isaia: "Ecco il nostro Dio; in lui abbiamo sperato perché ci salvasse; questi è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza.".(Is 25,9)
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P. Nicola Galeno, Missionario carmelitano scalzo in Giappone
Oita 22-7-1997
* I numeri che compaiono sulla destra di ogni poesia si riferiscono all'ordine cronologico di composizione.
L'apostolo del Rosario di Pompei, sarà Santo Bartolo Longo, il fondatore del Santuario di Pompei - illustrazioni e didascalie poetiche di Padre Nicola Galeno OCD
L’apostolo del Rosario di Pompei
Bartolo Longo è sinonimo internazionale della Madonna di Pompei. Vissuto tra la metà dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, pugliese di Latiano, quello che diventerà un apostolo del Rosario vive una prima fase della vita con un disagio interiore molto acuto. Durante gli studi di Giurisprudenza a Napoli si avvicina per qualche tempo allo spiritismo per poi ritrovare la fede grazie all’aiuto di alcuni sacerdoti. Si accende in lui il desiderio di promuovere opere di carità e diventato amministratore dei beni della contessa Marianna Farnararo, rimasta vedova con cinque figli piccoli, lavora perché la gente povera che viveva sui terreni della nobildonna nella Valle di Pompei abbia una esistenza più dignitosa. Nel 1875 porta a Pompei una immagine della Madonna e nel 1876 avvia la costruzione del santuario destinato a diventare luogo di culto mondiale, consacrato alla Madonna del Rosario il 7 maggio 1891. Bartolo Longo sposa la contessa e insieme donano la proprietà del santuario a Leone XIII, che ne lascia ai coniugi l’amministrazione. Per il futuro beato è l’inizio di una nuova vita di totale devozione alla Vergine, che esercita anche con un intenso lavoro di scrittura e diffusione di libri, opuscoli e riviste. Muore nel 1926, Giovanni Paolo II lo eleva agli altari nel 1980.
Per questo, nonostante le sue precarie condizioni di salute, il Santo Padre Francesco ha deciso di convocare un Concistoro che riguarderà la canonizzazione di Bartolo Longo e quella del Beato Giuseppe Gregorio Hernández Cisneros, meglio conosciuto come il “medico dei poveri”.
Lo rende noto oggi la Sala Stampa della Santa Sede, riferendo dell’udienza concessa ieri al card. Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, e a mons. Edgar Peña Parra, sostituto per gli affari generali, per autorizzare il Dicastero delle cause dei santi a promulgare i decreti riguardanti nuovi santi e beati.
Bartolo Longo, originario della diocesi di Oria dove l'attuale prefetto del Dicastero delle cause dei santi, il card. Marcello Semeraro è stato vescovo dal 1998 al 2004, è stato il fondatore e benefattore del Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei, consacrato alla Fraternità laica di San Domenico. Fu beatificato da Giovanni Paolo II il 26 ottobre 1980.
Ho avuto questa bella notizia da Padre Nicola Galeno, che mi ha inviato una serie di poesie e disegni da lui realizzati per in bambini, in ricordo del presto Santo Bartolo Longo.
lunedì 24 febbraio 2025
domenica 23 febbraio 2025
LA MILITARIZZAZIONE DELLA POLITICA OSSIA LA POLITICA MILITARIZZATA di Padre MAURO ARMANINO
La militarizzazione della politica ossia la politica militarizzata
In vari stati dell’Africa Occidentale (e non solo) i militari sono al potere e la militarizzazione della politica che scaturisce da questo binomio dipinge dell’inconfondibile colore kaki le foto di famiglia di ministeri, governi e istituzioni. L’avvenuto colpo di stato alla politica non nasce affatto per caso perché si è estesa l’applicazione del molto citato detto di Carl von Clausewitz ...‘ La guerra non è, dunque, solamente un atto politico, ma un vero strumento della politica, un seguito del procedimento politico, una sua continuazione con altri mezzi’. Nella nostra epoca hanno apparente vinto i guerrafondai, i fabbricanti di armi e di guerre perché alla base l’economia si è ridotta ad un campo di battaglia. La politica che avrebbe dovuto orientarla al servizio del bene comune ha scelto di camuffarsi come sua ancella obbediente e sottomessa. Con una democrazia schiava del denaro il fascino delle divise dei colonnelli e generali è quasi irresistibile per chi si è sentito tradito da avidi politici corrotti.
La militarizzazione della politica pervade la società e il quotidiano vivere. Non casualmente i cittadini sono chiamati o destinati a trasformarsi in soldati, pronti a dare tutto per la patria così come immaginata o declinata dai militari. Anche il tempo si militarizza e, ovviamente, negli stati che hanno rovesciato i regimi civili o sostituito quelli militari, si parlerà di transizione, rifondazione, rigenerazione o di un’altra storia che comincia. I regimi militari, ‘obbedienti’ al volere del popolo si prendono un mandato di 5 o più anni (rinnovabili) per ridefinire il quadro ideale di uno stato finalmente e definitivamente sovrano. Ancora il popolo, ostinato, farà di tutto perché la giunta militare al potere possa presentarsi alle future elezioni che, con tutta probabilità, saranno, libere, trasparenti e inclusive. Tutto sarà finalmente nuovo perché quanto fatto finora non era che volgare politica di arricchimento personale e di demolizione delle prerogative dello Stato.
Nondimeno ciò che si militarizza di più è il pensiero. Dalle parole al pensiero non c’è che un passo perché il pensiero usa le parole e le parole creano e definiscono il pensiero. Un pensiero militarizzato è quello che immagina il mondo e la società a forma di caserma dove tutto è sotto controllo gerarchico. Tra il ‘ministero della difesa’ e il ‘ministero della verità’ il passo è breve e si passa dall’uno all’altro con la conseguenza che la lettura della realtà assomiglia più ad un monolite che a un rivo che scorre secondo il terreno che incontra. Una sola lettura e dunque un’unica strategia, quella che il pensiero militarizzato avrà concepito e che la scontata adesione del popolo renderà effettiva. Con l’assentimento del popolo i militari al potere saranno auto promossi generali e uno di loro avrà il titolo di presidente della repubblica. Un’amnistia è proposta per chi perpetrato il ‘golpe’ mentre il presidente esautorato è ancora prigioniero nel palazzo presidenziale. Il pensiero militarizzato abbisogna di un nemico per ogni circostanza. Bene ricorda il saggio filosofo cinese Xunzi...’ il re è una barca e il popolo è l’acqua. L’acqua può sorreggere la barca e l’acqua può rovesciare la barca'.
Mauro Armanino, Niamey, febbraio 2025
martedì 18 febbraio 2025
Ciclo sul Beato Angelico (Fra’ Giovanni da Fiesole, 1395-1455) foto e didascalie poetiche di Padre NICOLA GALENO OCD
DAVANTI ALL'ANNUNCIAZIONE DEL BEATO ANGELICO 2385
Calme pennellate sovra il muro
sanno immortalare quell'incontro
tra la giovinetta immacolata
ed il messaggero premuroso...
L'universo intero si raccoglie
e contempla estatico il sorriso
della giovinetta inabissata
nel mistero dell'Incarnazione!
(Oita 9-2-1996) , Padre Nicola Galeno
L’ANNUNCIATA 15556
Vergine, sol un’alma immacolata
poteva al Salvator offrir dimora
facendogli scordar il nostro errore...
(Ferrara 16-11-2009), Padre Nicola Galeno
L’ANNUNCIAZIONE 15557
Vergine, ti s’illumina la storia:
l’error d’Adamo ed Eva si poteva
soltanto riscattare con l’assenso
di un’alma posseduta dal Signore...
(Ferrara 16-11-2009), Padre Nicola Galeno
LA NATIVITA’ 15558
Dinanzi a questi pochi testimoni
si compie il gran mistero della storia:
il Figlio dell’Altissimo s’incarna!
(Ferrara 16-11-2009), Padre Nicola Galeno
NOLI ME TANGERE 15559
Furono gli occhi presi alla sprovvista
dal portamento nobile... La voce
è quella inconfondibil del Maestro!
(Ferrara 16-11-2009), Padre Nicola Galeno