martedì 30 marzo 2021
VOLTO D'AMORE di UMBERTO DRUSCHOVIC
lunedì 29 marzo 2021
IN MEMORIA DI Sr, M. IMMACOLATA di Gesù Re d'Amore
Ricordo che l’anno scorso, molto prima del suo 100° compleanno, mi aveva chiesto un dono: non fare nessuna festa per quel suo compleanno così particolare, perché desiderava ringraziare il Signore nel silenzio, come la Madonna. In effetti, il giorno del suo 100° compleanno eravamo in ‘lockdown’ e, dopo la preghiera del Rosario, ricevette soltanto l’affettuoso augurio delle consorelle, un canto e qualche caramella...
Poi Sr. Immacolata ha vissuto un altro anno con alti e bassi: solitamente lucida, intenta a pregare l’Ufficio e a leggere; talvolta assopita o un po’ confusa. Ma tutto: preghiera, sofferenza, momenti di confusione, disagio di dover essere accudita… tutto è stato da lei offerto e consegnato al Signore, con il desiderio di essere missionaria e annunciatrice del Vangelo.
Desiderio che la abitava fin da quando entrò in convento, prima di aver compiuto i 20 anni, il 2 gennaio 1940. Alla domanda: “Quali sono i motivi che la spingono a consacrarsi a Dio?” (contenuta nel questionario consegnato alle aspiranti), rispondeva: “Perché lo amo e voglio farlo amare”.
Sr. Immacolata emise la Professione religiosa il 3 ottobre 1942 e, conseguito il diploma, insegnò per tre anni nella scuola dell’Infanzia di Bergoro (Va). Nel 1948 fu chiamata a collaborare con la Maestra delle Novizie per trasmettere alle giovani, che desideravano consacrarsi al Signore, la sua stessa determinazione nel dare tutto per la diffusione del Regno di Dio.
‘Missionaria’ ed evangelizzatrice fu poi, dal 1954 al 1959, nella nuova fondazione di Adria (Ro), città molto segnata dall’alluvione del Polesine, dove la testimonianza sua e delle consorelle risultò particolarmente luminosa e autentica e suscitò numerose vocazioni.
Nell’ottobre 1959 fece parte del primo gruppo di cinque ‘missionarie ad gentes’ della Congregazione, in partenza per il Madagascar (chiamate dai Padri Gesuiti, fra i quali Sr. Immacolata aveva un fratello maggiore di due anni, P. Anselmo). Fu Superiora della prima comunità malgascia, Ilanivato, fino al 1970, quando assunse l’incarico di Maestra delle Novizie.
Nel 1977 partì per annunciare il Vangelo a Baoro, comunità fondata appena due anni prima nella Rep. Centrafricana, e vi rimase fino al 1983 quando rientrò definitivamente in Italia “lasciando in Africa un pezzo del suo cuore”, come ripeteva spesso.
Tornò per due anni ad Adria, poi fu Superiora in un’altra comunità ‘di frontiera’, nel quartiere CEP di Palermo. Quando la comunità fu chiusa, nel 1992, Sr. Immacolata fu trasferita a Bergoro. Nominata Superiora e poi economa, lasciò la comunità nel 2006: rimase tre anni a Torino “S. Teresina”, seminando ancora la Parola di Dio attraverso le parole buone e la testimonianza discreta offerte in parrocchia e tra le famiglie degli alunni della Scuola dell’infanzia. Poi il trasferimento in Casa Gene-ralizia, per dedicarsi completamente alla preghiera, allo scambio sobrio nella vita fraterna, alla lettura, all’offerta dignitosa e serena della propria sofferenza e anzianità.
Ringrazio Sr. Immacolata per la sua testimonianza solida e autentica. Le chiedo di continuare a intercedere per la sua Famiglia religiosa, per la Chiesa, per le vocazioni, per i suoi nipoti, per il personale e le Sorelle di Casa Generalizia che l’hanno assistita. Noi offriremo per lei la preghiera del Rosario. Mercoledì 31 marzo sarà celebrata l’Eucarestia in suo suffragio nel Noviziato di Torino. Giovedì 1° aprile, Giovedì Santo, alle ore 9.00 Sr. Immacolata lascerà la Casa Generalizia e sarà accompagnata nel cimitero monumentale di Torino, dove sarà sepolta accanto alle Sorelle.
Torino, 29 marzo 2021
domenica 28 marzo 2021
sabato 27 marzo 2021
DEMOCRAZIE DIVINE NEL SAHEL di Padre MAURO ARMANINO
Democrazie divine nel Sahel
Il prossimo 2 aprile Mohamed Bazoum sarà investito della funzione presidenziale e presterà il rituale giuramento di fedeltà alla Costituzione della Repubblica. Il settimanale governativo ‘Sahel Dimanche’ del 26 marzo 2021, non lascia alcun dubbio sulla giovane democrazia nigerina. ‘Allah il Sommo, incorona re chi vuole tra le sue creature, eleva e abbassa chi vuole’ (Sura 3, versetto 26). E poi continua, applicando con coerenza alle ultime elezioni l’affermazione precedente…’Si dice comunemente che l’uomo propone e Dio dispone. I nigerini, appassionati di pace e di giustizia, avevano sperato che Allah il Potente scegliesse un presidente per il Niger e il suo popolo, che faccia in modo che le elezioni si svolgano nella tranquillità e il Signore sembra abbia esaudito questa preghiera, designando Mohamed Bazoum come Presidente della Repubblica. I decreti divini sono irrevocabili e gli uomini non possono che inclinarsi davanti a loro’…
Per l’autore dell’editoriale la sorpresa viene dall’attitudine del perdente, Mahamane Ousmane, già presidente delle Repubblica e deposto da un colpo di stato militare a Niamey nel 1996 dopo tre anni di esercizio. Golpe che avrebbe portato al potere il generale Ibrahim Baré Mainassara. Ci sarebbe da domandarsi se, in questo caso, i puchisti che hanno rovesciato il primo presidente democraticamente eletto nel Niger, hanno peccato contro la volontà di Dio che aveva scelto Mahamane Ousmane. Oppure si presume ci sia stato un cambiamento di regime divino che avrebbe ‘esautorato’ l’eletto per favorire chi ha preso il potere con le armi e che, drammaticamente sarebbe stato ucciso dalla sua guardia presidenziale appena tre anni dopo…Vediamo dunque che l’aspetto divino, se preso sul serio, appare come variabile molto dipendente degli interessi della classe o del ceto dominante in quel momento particolare della storia.
L’attuale Costituzione della settima Repubblica sancisce la separazione tra lo Stato e la religione…, infatti all’articolo 8 si legge…’ La Costituzione vieta la discriminazione religiosa e prevede la libertà di religione e di culto compatibili con l’ordine pubblico, la pace sociale e l’unità nazionale. Prevede la separazione tra lo Stato e la religione e vieta i partiti politici a carattere religioso’. Tutto chiaro, come sempre, sulla carta, sia pure essa ‘Costituzionale’, perché come sappiamo, qui come altrove, il ruolo della religione come ‘garante’ del sistema non lascia alcun dubbio. L’affermazione del giurista, filosofo e politologo tedesco Carl Schmitt, che i concetti di base dello stato moderno non sono altro che teologia politica, si conferma tuttora e sotto varie latitudini. La religione, intesa come ‘legame’ con il Trascendente e allo stesso tempo insieme di pratiche e comportamenti, è da sempre costitutiva dell’istituzione di potere fondante della politica.
In vari Paesi del Sahel, innegabilmente marcati dalla religione islamica, chi governa non potrà prescindere dall’appoggio, esplicito o implicito, della religione e soprattutto dei leader religiosi. Il connubio tra principi religiosi e gestione concreta del potere, specie dove l’ispirazione ai libri religiosi diventa vincolante, non può non rivelarsi problematico. L’antica lotta tra potere secolare e potere spirituale che l’Occidente ha conosciuto, sofferto e tentato di risolvere con la ‘laicità’, in questa parte del mondo non è risolto, se non a livello di principi costituzionali ispirati dalla giurisprudenza occidentale. Di fatto si nota una non adeguazione tra lo spirito della Costituzione e la traduzione nel quotidiano politico dello Stato. L’autonomia dello Stato, le istituzioni e il pensiero politico rispetto ai dettami normativi della religione è puramente teorica. Solo questo spiega la riflessione ‘teologico-politica’ del giornalista pubblicata nel settimanale citato.
Vorrebbe dire che Dio, in quest’ottica, diventerebbe complice o autore dei mandati ‘eterni’ di vari presidenti africani e delle dinastie che hanno accaparrato e confiscato il potere per intere generazioni. Significherebbe credere in un Dio che, tramite le regolari elezioni, più o meno di sabbia, prende partito, appoggia, conferma e in definitiva ‘governa’ un popolo tramite il suo ‘eletto’! Implicherebbe dunque il delitto di ‘sacrilegio’ o perlomeno di ‘insurrezione teologica’ contestare il risultato delle elezioni e rivendicare un altro tipo di gestione del potere. Vorrebbe dire, in definitiva, che la democrazia è ‘divinizzata’ e che ogni tentativo di rettificazione o di riforma della stessa, andrebbe contro la volontà di Dio. De-divinizzare la politica, rispettare la sovranità del popolo e liberare la nostra immagine di Dio è un cammino da seguire.
Mauro Armanino, Niamey, 28 marzo 2021
ESEQUIE FUNEBRI DI PADRE GABRIELE MATTAVELLI - foto di Padre Nicola Galeno
Oggi, 27 marzo 2021, si sono svolte le esequie funebri di Padre GABRIELE MATTAVELLI, per l'ultimo saluto dai suoi confratelli religiosi e dai parrocchiani del Santuario dedicato a Santa Teresa del Bambino Gesù a Legnano (MI), alle ore 10.
Padre Nicola Galeno, fotografo d'eccezione, mi ha inviato tutti gli scatti eseguiti durante la funzione. Erano troppi, così mi sono permessa di selezionarne un buon numero, per le parti che più mi parevano idonee per ricordare il Padre che è stato di ampie vedute, poiché durante il suo mandato quale Parroco, ha voluto fortemente, come diceva Vittorio Alfieri, la Casa della Carità - Mensa dei Poveri, e la Casa di Tutti, ovvero un nuovo oratorio per i ragazzi e le famiglie. E ora queste due realtà restano a suo perenne testimonianza.
È stato per lungo tempo anche missionario in Camerun. E lì si è preso cura dei lebbrosi e dei carcerati oltre che della realtà della Missione carmelitana.
Ci sarebbe molto d'altro ancora da dire su Padre Gabriele, per esempio che è stato un pastore attento e premuroso della Parrocchia a lui affidata, così come amico e confidente per molte persone. Religiosi e laici lo ricordano con grande affetto, me compresa, dal quale ho ottenuto comprensione, ottimi consigli e ha così rappresentato per me una guida sicura nell'ambito spirituale e umano.
Non ti dimenticheremo mai, Padre Gabriele!
Qui sotto il link del video della celebrazione esequiale