Ciclo di Parafrasi liriche sul Mistero del Natale di Edith Stein
Siamo in Germania nel 1931
e la Professoressa Edith Stein,
battezzata nove anni prima,
compone dietro richiesta
questo trattatello sul
MISTERO DEL NATALE,
pubblicato solo dieci anni dopo la morte avvenuta nel 1942.
Io ne venni a conoscenza nel 1975
quando diventai confessore ordinario
del nostro Monastero di Bologna
e per me rappresentò una vera scoperta.
Ora a quarantacinque anni di distanza
durante questo confino a causa della pandemia
mi sono deciso a mettere in versi
alcune tra le pagine più salienti:
la poesia ha il pregio di imprimere meglio tutto nel cuore.
Per ora pubblico solo tredici lirici scorci,
corredandoli con immagini mariane.
Mi sembrano il miglior invito a festeggiare il Natale.
(Sacra Conversazione, Andrea Previtali) |
PRIMI FIOCCHI
Quando i giorni divengono più corti
e vedono cader i primi fiocchi,
quantunque ancora timidi e sommessi
affiorano i pensieri del Natale.
E’ questa una parola che irraggiare
un misterioso fascino ben sa!
Il cor difficilmente può sottrarsi.
Pur chi professa fede differente
oppur non crede al fatto di Betlemme
invogliato si sente a preparare
questa festa con luci giubilanti.
Un caldo flusso d’amor già da tempo
sembra inondar tutta quanta la terra.
E’ festa dell’amor e della gioia
e verso questa stella accorron tutti!
(La Sacra Famiglia, Michelangelo)
DAVANTI AL PRESEPE
Per il cristiano cattolico serba
la festa un contenuto assai profondo.
Viene da quella stella lui guidato
davanti all’umil greppia, che presenta
il Bambinello portator di pace.
L’arte cristiana ce lo pone innanzi
agli occhi con immagini soavi,
mentre risuonan melodie antiche
pervase dall’incanto dell’infanzia.
(Madonna con Bambino ed Angeli, Masaccio)
SANTA ED ARDENTE NOSTALGIA
Chi vive con la Chiesa l’atmosfera
caratteristica dell’Avvento avverte
una santa ed ardente nostalgia.
Il canto del Rorate e delle antiche
solenni profezie dissetare
sa il core bisognoso di salvezza.
Irripetibil gaudio sperimenta
sentendo alfin l’annuncio risuonare:
“Oggi saprete che il Signore viene.
Domani voi vedrete la sua gloria!”.
Gli alberi di Natale si riveston
di luci. Già si scambiano dei doni
e quando a mezzanotte la campana
annuncia l’avvenuta Incarnazione
un sommo appagamento il cor ricolma.
(Madonna col Bambino, Simone Martini)
PARAMENTI DI FESTA E DI LUTTO
Sembri indimenticabile davvero,
felicità del Natale. Purtroppo
ancor oggi la terra e il ciel non sanno
unirsi in una dolce realtà.
Continua quella stella di Betlemme
a brillar nella notte tenebrosa.
All’indomani del Natale stesso
i bianchi paramenti della festa
deve deporre la Chiesa, scegliendo
il color rosso del sangue ed al quarto
giorno pur quello violetto del lutto…
Il protomartire Stefano e i bimbi
lattanti di Betlemme e di Giudea
vennero massacrati dalle mani
rozze di quei carnefici ed or sanno
stringersi attorno al Bimbo del presepe.
Come non chiedersi il significato
di tutto ciò? Dov’è finito il gaudio
delle schiere celesti e la silente
beatitudin della Notte Santa?
Dov’è la pace in terra, che augurata
fu agli uomini di buona volontà?
Non tutti son di buona volontà…
(Madonna col Bambino, Marco d’Oggiono)
LUCE E TENEBRE
Dalla gloria del Cielo si dovette
muover il Figlio dell’eterno Padre
perché il mistero dell’iniquità
aveva avvolto tutta questa terra…
Le tenebre sapevan ricoprirla.
Lui volle illuminarle, ma incontrò
la loro incomprensione. Sol a quanti
l’accolsero portò con la sua luce
pure la pace col Padre celeste:
pace interior e profonda del cuore.
Ai figli delle tenebre portò
solo la spada. Lui rimane pietra
d’inciampo contro cui urtare voglion,
ma sempre poi finiscon per schiantarsi…
E’ questa verità sì seria e grave
che neppure l’incanto del Bimbetto
in quella mangiatoia celar deve
al nostro sguardo. Strettamente uniti
son i misteri dell’Incarnazione
e del male. Alla luce che discende
dal ciel s’oppone cupa ed inquietante
la notte del peccato. Il Bambinello
protende le manine: col sorriso
sembra predire quanto poi da adulto
proferirà: “Venite a me, voi tutti,
che vi sentite oppressi e affaticati!”.
Alcuni seguiranno quell’invito
sull’esempio dei poveri pastori,
che al risuonar dell’angelico annunzio
risposero ricolmi di fiducia!
(Madonna in gloria, Maestro di Moulins)
LA RUGIADA DELLA GRAZIA
Sui pastori e sui Magi dell’Oriente
le manine del Bimbo riversaron
la copiosa rugiada della grazia.
Essi provaron gioia sconfinata.
Sanno le mani dar e domandare.
“Sapienti, deponete questa vostra
sapienza e diventate come i bimbi
semplici. Voi, monarchi, vi dovete
disfare di corone e di tesori
per umilmente inchinarvi dinanzi
al Re dei re. Prendete senza indugio
su voi tutte le pene e sacrifici
richiesti per servirlo degnamente!
IL DONO DEGLI INNOCENTI
Il Bimbo par ripeter ai bambini:
“So che da parte vostra non potete
ancora fare nulla. Prendo allora
la vostra tenera vita ancor prima
che sia propriamente cominciata.
Non v’è modo migliore d’impiegarla
che sapendola offrir in sacrificio
per il Signore stesso della vita!”.
(Madonna in trono, Maestro di Badia a Isola)
“SEGUIMI”
Son queste le parole indirizzate
dal Cristo a quel discepolo, che amava.
E questi lo seguì senz’attardarsi
nel chiedere: “Ma dove, a quale scopo?”.
Abbandonò la barca di suo padre,
andando dietro al Cristo per le strade
da lui percorse, e finì sul Calvario.
Pur Stefano sentì lo stesso invito.
Accettò di lottar contro il potere
delle tenebre e lor sostenitori,
con le parole e col sangue sapendo
testimone del Cristo diventare.
Lo seguì nello spirito d’amore,
che combatte il peccato, eppure sa
amar il peccatore; che intercede
per l’omicida all’atto di morire.
(Madonna del roseto, Botticelli)
FIGURE LUMINOSE
Sono tutte figure luminose
quelle che s’inginocchiano dinanzi
all’umil mangiatoia: son i bimbi
teneri ed innocenti, son pastori
ricolmi di fiducia, sono re
umili, sono Stefano e Giovanni.
Di fronte a loro sta solo la notte
degli induriti ed accecati cuori,
rappresentata da scribi ed Erode.
Di fronte al Bimbo nella mangiatoia
si dividon gli spiriti. Lui resta
il Re dei re, signore della vita
e della morte. Ancora lui ripete:
“Seguimi!”. Chi non è per lui si schiera
contro di lui. Stessa cosa pronuncia
verso di noi, ponendoci di fronte
all’ardua decisione: noi dobbiamo
optare per le tenebre o la luce.
(Madonna con Bambino ed Angeli, Bicci di Lorenzo)
SCAMBIO MIRABILE
Dove il divino Bambino ci voglia
condurre sulla terra resta sempre
un mistero per noi, che non dobbiamo
far anzi tempo domande al riguardo.
Una cosa sappiamo: tutto quanto
sa in bene ridondare per coloro,
che sono veri amanti del Signore!
Le vie per le quali ci conduce
sanno andar al di là di questa terra.
O mirabile scambio! Il Creatore
con l’assunzione d’un corpo mortale
la sua divinità ci conferisce!
Venne per questo quale Redentore.
Figlio degli uomini lui diventò
per farci divenir figli di Dio!
Uno di noi aveva lacerato
il nesso di divina figliolanza.
Uno di noi doveva riannodarlo,
effettuandone il giusto pagamento
in seguito al peccato, ma nessuno
della progenie inferma e imbastardita
era in grado di farlo. Si doveva
sovra d’essa innestar un ramoscello
nuovo, nobil e sano. Uno di noi
non solo lui divenne: volle andare
oltre sapendo infatti diventare
unica realtà con tutti noi!
(Madonna col Bambino, Giovan Antonio Boltraffio)
IL CORPO MISTICO DI CRISTO
La meraviglia del genere umano
consiste in ciò: siamo un’unica cosa!
Se ciascuno di noi vivesse accanto
agli altri come autonomo, di certo
la caduta dell’uno non avrebbe
pure quella degli altri comportato.
D’altra parte chi avesse poi potuto
pagare per la nostra espiazione
addebitandoci tutto il suo prezzo,
la sua giustizia mai avrebbe visto
trapassare a favor dei peccatori.
Venne Gesù per divenir un corpo
misterioso con noi: lui come capo
e noi come sue membra. Se mettiamo
le nostre mani in quelle del Bambino
divino rispondendo ai suoi appelli,
allor saremo suoi. Per noi si schiude
la porta della vita sua divina!
(Madonna col Bambino, Anonimo senese del secolo XIV)
LA VITA DIVINA IN NOI
Inizia in noi la vita sua divina,
quantunque ancor non possa diventare
contemplazion beata nel fulgore
della gloria. Persiste infatti ancora
l’oscurità della fede. Comunque
si tratta d’esistenza, che già sente
d’appartener al Regno dell’Eterno.
Questo regno iniziò quando la santa
Vergine pronunciò il beato assenso,
che serva seppe renderla del regno.
E servi diventaron pure quanti
prima e dopo la nascita del Cristo
seppero professar la fede in lui
con azioni e parole: San Giuseppe,
Elisabetta, suo figlio, coloro,
che circondavan quella mangiatoia.
Tutti poteron entrar in quel Regno!
OSSERVANZA DEI COMANDAMENTI
Essere figlio di Dio comporta
di camminare dandosi la mano,
facendo il suo voler e non il nostro,
nelle sue mani ponendo ogni speme
e preoccupazione senz’affanno
alcuno che riguardi l’avvenire.
Quest’è la base della libertà
e della gioia del figlio di Dio.
Son cose che di raro possedute
vengono pur dalle persone pie
e da chi volle offrirsi eroicamente
a Dio. Puoi vederli sempre chini
camminar sotto il peso dei doveri
e preoccupazioni assai gravose.
Conoscon la parabola dei gigli
del campo e pur degli uccelli del cielo.
Eppur nell’incontrar chi non possiede
beni, pensione od assicurazione
e nonostante ciò va incontro lieta
al suo futuro sanno ritenerla
davvero una persona molto strana.
Mai capiranno la fiducia in Dio!
(Legnano 2-12-2020), Padre Nicola Galeno
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