Biografia di
TERESA GARDI ripresa dal sito Cattolico
SANTI E BEATI
Ciclo su “I fioretti di Teresa Gardi” illustrati
LA VEN. TERESA GARDI
Ridon gli stolti: “Che pensa di fare
costei armata solo d’un Rosario?”.
Ignoran la potenza dell’Amore
filiale, che sorretto da Maria
impregna l’esistenza d’adesione
costante alla Passione del Signore!
(La Chiesa arcipretale di S. Lorenzo venne abbattuta agli inizi del 1800)
(Capo
1°, pagina 1)
Tre nomi
ricevesti, ma dei tre
sovra
Luigia e Baldassarra sempre
prevalse
solo quello di Teresa!
E’ bello
aprire gli occhi a questa luce
terrena,
ricevendo nel contempo
la
rigenerazione spirituale!
SANTA FRENESIA
(Capo
1°, pagina 2)
Nessuno sa capir la frenesia
santa che s’impossessa della bimba.
Non ha neppur sei anni e smania sempre
di fare un salto in Chiesa. Là si bea
di dialogar felice con l’Eterno!
Alfine si capì donde venisse
quel sì precoce assillo: lei godeva
di starsene rapita da quel Cristo,
che scelse l’eucaristica presenza:
per lui sapeva il core gorgheggiare!
IL MOSTRO
(Capo
1°, pagina 2)
Scendendo dalle scale cosa incontra?
Un mostro inverecondo. Sa sfuggirgli,
trovando alfin rifugio sovra il grembo
materno con un pianto assai dirotto.
Neppur la Mamma seppe farsi dire
le ragioni del suo sbigottimento.
Innato era l’orror per le sconcezze!
LA PRIMA VIA CRUCIS 89502
(Capo
1°, pagina 3)
Era soltanto novenne, ma sempre
al pianto lei sapeva abbandonarsi
quando la Via Crucis si faceva.
Troppi sembravan gli orrendi tormenti
cui venne sottoposto il Salvatore.
E questi volle un giorno comparirle
col volto insanguinato: stimolare
la seppe alle future sofferenze!
(Imola, Chiesa dei
Servi: immagine rielaborata
L’ADDOLORATA
(Capo
1°, pagina 3)
Per ben tre volte volle la Beata
Vergine Addolorata a lei mostrarsi,
per confermar le tante sofferenze
che l’attendevan: doveva soltanto
farsi coraggio, perché l’assistenza
divina non sarebbe mai mancato…
INTIMO
DESIDERIO
(Capo
1°, pagina 3)
Struggente
ormai si fa nella bambina
decenne
il desiderio di potersi
comunicar.
Il saggio confessore
ne condivide
la scelta, ma incontra
la netta
opposizione della mamma.
Altro
biennio d’attesa le impone.
Ma nel
frattempo la bimba asseconda
quanto
dal confessore consigliato:
nulla le
vieta d’intensificare
le sante
comunioni spirituali!
PRIMA COMUNIONE
(Capo
1°, pagina 4)
Muore la mamma. Or nulla le impedisce
alfin d’andar incontro al dolce Sposo:
l’attesa seppe solo incrementare
la brama! Le rivela il Salvatore
la mole del patire che l’attende.
Teresa tutto accetta di soffrire
nel corpo e nello spirito, volendo
in tutto il suo Signore compiacere!
CALAMITA
(Capo
1°, pagina 4)
Ormai la Chiesa par la calamita
unica di Teresa: lei nel core
avverte le ammirabili attrazioni
(Imola, Chiesa di S. Lorenzo
immagine rielaborata)
L’ADDOLORATA
(Capo
1°, pagina 5)
Aveva sedici anni quando un giorno
trovandosi in angustie spirituali
volle l’Addolorata supplicare
d’indicarle la strada più sicura
per meglio compiacer in tutto il Figlio.
La Vergine apparendole mostrò
le sette spade infitte nel suo petto.
“Vuoi abbracciare la vita del mondo
oppur veracemente a Lui servire?”.
Palese la risposta di Teresa.
La Vergine concluse: “Tu dovrai
viver a Lui conforme, disprezzare
ogni piacere mondano e portare
croci e travagli sempre sul suo esempio.
Consenti tu di far il sacrificio
totale della tua volontà
e della tua persona, diventando
una sposa di croci e di dolori?
Teresa si dichiara a ciò disposta,
purché dal Ciel le venga garantita
la necessaria efficace assistenza.
Nitida la promessa di Maria:
“Non posso questa figlia abbandonare!”.
(Imola, Chiesa del Carmine)
LA VOCE DI S. TERESA
(Capo 1°,
pagina 6)
Come
scordare quella Comunione
nella
Chiesa del Carmine? Una voce
soave le
sussurra: “Non lasciare
la
Comunione, vincendo gli intralci,
che
vengono frapposti dal demonio.
Tu devi
sempre soltanto bramare
d’essere
posseduta dal Signore!”.
Teresa
sa risponder solo questo:
i suoi
peccati meritan l’inferno,
non il
possesso dell’eterno Bene!
Vuole il
Signor dal mondo distaccarla:
la mette
nella strada del patire
senza
farle mancare l’assistenza
perché
possa con merito soffrire.
Le vien
predetto pure che il demonio
farà di
tutto, pur d’allontanarla
dalla
strada tracciata dal Signore.
Attonita
la giovane domanda
chi
fosse mai per farle un tal discorso.
E’
pronta la risposta. “Sono quella
Teresa
di cui porti il nome santo
e dalla
quale implori protezione.
Fa’
quanto detto senza dubitare!”.
QUANTI INSULTI!
(Capo
2°, pagina 16)
Imola, pure tu conoscer sai
meschini atteggiamenti di quartiere…
Una donna strattona la ragazza,
dicendole: “Non fare la fintona!
Davver inusitata questa voglia
di far la Comunione tutti i giorni.
Cerchi di far la santa inutilmente.
Sai solo le magagne tue celare.
Non tarderà divina punizione!”.
Ma tutto sa Teresa sopportare
in penitenza delle sue mancanze:
il divino voler sempre asseconda!
ACCANIMENTO
(Capo
2°, pagina 17)
Sa il demonio servirsi di vicine
di zona che invidiose dell’afflusso
di bimbi poverelli a quella scuola
davvero casalinga di Teresa
perché venissero tolti, facendo
a lei mancar quel misero guadagno
col quale manteneva la famiglia.
Non contente di ciò fecero pure
dal padrone di casa dar lo sfratto.
La povera Teresa fu costretta
a traslocar in Via Cappuccine
e dei quaranta alunni una decina
soltanto rimaneva all’insegnante!
Davvero sanno andar sempre a braccetto
la diabolica perfidia e quella umana…
LE SOLITE COMARI
(Capo
2°, pagina 17)
Neppure là vien meno la molestia,
che diventare sa persecuzione.
Volevan le comari che la sera
con loro conversasse per godere
il fresco sovra il prato della Rocca.
Teresa ben sapendo che null’altro
sapevan esse far che mormorare,
decisa rispondeva ch’era avvezza
la sera a ritirarsi nella stanza.
Allor cosa facevan le furbette?
La sera s’assiepavan nel cortile,
bussavan alla porta domandando:
“E’ forse ancora in estasi la santa?
Preghi per tutte queste peccatrici,
santa per modo di dir. Sei mangiona!”.
MORTE DELLE GALLINE
(Capo
2°, pagine 18)
Muoiono quasi tutte le galline
d’un inquilino. A chi dare la colpa?
Naturalmente a Teresa! E così
un giorno si presenta alla scuoletta
quell’energumeno: insulta Teresa;
gli scolaretti treman di paura!
Proibisce l’uso stesso del cortile
ai bambinetti, che sono costretti
pure nei giorni afosi a star rinchiusi.
Teresa allor ricorre alla Patrona
Santa Teresa, che sa rincuorarla
a tutto sopportar per il Signore.
PURIFICAZIONE
(Capo
2°, pagina 19)
Volendola purgare dai terreni
affetti perché fosse degna sposa,
il Signor consentì che del demonio
subisse tanti assalti prolungati.
Fu per oltre un triennio tormentata
giorno e notte. Apparivano dei mostri
orrendi che incutevano terrore.
Se Teresa cercava di creare
degno raccoglimento per pregare,
s’udivano non solo dei boati
assordanti; pareva che la casa
crollar dovesse da un momento all’altro
per via di violenti terremoti.
Risuonavano pur tante bestemmie.
Solo rifugio: tornar col pensiero
a tutte le più care devozioni
per contrastar l’assedio tumultuoso.
CHE FETORE!
(Capo
2°, pagina 20)
Essendo il diavol amico del tanfo
d’ogni peccato, colmava la stanza
di nauseante fetore, capace
di toglier il respiro e far morire…
Non furon poche le volte che venne
Teresa spinta a terra con degli urti
oppure addirittura dalle scale
scaraventata giù. La testa poi
sembrava si spaccasse pei dolori.
Era l’intero corpo di Teresa
messo in uno strettoio lancinante…
Pur quel tozzo di pan e sorso d’acqua,
unico nutrimento di Teresa,
venivano dal diavol trasformati
in un’orrenda ed amara vivanda…
Seppur vessata dalle tentazioni
d’impurità del grande seduttore,
seppe Teresa restar illibata!
IL DIVINO ABBANDONO
(Capo
2°, pagina 21)
Quello
stesso Signor, che la voleva
inghirlandar
di celesti favori,
permise
che Teresa rimanesse
come
dalla sua grazia abbandonata.
Giammai
potrò scordare quel suo sfogo:
“Padre,
mi sembra d’esser senza fede,
religione,
speranza e protezione
non solo
in Ciel, ma pur su questa terra.
Un
tormento mortale sperimento…
Se
ricorro al Signore, ributtare
da lui
mi sento. Se provo a pregare
o
compier buone azioni, che freddezza!
Pur
accostandomi alla Comunione,
è come
se sentissi rinfacciarmi
d’esser
indegna di tanta presenza.
Se col
pensiero salgo sul Calvario
per viver
la Passione del Signore,
tutto mi
pare tanto indifferente…
Pur
parlando con lei di tutte quelle
celesti
Verità, che un tempo sempre
sapevan
avvampare questo cuore,
neppur
minimamente vengo scossa…
O Padre
mio, questo purgatorio
non ha
parole per esser spiegato.
Non è
che ancor si celi dentro l’alma
qualche
peccato sfuggito ad entrambi?
Un tempo
al sol pensiero del Signore
arder
d’amore sentivo il mio cuore.
Nel far
la Via Crucis ero avvinta
da
gaudio celestial. Or son di ghiaccio!
SOSPIRANDO E BRAMANDO
(Capo
2°, pagina 22)
Pur oberata da tanti travagli,
Teresa mai lasciò la Comunione,
Via Crucis ed altre devozioni.
Con ansietà chiedeva al Confessore
di consentirle mortificazioni
e nuove penitenze per cercare
di placar quel Signor adirato,
che perdere di vista mai sapeva.
La sua disgrazia avrebbe lei voluto
piangere sempre, soltanto bramando
e sospirando il beato momento
in cui potesse trovar il Signore.
IL DEMONIO SCANZONATO
(Capo
2°, pagina 22)
Par divertirsi il demonio col dirle:
“Perché t’affliggi mai? Ancor non vedi
che fosti dal Signor abbandonata?
Non resta nessun filo di speranza.
Ti sfugge, disprezzando il tuo pregare!
Fa’ pur quello che vuoi: il tuo destino
è finir all’inferno ove potrai
lui bestemmiare per l’eternità!”.
IL DEMONIO SI TRAVESTE
(Capo
2°, pagina 23)
Quel giorno volle il diavol presentarsi
nelle sembianze d’Angelo fulgente.
L’invita a sceglier altro Confessore,
visto che quello attuale già da tempo
sa solo conservarla nell’inganno.
Il sistema di vita che le impone
non s’addice alla sua condizione.
Per questo l’ha il Signor abbandonata!
E’ sì sfacciato il demonio che spesso,
quando Teresa vuol comunicarsi,
le appare in una forma minacciosa,
brandendo quella spada che già sembra
trafiggerla se fa la Comunione.
Teresa non s’arrende ed ubbidendo
al Confessore sa comunicarsi.
CHE SMACCO PER IL DIAVOLO!
(Capo
2°, pagina 24)
Siamo al momento della Comunione.
Teresa già s’avvia come gli altri
ed ecco che il demonio astutamente
vuol persuaderla dell’indegnità.
Il prete s’avvicina già con l’Ostia.
Teresa si ritira e s’incammina
verso l’uscita. Il Signore vegliava
sulla sua serva: la fa ritrovare
inginocchiata sulla balaustrata.
Per non scandalizzare le persone
chiede perdono a Dio e poi si sa
comunicar con tanta devozione!
LO STRANO CONFESSORE
(Capo
2°, pagina 26)
Teresa si stupisce che all’inizio
di quella Via Crucis si avvicini
a lei il Confessor per sussurrarle:
“Lo sai? Dopo un esame molto attento
di tutte le visioni da te avute
debbo concluder che son illusioni,
effetto d’isterismo e più non devi
darti premura di far quanto detto.
Datti alla bella vita come sanno
far tante donne, prenditi gli svaghi
e certamente alfine guarirai!”.
Teresa invoca subito il Signore
e il finto Confessor (era il demonio!)
nel nulla sa svanire per incanto.
LA TREGUA SOSPIRATA
(Capo
2°, pagina 26)
Frate Francesco, serafico Padre,
a che si deve mai l’apparizione
a questa serva tanto tribolata?
“Ti devi, mia figliola, preparare
a pene ben maggiori del passato.
Perciò non farti prender dal terrore.
Ti volli rincuorare, garantendo
tutta la mia paterna protezione!”.
IL SIGNORE ADIRATO
(Capo
2°, pagina 27)
Vuole il
Signor la purificazione
rendere
più incisiva. A lei si mostra
apertamente
adirato, additando
la Piaga
del costato: “Tu purtroppo
non
appartieni all’eletto drappello
di chi
vi trova il riposo e la pace!”.
Si stava
un giorno accostando all’altare
per far
la comunione quando sente
voce
inequivocabil. Il Signore
stesso
le dice: “Vattene di qui!
Chi t’ha
chiamato a questa sacra mensa?
E Teresa
piangendo sa esclamare:
“Signore,
vengo a voi perché all’infuori
di voi
non troverò nessun riparo!”.
Pur
altra volta sembra che il Signore
la
voglia dall’altare allontanare…
“Mille
ragioni avete per scacciarmi,
ma sono
qui condotta solamente
dal mio
Confessor, vostro Ministro!”.
La consapevolezza, che mai più
potrebbe ritrovar il suo Signore,
diventa un’ossessione che le toglie
pure dormendo un attimo di pace.
Sul letto s’inginocchia a più riprese
e per mezz’ora piangendo ripete:
“Dunque non amerò più il sommo Iddio?
Davvero non sarà il mio solo bene?
Signore, quando un tempo mi trovavo
fra penosissime pene sapevi
almeno far la voce risuonare
e questa diveniva il mio conforto.
Non vedi che mi struggo per la brama
di ritrovarvi, mentre voi fuggite?”.
Tante le volte che venne tentata
d’uscir di casa da invisibil forza
per domandar ai passanti: “Sapete
dove si trovi il Signor indicarmi?
Lo cerco giorno e notte ed io languisco,
sentendomi morir per tanta brama!”.
LO STUPORE DEL CONFESSORE
(Capo
2°, pagina 28)
Mi meraviglio che siffatta donna,
priva di un’istruzione basilare,
che ancora non sa scriver e soltanto
libri di devozione leggicchiò,
del Cantico dei Cantici e Salmista
usare possa le stesse espressioni
per indicare tanto suo soffrire…
E’ segno che da lei sperimentati
furon gli stessi gradi d’orazione!
NEGLETTA E DISPREZZATA
(Capo
2°, pagina 29)
Pur dopo
aver invocato il Signore,
la
Vergin ed i Santi protettori,
Teresa
ormai si sente abbandonata,
eppure
non dispera e così prega:
“Voi,
Dio, giustamente mi punite.
E’
l’abbandono tutta colpa mia.
Davvero
mai mi seppi convertire
e so di
meritare mille inferni.
Eppure
lo sapete: sol confido
nei
meriti del sì prezioso Sangue.
Date
benigna occhiata all’infelice
stato di
chi già muore di languore”.
Internamente
il Signore risponde:
“Non hai
considerato il mio patire
in croce
nel vedermi abbandonato
dal mio
celeste Padre, le amarezze
sofferte
dal mio spirito lassù
col
corpo da quei chiodi traforato?”.
(Imola, Oratorio di S.
Maria delle Grazie: immagine rielaborata)
LA VOCE DEL SERAFICO PADRE
(Capo
2°, pagina 30)
Volle Teresa andar all’Osservanza,
venendo da Francesco consolata:
“Sappi, figliola, che al Signore sono
di sommo gradimento solo quanti
soffron tribolazioni sulla terra!”.
VISIONI
(Capo
3°, pagina 32)
Bastava che fissasse il suo pensiero
sulla santa Passione del Signore
perché una forza ignota la sapesse
fuori di sé trasportare: vedeva
davvero meglio ancora che con gli occhi
del corpo ogni momento del Calvario.
Queste visioni unite a esortazioni
sapevan aumentare nel suo cuore
la fiamma dell’Amore per lo Sposo
insieme a un’attrazione più sentita
verso il distacco dal mondo e in aggiunta
verso la pratica delle virtù.
Dopo mezz’ora Teresa tornava
nuovamente in se stessa, eppur restava
il corpo assai spossato ed un sudore
freddo lo inumidiva. Che importava?
Un’invidiabil pace il cor godeva!
(Milano 18-1-2019), Padre
Nicola Galeno
Offerta a Dio preghiera di Teresa
Gardi
Mio Gesù, io non ho che miserie e
non posso offrirvi nulla. Vi offro quindi i meriti infiniti del vostro
Preziosissimo Sangue, i meriti della vostra Santissima Madre, del mio gran
Patriarca S.Francesco e de' miei Santi Protettori. Vi offro anche i meriti di
tutti i Santi e beati Spiriti che vi lodino in cielo. E così sia.
Offerta della Santa Messa preghiera
di Teresa Gardi
Mio buon Dio, vi offro in questo
gran Sacrificio il Sangue preziosissimo del vostro divin Figliuolo. Voi da una
parte non potete ricusare e non gradire questa offerta, poiché è lo stesso
vostro Figlio consostanziale, e dall'altra parte l'offerta è di questa grande
Ostia, di soddisfare a tutte le obbligazioni che io tengo con voi, cioè di
ringraziarvi perfettamente di tutti i benefizi da voi ricevuti dal momento
della mia concezione fino a questo punto; intendo di soddisfare alla tremenda
vostra giustizia per tutte le mie colpe; d'implorare il dono della santa
perseveranza finale. Confido di ciò ottenere in virtù anche delle vostre
promesse. E così sia.
Orazione di Teresa Gardi che
recitava cinque volte la mattina, cinque volte a mezzogiorno e cinque volte la
sera.
Eterno Padre, per vostra pietà
degnatevi di ricevere dal grembo innocentissimo e dal cuore addoloratissimo di
Maria sempre Vergine l'esangue cadavere del vostro benedetto Figliuolo, in
soddisfazione alla tremenda vostra giustizia per i peccati di tanti cristiani.
Così sia.
Preghiera al Sacro Cuore di Gesù ,
preghiera di Teresa Gardi
O Sacro Cuore del mio Gesù, vi offro
i meriti del vostro preziosissimo Sangue e della vostra amarissima Passione; vi
offro il mio intelletto, la mia memoria, la mia volontà, tutti i miei pensieri,
tutte le mie parole, tutte le mie opere, tutta intera la mia povera persona.
Compresa dal più vivo dolore dei nostri peccati, vi prego piangendo di
perdonarci e di convertirci tutti, facendoci conoscere il pessimo stato delle
anime nostre. E così sia.
Preghiera alla S.Croce
O Croce Santa, spruzzata di Vivo
Sangue del mio Gesù, io ti adoro con la faccia a terra, e con gran riverenza
offro a Te e quel Sangue purissimo all'Eterno Padre in soddisfazione di tutti i
peccati, domandandogli perdono per tutti i peccatori. E così sia.
Preghiera per i peccatori
Mio celeste Sposo, vi prego per
quelle persone che si raccomandano alle mie orazioni, ma specialmente per tutti
i peccatori, per la conversione dei quali bramo di essere caricata di tante
pene e di tanti dolori, quanti ne possono sopportare lo spirito mio ed il mio
corpo, affinché tutti arrivino a lodarvi e a benedirvi in eterno. E così sia.
Orazione nel tempo di aridità
spirituale
Privatemi pure, o mio buon Dio, di
tutte le vostre consolazioni, perché non le merito: prendetevi pure anche la vita,
perché è vostra. Se poi mi lasciate vivere, vi prego a darmi un gran patire, un
patire senza conforto, acciocché io
possa soffrire un'ombra di quella cruda agonia e di quell'abbandono che voi
soffriste in croce per me. Vi scongiuro però ad assistermi, affinché non vi
offenda. E così sia.
Preghiera nel tempo delle
tribolazioni
Mio buon Dio, voi conoscete quanto
io sia miserabile, debole e piena di ingratitudini verso di voi; e quindi vi
prego di assistermi in queste mie tribolazioni, perché mi dà pena e mi fa
tremare il pericolo di offendervi. Spero nella vostra infinita bontà e nella
protezione de' miei Santi Avvocati, di essere assistita. Intanto vi prego in
questi tristi frangenti a non privarmi del desiderio, o almeno dell'intenzione
di fare la vostra santissima volontà e di portare con voi la Croce e anche di
morire, se fa d'uopo, sotto di essa per vostro amore. Ma come sono pronta a
patire, sono altresì timorosa di offendervi: vi scongiuro, o mio buon Dio, di
non disprezzare le mie deboli preghiere. E così sia.
Concediamo 50 giorni di indulgenza a
tutti i fedeli per la recita di ognuna delle suddette orazioni.
Imola 1 ottobre 1912
+ Francesco vescovo.
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