CORPUS DOMINI - Fantasia di Dio
Mentre stanno per spegnersi le campanelle scolastiche e molti oratori si preparano alle attività estive, la liturgia ci fa vivere la festa del Corpus Domini. A volte, quando celebro la S. Messa, mi viene da sorridere pensando all'infinita fantasia di Gesù.
Avrebbe potuto rimanere in mezzo a noi in mille e mille modi, avrebbe potuto lasciarci il segno definitivo della sua potenza e della sua gloria in una forma inequivocabile, tanto per convincerci al cento per cento e smuovere pure i più dubbiosi.
Invece no. Non sarebbe stato nel suo stile... Gesù decide di rimanere in mezzo a noi, presente nella sua comunità nel segno fragile e quotidiano del pane e del vino. Tutto il Suo corpo, la Sua storia, la Sua vita appassionata d'amore sono lì, in quel pezzo di pane. Da mangiare. Da contemplare. Da custodire.
Mangiare quel Pane
- è nutrirsi del cuore palpitante dell'amore,
- è assimilare il segreto di quella vita più forte della morte,
- è scoprire che Dio mi è più intimo di quanto io lo sia con me stesso.
• Mangiare di Lui
è accettare e desiderare di essere spezzati come il Suo Corpo, è scoprire che solo Lui sfama e disseta le nostre inquietudini, che solo Lui può dare forza e direzione alla nostra vita, che solo Lui nutre i nostri desideri più profondi.
• Mangiare il Suo Corpo
- è una dichiarazione di guerra alla mediocrità e alla superficialità,
- è abbattere gli steccati delle divisioni e del particolarismo,
- è allungare lo sguardo alla misura estrema del Suo dono.
CORPO DI CRISTO - IL DETTAGLIO
Un parroco preparava con cura meticolosa le manifestazioni esterne della sua parrocchia. Soprattutto la solenne processione del Corpus Domini.
Voleva che la festa fosse un vero avvenimento per il paese. Tre mesi prima della data, radunava un apposito comitato e organizzava i gruppi di lavoro. Il giorno della festa tutto il paese era mobilitato.
Alle dieci e trenta in punto, la processione cominciò a snodarsi. I chierichetti con i candelabri, i paggetti nei costumi colorati, le bambine con il vestito bianco che spargevano petali di rosa, i giovanotti della società sportiva con le tute gialle e blu, gli uomini e le donne delle confraternite con i labari colorati e i nastri azzurri, gialli, rossi, poi l'Azione Cattolica, i ragazzi dell'Oratorio, la gente, la teoria dei chierichetti e la banda musicale del paese.
Una processione magnifica!
Quando la banda intonò il pezzo più solenne, dal portale della chiesa uscì lentamente il baldacchino di broccato dorato con i pennacchi rossi e bianchi, sorretto da quattro baldi giovani.
Sotto il baldacchino, incedeva il parroco, rivestito del piviale più prezioso, che reggeva il pesante ostensorio d'oro tempestato di pietre preziose.
Improvvisamente il vice-parroco, che accompagnava i chierichetti, si avvicinò allarmato al parroco e gli sussurrò: "Prevosto, nell'ostensorio non c'è l'ostia!".
Il parroco ribatté seccato: "Non vedi a quante cose ho dovuto pensare? Non posso occuparmi anche dei dettagli!".
Gesù solo un dettaglio? Per tanti, troppi, è così
NDR: Questa storiella è ovviamente inventata, ma fa riflettere. Quanti parroci sono talmente presi dal FARE, che tralasciano quanto di più importante, come pregare, come pensare al Signore. Troppo lavoro nelle parrocchie, fa scordare le cose veramente importanti...e poiché Gesù non è una "cosa" ma LA PERSONA AL CENTRO DELLA NOSTRA FEDE, deve stare al primo posto. Pazienza se le processioni non saranno sfarzose, o ben riuscite, se gli incontri non porteranno a risultati sperati...quel che conta, è che al centro sia sempre presente Dio.
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