Angie, devo scrivere un breve articolo per l'Insieme. Giovedì alle 18,30 ho appuntamento con il nuovo Parroco nella redazione del bollettino parrocchiale. Un articolo che parli del Natale, e deve starci in una mezza pagina. Che scrivo? Gesù Bambino è nato in una stalla e morto sulla Croce? Così è breve abbastanza? Non ho idee...devo farmele venire entro domani. Non vorrei ripetermi perché sono quasi 20 anni che scrivo su quel giornalino parrocchiale e credo di aver sfruttato tutto quello di cui era possibile parlare, senza annoiare con ripetizioni varie.
Dani
Se sono una vera amica, dovrei scriverlo io per te l'articolo di Natale o almeno darti un po' di supporto. Vediamo.
Fra poco è il 25 dicembre e per quel giorno si scrive sempre un articolo che si chiama "Natale" o "E' di nuovo Natale" o "La divina nascita" ma noi lo chiameremo semplicemente e sobriamente
LA NOTTE DI NATALE
C’era una stella in cielo che per molti giorni e molte notti aveva viaggiato.
Ma adesso i pastori che ne avevano seguito il cammino, con un’inspiegabile ansia di pace nel cuore, la vedevano ferma. A illuminare tutta la collina lassù, la vedi?
I pastori salirono fra i sassi e le mamme pecore seguivano con gli ultimi nati, talmente appena nati, che dopo un po’ ogni pastore si trovò in collo un agnellino, così che si facevano caldo in due, perché la notte era molto molto fresca.
Quale immagine di Pastore migliore di questa? Non dimentichiamo le Frittelle del Papa, di Angela Fabbri, che ora sono in versione cd, in Vaticano, quale dono per Papa Francesco |
Un piccolo vocìo arrivò a loro nella notte tutta illuminata e spinse tutti pecore e pastori, a correre a vedere.
Era nato un altro piccolino e noi tutti sappiamo che l’avrebbero chiamato Gesù e sappiamo anche tutto il grande seguito della sua storia. Ma in quel momento era solo un cucciolo ancora bagnato di rugiada.
Le pecore, mamme già da molte volte, accorsero e lavarono il cucciolo Gesù da capo a piedi, rivolgendo poi la loro attenzione alla madre, una Signora di nome Maria che era tanto tanto stanca, adesso che la nascita si era compiuta.
La guardarono e comunicarono con il pensiero. “Questo è solo l’inizio. Aspetta che si metta sulle zampe e vedrai quel è la vera fatica. Ti diciamo questo perché ci siamo già passate. Sarà gioia e apprensione tutto il tempo. Ma è proprio questo tempo, che vale la pena di vivere”.
E Maria si addormentò serena col suo bimbo fra le braccia.
Angela Fabbri
Avevo in mente qualcosa del genere, parlare di Maria, della sua gioia e fatica di madre, ma quando la mia amica, stupenda scrittrice ferrarese, mi ha voluto regalare questa sua breve e meravigliosa versione della Natività, le ho chiesto di permettermi di pubblicarla sul nostro Insieme, il Bollettino della mia Parrocchia, perché non avrei saputo fare di meglio. Ovviamente le ho attribuito la sua paternità e maternità, poiché mai mi sarei permessa un plagio, anche fosse stato un dono da usare a piacimento.
Andrebbe meditata, poiché nella semplicità del racconto, abbraccia Madre e Figlio, con una tenerezza che commuove.
Dani
Ti ringrazio della tua onestà e del tuo amore per me. Mentre scrivevo intuivo che la storia era nuova, infatti nella nascita e cioè nel Natale, io volevo tirare un po' fuori Maria che è una mamma come tutte le mamme, siano esse donne o pecore. E dire ciò di cui spesso ci si dimentica: mentre partoriva e dopo, ha vissuto dolore e stanchezza e gioia e serenità, come tutte. Come avrebbe potuto Dio farsi Uomo se non attraverso le emozioni e le sofferenze di una donna uguale a tutte le altre? Dopotutto il messaggio che c'è in Gesù è molto semplice:
sono come voi e voi siete come me. Uguali.
Pensavo che potevi inserirti nella storia e dire la tua, sia in mezzo che prima che dopo. Sarei felice che tu firmassi con tutti e due i nostri nomi.
Angela
No, Angie, l'unico inserimento che ho fatto, è stato qualcosa di simile a quanto ho scritto sopra. Il racconto è tuo, e tuo deve restare. Così come pubblicato in questo blog, E tra poco lo ripubblico anche su Paradiso. Perché è meraviglioso!
Dani
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