Ciclo sulla Vita di S. Teresa di G. B. in poesia ad opera di Enzo Reali
(“Vorrei essere missionario” degli anni 1932-33-34)
IL 1° NUMERO DEL PERIODICO NEL SETTEMBRE DEL 1932
N° DI OTTOBRE 1932
N° DI DICEMBRE 1932
N° DI GENNAIO 1933
N° DI FEBBRAIO 1933
N° DI MARZO 1933
“Mi ricordo di un sogno che mi capitò verso quell'età e che si incise profondamente nella mia immaginazione. Una notte sognai che uscivo per andare a spasso, in giardino, sola. Giunta agli scalini che bisognava salire per arrivarvi, mi fermai spaventata.
Davanti a me, vicino alla pergola c'era un barile di calce, e su questo barile due orribili diavolini ballavano con agilità sorprendente nonostante i ferri da stiro che avevano ai piedi; a un tratto lanciarono verso di me i loro sguardi fiammeggianti, poi, nello stesso momento, parvero assai più spaventati di me, si precipitarono giù dal barile, e andarono a nascondersi nella lavanderia ch'era di faccia.
Vedendoli così poco coraggiosi volli vedere cos'andavano a fare, e mi avvicinai alla finestra. I diavolini erano lì, correvano sulle tavole e non sapevano come fare per fuggire il mio sguardo; a momenti si avvicinavano alla finestra, guardavano inquieti se ero ancor lì, e, vedendomi, ricominciavano a correre come disperati.
Certo, questo sogno non ha nulla di straordinario, eppure io credo che il Signore mi abbia permesso di ricordarmene per provarmi che un'anima in stato di grazia non ha nulla da temere dai demoni i quali sono vigliacchi, capaci di fuggire davanti allo sguardo di una bambina”.
(Manoscritti autobiografici N° 38)
N° DI APRILE 1933
N° DI MAGGIO 1933
N° DI GIUGNO 1933
N° DI LUGLIO 1933
N° DI AGOSTO 1933
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“Il rito commovente della Estrema Unzione mi si impresse nell'anima, vedo ancora il posto mio accanto a Celina, eravamo tutte cinque per ordine d'età e c'era il caro povero Babbo: singhiozzava.
Il giorno stesso, o l'indomani, del transito di Mamma egli mi prese tra le braccia e mi disse: "Vieni a dare un ultimo bacio alla tua povera Mamma"; senza dir nulla accostai le labbra alla fronte di mia Madre tanto amata. Non ricordo d'aver pianto molto, non parlavo con nessuno dei sentimenti profondi che provavo. Guardavo e ascoltavo... nessuno aveva tempo per occuparsi di me, perciò vedevo bene le cose che avrebbero voluto nascondermi; una volta mi trovai di fronte al coperchio della bara; mi fermai lungamente ad osservarlo, non ne avevo mai visti, e tuttavia capivo... Ero tanto piccina che, nonostante la statura non alta di Mamma, ero costretta ad alzare la testa per vedere la parte superiore, e mi pareva tanto grande... tanto triste...”.
(Manoscritti autobiografici 42-43)
“Spesso durante quelle lunghe passeggiate incontravamo dei poveri,
ed era sempre Teresa piccina a ricevere l'incarico
di portare l'elemosina, e come n'era felice!”.
(Manoscritti autobiografici N° 40)
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(Legnano 11-5-2021), Padre Nicola Galeno
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