Parma Fratello Ladro Padre Lino
Padre Lino, noto come il Santo di Parma, nasce a Spalato, in Croazia, il 30 agosto 1866. E’ il più giovane di dieci figli. Suo padre, Giovanni, è un nobile raffinato di origini francesi. La mamma, Rosa Marini, è un’attrice abruzzese dal cuore immenso.
Il 30 novembre 1882, Lino entra in convento a Capodistria, come francescano. Il suo corpo è fragile, provato da numerose patologie croniche. Il suo animo è indomito.
Fin da giovane, è insofferente alla disciplina che limita gli slanci del cuore: viene allontanato perché suona il pianoforte fuori orario !! Esce dall’ordine nel 1883. Entra nella Guardia di Finanza.
Lo riammetteranno tra le mura di un monastero nel 1888, stavolta in Toscana.
Veste infine il saio francescano nel 1890, consacrato dal Vescovo di Forlì, Mons. Domenico Svampa.
Dopo una breve permanenza a Casalmaggiore, il 18 giugno 1893, eccolo destinato a Parma, dove rimarrà fino al termine della sua laboriosa, travagliata e coraggiosa esistenza.
Prima diventa cappellano della Chiesa dell’Annunziata, nella zona povera dell’Oltre Torrente, poi del Riformatorio Lambruschini e, infine, dal 1900, si occupa degli ultimi nel carcere di San Francesco Del Prato. Non ha mai goduto di buona salute, ma la sua energia sembra comunque inesauribile.
Fuma volentieri i mozziconi dei sigari. Si dedica soprattutto ad assistere i meno abbienti, i diseredati, i detenuti e le loro famiglie. I superiori e i confratelli lo ritengono scomodo e lui finisce per stabilirsi in prigione, tra i suoi assistiti.
Frequenta i quartieri più malfamati, le catapecchie infette e fatiscenti, le taverne.
Quando gli viene affidato un neonato orfano, preferisce portarlo in una casa di tolleranza perché se ne occupino le lucciole, piuttosto che saperlo in mano a bigotte pedanti.
Padre Lino è un anticonformista, un ribelle, uno spirito libero. Che non esita a rubare una stufa ( e non soltanto quella !!) per farne dono ai derelitti. Saccheggia anche la dispensa del convento pur di sfamare qualche infelice.
Porta con sé nei tuguri dove il dolore si respira medicine, pane, coperte. Risorse ottenute nei modi più rocamboleschi.
Non era nato a Parma, ma forse nessuno come lui ha saputo addentrarsi nell’anima e nel cuore dei parmigiani.
Durante scioperi e proteste, si presenta sulle barricate per evitare che si verifichino fatti sanguinosi. Durante gli scioperi agricoli del 1908, quando divampano i dissapori tra scioperanti e “crumiri”, vengono arrestati cento sindacalisti. Ne restano dietro le sbarre una sessantina. Padre Lino non esita a testimoniare in loro favore, determinandone la liberazione.
“E’ il Resto del Carlino a pubblicare per primo una lettera di padre Lino all’anarchico Domenico Zavattero; lettera che viene ripresa dall’edizione lucchese della testata L’Internazionale:«Padre Lino Maupas , cappellano delle carceri di Parma, ha scritto all’anarchico Zavattero, uno degli accusati del processone, una lettera nella quale ha detto: «Sono lieto che si avvicini il giorno in cui, chiamato a deporre nel processo loro, potrò portarvi una parola di difesa ed a conforto loro, e se, come qui a Parma quasi tutti si spera, avranno termine le sofferenze di tanti cari amici che con piacere imparai a conoscere ed apprezzare, sarà con sommo piacere che gli(!)accompagnerò alle loro dilette famiglie»”.
Il Santo di Parma muore improvvisamente, a 57 anni, il 14 maggio 1924, davanti al pastificio Barilla, dove si era recato per ottenere l'assunzione di un giovane bisognoso. Nelle sue tasche poche briciole. I suoi piedi esausti calzano sandali ormai consumati.
Saranno gli ergastolani che gli vogliono bene a costruirgli la bara. Trentamila parmigiani seguono commossi il suo feretro.
Il processo di beatificazione viene avviato dalla Curia Vescovile di Parma, nel luglio 1942.
Sarà dichiarato venerabile dalla Chiesa Cattolica il 26 marzo 1999. Attendiamo che venga santificato a tutti gli effetti.
Riposa nel cimitero della Villetta a Parma, accanto all'ingresso principale. Vicino al sarcofago in marmo, sempre coperto da fiori, è presente una statua che lo raffigura.
La "Mensa Padre Lino" di via Imbriani a fianco della chiesa dell'Annunziata, che offre pasti alle persone bisognose, reca il suo nome. È gestita dai frati francescani dell'Annunziata e collegata alla Caritas di Parma.
Mi spiace non essere stata informata prima di questo musical dedicato al "Ladro di Dio! Padre Lino Maupas. Ringrazio Edi Morini per avermi fatto conoscere questo grande personaggio.
Danila Oppio