AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

domenica 28 agosto 2022

In memoria dei due ciclisti folgorati in montagna - foto dei mosaici del Cimitero di Arluno (MI) Padre Nicola Galeno OCD

 














Saluti e aggiornamenti da Praga - Padre Anastasio Roggero OCD


Saluti gioiosi e benedizioni da Praga ed auguri di tanta salute con la mia preghiera! 


la facciata della Chiesa di Santa Maria della Vittoria

La vita nella nostra chiesa ha ripreso la sua tradizionale vivacità e noi facciamo del nostro meglio per accogliere chi giunge per la preghiera o per una semplice visita. Chi arriva alla chiesa riceve un primo benvenuto dagli ippocastani del giardino davanti alla piccola piazza e dagli oleandri fioriti all’entrata della chiesa che, a detta dei pellegrini stessi è un incanto. Il giardino del convento accanto alla chiesa un angolo di paradiso grazie ai miei confratelli cechi amanti delle piante ed esperti in giardinaggio.   Il Padre Victor Fernandez indiano di Goa puntualmente apre la chiesa il mattino alle 8.30, non solo. Offre a chi lo desidera, la benedizione in sacrestia dove è tenuta una copia della statua di Gesù Bambino alla portata dei fedeli anche per una fotografia come si può vedere dalle foto su AM.  A volte il padre   accompagna gli amici nel giardino del convento dove nel piccolo laghetto ci sono i pesci rossi, che egli ogni mattina benedice e nutre. La messa alle 9 in lingua ceca sublimata dal suono dell’organo   è seguita da un discreto numero di fedeli cechi o di altri fedeli che giungono anche da molto lontano. Le sorprese ci allietano ogni giorno. Spesso vedo nella chiesa il P. Agnelo Rebelo di Goa intrattenere i suoi connazionali e il P. Victor Fernadez sorridente con i filippini. Una sorpresa eccezionale la abbiamo avuta il dopo pranzo del venerdì 19.08. Sono in chiesa una ventina di ragazze della Mongolia, famosa purtroppo per l’imperatore Gengis Khan fondatore dell’Impero mongolo. Provo a salutarle in coreano e in cinese senza successo, dopo il saluto con il gesto della mano mi regalano un sorriso che mi fa dimenticare la ferocia di Gengis Khan. Nasce una reciproca simpatia ed accettano di posare per una foto in sacrestia con la statua di Gesù Bambino. Il cristianesimo giunto in quel paese da oltre mille anni era stato spento con l’avvento del grande impero e rinato solo da trent’anni. Conta solo 1500 battezzati dei quali facevano parte tre ragazze. La foto del gruppo, tramite una persona amica è giunta anche al card. Giorgio Marengo missionario della Consolata in Mongolia.  La statua di Gesù Bambino è giunta a San Pietroburgo – Russia attraverso pellegrini indonesiani, è giunta a Pechino Cina tramite diplomatici francesi ed in Mongolia non solo in foto, ma anche nel cuore delle care ragazze nostre ospiti. Questo incontro ci incoraggia a continuare la nostra opera di evangelizzazione non solo nella Repubblica Centroafricana ma anche a Praga. Tramite le nostre amicizie con i fedeli di Vancouver sono sorti due conventi di carmelitani indiani in Canada.  Una gioiosa sorpresa la portano il 24.08 i 200 neo-catecumeni della Croazia che dopo aver cantato per le strade di Praga rallegrano anche Gesù Bambino con i loro canti. Frequenti sono le visite degli ucraini, ed ho avuto la gioia di salutare tre sacerdoti francescani ucraini residenti a Roma ai quali ho regalato la corona di grani di legno del Kerala. Con una tipica preghiera islamica ho salutato una ragazza turca che mi ha manifestato la sua gioia con un sorriso.  Il 25.08 Ritorna da Arbil- Iraq, l’amico Lahib Gabbarah con la moglie Nadia Hanna Kakony. L’avevo incontrato più di una volta con amici del suo albergo a Arbil “Karlovy Vary” lo stesso nome di una città ceca celebre per le cure termali. Ritorna in pellegrinaggio per chiedere a Gesù Bambino la salute della moglie che lo accompagna. Lo vedo commosso e mi sento commosso anch’io. Nello stesso tempo ci troviamo in sacrestia con gli iracheni, una signora egiziana e marito tedesco e un gruppo della Giordania.  Ci hanno manifestato la loro gioia vari devoti giunti a Praga in ringraziamento a Gesù Bambino per aver esaudito la loro preghiera.

Nel corrente mese di agosto la nostra chiesa ha accolto in particolare pellegrinaggi dagli Stati Uniti con pellegrini filippini e di ogni stato del Sud America. Domenica 21.08 due dei tre gruppi giunti, erano guidati dal loro vescovo.  Dal 13 al 20 agosto c.m.  i nostri confratelli P. Petr Glogar e P. Pavel Pola sono stati in missione nella Moravia per incoraggiare con la loro parola numerosi fedeli. La nostra piccola comunità carmelitana della Cechia, dell’Italia, dell’India alla quale si è aggiunto il nostro cuoco laico, della piccola isola di Barbados – Caraibi, rispecchia il carattere internazionale del nostro centro di pellegrinaggio e vuole offrire a tutti pellegrini o turisti di ogni paese del mondo la gioia della Buona Novella offerta da Gesù. Ringrazio il Signore che ci da la grazia di diffondere gioia a quanti giungono in questo luogo. Vorrei comunicare altrettanta gioia ai poveri malati che soffrono nel mondo e non possono giungere qui ed in particolare ai poveri della mia missione nella Repubblica Centroafricana.

 Saluto con affetto invocando la benedizione di Gesù Bambino. 

P. Anastasio



 ragazzi dalla Mongolia


Fra Agnelo Rebelo


Fra Victor Fernandes

 

Indiani del Karnakata


Iracheni, signora egiziana e cristiani della Giordania

sabato 27 agosto 2022

CRONACHE DI ORDINARIE NOSTALGIE DA FINE AGOSTO di Padre MAURO ARMANINO

 


Pieter Bruegel il Vecchio - Torre di Babele

Cronache di ordinarie nostalgie da fine agosto

A motivo della siccità e delle violenze dei gruppi armati terroristi che hanno impedito ai contadini di coltivare la terra, il Niger è quest’anno, una volta di più, colpito da una grave crisi alimentare. Secondo il governo oltre 4 milioni di persone si trovano in stato di insicurezza alimentare ‘severa’, cioè circa il 20 per cento della popolazione.  Il tasso di malnutrizione acuta dei bambini rischia di essere del 12,5 per cento.  Nello stesso articolo, pubblicato da ‘Le Monde e l’AFP’, si nota che il Niger si appresta a ‘provocare ‘ delle piogge con l’aiuto di aerei e di prodotti chimici adatti a questo scopo.  La prima nostalgia, dopo un mese dal ritorno in ‘patria’ è quella del luogo. Così come per le parole, tutte marcate dall’uso e dall’abuso, anche i luoghi non sono ‘innocenti’. ‘Sguardare’ il mondo da qui non è lo stesso che osservarlo dal Sud perché è dal ‘sottosuolo’ della storia che si colgono con maggiore eloquenza le sofferenze e le violenze che altrimenti passerebbero inosservate.

La perdita di ciò che è essenziale sembra particolarmente marcare parte del nostro mondo. Mentre altrove, ad esempio, si trova naturale ringraziare Dio per la vita di ogni giorno, da questa parte del mondo occorre talvolta persino maledirla. Molti, infine, si domandano se vale la pena trasmetterla ad altri, per timore di non viverla appieno nell’incertezza. La perdita delle proporzioni, tragica conseguenza dello smarrimento nell’effimero, comporta ciò che il libro della Genesi aveva raccontato nel mito della ‘Torre di Babele’.

In esso la confusione delle lingue è una conseguenza del tentativo di darsi un nome e un destino, tramite una torre che tocchi il cielo, appare come una dittatura anticipata del ‘pensiero unico’. Tentativo destinato a fallire perché ammalato di un potere totalitario. Quanto accade nella nostra società è una cacofonia che rivela quanto l’amico Salvatore Bravo rileva in un articolo pubblicato di recente … ‘La verità è scomparsa con le parole che la indicano. I lavoratori non hanno le parole per descrivere e comunicare la loro condizione, pertanto sono in una trappola linguistica... Società schizoide in cui si vive lo sfruttamento, ma lo sfruttato nomina la propria condizione con le parole del padrone. Se a un lavoratore si rubano le parole non può che essere una semplice funzione produttiva in un immenso campo di sfruttamento’ … (Da Sinistrainrete)

 Quanto l’autore citato riferisce ai lavoratori dovrebbe essere esteso alla società nel suo insieme e alla nostra ‘politica’ in modo particolare. In tante culture tradizionali africane la Parola è sacra e divina perché racchiude in essa vita e morte. Una sacralità che crea, racconta, promette, raffigura, forma e si trova, non da oggi, svilita e tradita. La perdita più grande, in una società, è quella delle parole e non ci sarà cambiamento possibile senza una loro ‘ricreazione’. Questo, assieme ad altri, don Milani l’aveva ben compreso e vissuto coi suoi bambini, contadini e scolari nella scuola di Barbiana... ‘La parola è la chiave fatata che apre ogni porta... quando il povero saprà dominare le parole come personaggi, la tirannia del farmacista, del comiziante e del fattore sarà spezzata. Un’ utopia? No!’. (Lettera al ‘Giornale del Mattino’, non pubblicata)

Persino il pudore, così prezioso e umile, è stato evacuato dal nostro lessico sociale e politico e più ancora dalla modalità con cui interpretare il nostro immaginario simbolico. Esso è stato tradizionalmente e forse eccessivamente legato alla sfera sessuale e dunque liquidato coi cambiamenti occorsi in questo ambito negli ultimi decenni in particolare. Il senso di riserbo, vergogna e disagio nei confronti di parole, allusioni, atti, comportamenti che riguardano questa sfera, andrebbe esteso a tutto quanto tocca e ferisce la dignità della persona. Il ritegno, la vergogna, la discrezione e il rispetto per la sensibilità altrui sembrano essere stati espunti dalla prassi corrente delle nostre relazioni quotidiane. Le recenti ‘passerelle’ dei politici nostrani ad un noto appuntamento estivo sull’Adriatico ne sono una cifra eloquente e allo stesso tempo desolante. 

L’ultima nostalgia, dopo la citata del luogo, è quella del tempo che altrove si misura nel grido di un bimbo che nasce.



Giovani di Casarza

           Mauro Armanino, Genova, agosto 2022


lunedì 22 agosto 2022

CHIESA DEI SS, QUIRICO E GIUDITTA A SOLARO (MI) foto di P. Nicola Galeno OCD











AMO LE VETRATE

Rimango incantata

da tanta maestria.

  Riflessi nel vetro

i volti dei Santi

coloran d’immenso

l’anima mia.

Danila Oppio



ALLA SCOPERTA DI ROUSSILLON E DEL SENTIERO DELL'OCRA editoriale

Alla Scoperta di Roussillon e del Sentiero dell’Ocra

Dopo aver percorso la Valensole, un’intera vallata immersi nella lavanda, ci dirigiamo verso la prossima destinazione: Roussillon. Repentinamente notiamo il variare del colore della terra che si fa via via più intenso, spostandosi verso le tonalità più calde del giallo e del rosso.

Qui un sentiero permette di immergersi nelle cave di ocra, nascoste tra gli alberi che vi crescono in mezzo. Al fianco delle cave si trova un piccolo borgo, che vale la pena visitare una volta che si arriva fino alle cave.

Per arrivare a Roussillon da Valensole è necessario percorrere circa un’ora e mezzo di automobile (70 chilometri) in direzione ovest all’interno della Provenza, nel sud della Francia. Nonostante ci troviamo più a nord, abbiamo oltrepassato anche la longitudine di Marsiglia e siamo nel pieno del Parco Naturale del Luberon ad appena 10 chilometri da Apt.

Il parco naturale del Luberon rientra tra le riserve della biosfera protette dall’UNESCO.

Il Sentiero dell’Ocra





Il sentiero dell’ocra ci fa rimanere a bocca aperta, già prima dell’ingresso il colore così intenso della terra ci sorprende, e, dall’alto ci sembra di essere in un canyon americano. C’è la possibilità di fare due differenti sentieri: uno più breve (35 minuti) e uno più lungo (50 minuti). Ovviamente noi optiamo per quello più lungo e ne vale assolutamente la pena, perché porta anche in alcune parti più selvagge. La parte rimanente del percorso è la stessa per entrambi i sentieri.

Sicuramente nelle giornate più calde si suderà parecchio, ma sarà comunque meglio che nelle giornate piovose, quando l’acqua bagnerà la terra e renderà il tutto molto fangoso.



All’interno del Sentiero dell’Ocra si potranno ammirare le 19 sfumature di ocra assunte dalla terra, che vanno dal rosa pastello fino all’arancio brillante, grazie al pigmento naturale derivante dal ferro che si ritrova nella terra. La passeggiata è semplice e non troppo impegnativa, ma praticamente impossibile per carrozzine o passeggini. All’interno del Sentier des Ocres si possono introdurre i propri amici cani, portandoli al guinzaglio.

Un’altra informazione utile è quella di visitare il sentiero con scarpe comode e vestiti facilmente lavabili: il terreno è ricoperto da una fine sabbia color ocra che inevitabilmente si attaccherà ai vestiti e alle scarpe.

La leggenda 

C’è una leggenda collegata alla genesi di questa terra. Si narra che la giovane Sirmonde, moglie di Raymonde d’Avignone, si sia suicidata proprio in quest’area, a causa del grandissimo dolore procuratogli dal marito che scoprì la sua storia clandestina e uccise l’amante. Quando Sirmonde seppe del triste destino del suo amato, non riuscì a resistere al dispiacere e decise di gettarsi dalle falesie presenti a Roussillon. Il sangue di Sirmonde, scorrendo dopo il suo gesto fatale, colorò tutta la terra intorno a lei.

Aperture e Costi del Biglietto 

Il Sentier des Ocres, o Sentiero dell’Ocra, è aperto tutti i giorni dell’anno, con orari che variano dalle 10 di mattina fino alle 19 di sera nell’alta stagione. Ad esclusione di luglio e agosto è prevista anche una chiusura durante l’orario di pranzo. Il costo di ingresso è piuttosto basso ed è di 2,50 euro per l’intera visita che dura circa 35/50 minuti. Volendo è possibile richiedere una visita guidata, ad un costo superiore. A questo prezzo va aggiunto quello del vicino parcheggio, praticamente uno dei pochi luoghi in cui è possibile lasciare l’automobile.

Le Cave di Ocra 

Il Sentiero dell’Ocra si snoda nell’area utilizzata come cava per l’estrazione del pigmento Ocra. L’intero territorio di Vaucluse, che comprende anche Roussillon, veniva impiegato già dalla preistoria nell’estrazione dell’ocra per produrre una tinta naturale estremamente resistente anche alla luce solare. Dal XIX secolo la produzione ha subito un fortissimo incremento, tanto da istituire nel 1880 alcuni treni che da qui giungevano fino a Marsiglia per spedire i pigmenti in tutto il mondo. La produzione ha avuto un picco massimo nel 1929, con l’estrazione di oltre 40.000 tonnellate di pigmento all’anno. Da lì cominciò però la decrescita, fino a sospendere la produzione nel 1958 a causa di un ribasso consistente della domanda soppiantato dalla preferenza per le tinte sintetiche. Inoltre, la forte estrazione perpetrata negli anni causava il rischio concreto di un crollo dell’intera area di Roussillon.

Attualmente sono attive piccole cave nei vicini comuni di Gargas e Rustrel.

Roussillon però non è solo il sentiero dell’ocra, ma anche un piccolo borgo che nasce a pochissimi metri di distanza dalle vecchie cave e celebra la cultura dell’utilizzo dei pigmenti estratti, divulgata in un piccolo ‘museo’, chiamato Conservatoire des Ocres.


Il villaggio di Roussillon si vede chiaramente dalle cave di ocra, così come dal villaggio si ha un’ottima vista sulla roccia che nei secoli è stata scavata per l’estrazione di questo pigmento, che ha reso ricca l’intera area.

La particolarità del villaggio di Roussillon è data dai colori degli edifici: questi sfoggiano tutte le diciotto tonalità di ocra che venivano estratte nelle vicine cave. Il centro storico, nel quale è piacevole passeggiare, ha una via principale che disegna una sorta di spirale sulla quale si trovano vari negozi e servizi per i turisti.

Beffroi – Porta di Ingresso 



Il villaggio di Roussillon nacque nel X secolo. Di questo periodo è il castello che venne costruito a difesa del borgo storico e il campanile noto con il nome di Beffroi è l’antica porta di accesso cittadino. Questo accesso proteggeva l’antico Castrum fortificato.

Attraverso Beffroi si entra nei vicoli del centro storico che sono una successione di case colorate, simili alla tavolozza di un pittore che si è divertito a dipingerle delle varie sfumature di ocra.

Anche il centro storico di Roussillon rientra tra i borghi più belli di Francia, o “les plus beaux villages de France” e una passeggiata tra le sue vie vi occuperà poco più di mezz’oretta.

Dalla sommità del borgo è possibile godere di un bellissimo panorama che spazia fino ai monti della Vaucluse.





La chiesa principale della città è la chiesa di St. Michel e si trova a pochissima distanza dall’accesso al centro storico. L’edificio si trova costruito sul bordo della falesia che scende poi a strapiombo sulla vallata. La facciata, così come gli interni, è estremamente semplice e si apre su di una scalinata che permette di accedervi.

Come è facilmente intuibile dagli esterni, la navata principale è affiancata da due piccole navate laterali.

Conservatoire des Ocres 

Una fabbrica che gestiva l’estrazione del pigmento ocra, a poca distanza da Roussillon, è stata trasformata nel Conservatoire des Ocres. Si trova lungo la strada che porta ad Apt ed è facilmente riconoscibile dalle grandi porte che danno sull’area di passaggio, tutte colorate differentemente tra di loro.

Più che di un museo, si tratta di una serie di laboratori interattivi che variano frequentemente e che sono incentrati sull’utilizzo dei colori. Entrando è possibile vedere i grossi contenitori in cui sono ospitati i diversi pigmenti delle tonalità di Ocra.

Acquistando il biglietto a 6,50 euro, è possibile accedere ad un’area dove viene mostrato il processo di depurazione, scolo, sedimentazione e asciugatura svolto fino a qualche decennio fa. Preferibilmente è da scegliere la visita guidata, in cui si viene accompagnati nella scoperta di questo processo, purtroppo però non è disponibile in tutte le lingue.

Nello shop, oltre ai vari pigmenti del color ocra, è possibile acquistare libri sui colori e altri gadget.


https://www.lorenzotaccioli.it/roussillon-dove-nasce-color-ocra/amp/

Ripreso quasi totalmente dal link sovrastante.

https://www.facebook.com/LeSentierdesOcres

Il profilo FB del luogo è qui sopra.



BENVENUTO|

Il Paradiso non può attendere: dobbiamo già cercare il nostro Cielo qui sulla terra! Questo blog tratterà di argomenti spirituali e testimonianze, con uno sguardo rivolto al Carmelo ed ai suoi Santi