sabato 27 novembre 2021
Droni, leviatani e cucina italiana nel Sahel di Padre Mauro Armanino
giovedì 25 novembre 2021
In memoria di Suor MARIE GORETTI DE JèSUS - CARMELITANA
Congregazione
SUORE CARMELITANE di S. TERESA di TORINO Corso A. Picco, 104 - 10131 TORINO
Breve profilo biografico di
Suor Marie Goretti de Jésus
RAHANTALALASOA Thérèse de l’Enfant Jésus
nata Tananarive (Madagascar) il 30 luglio 1937 deceduta a Itaosy il 23 novembre 2021
nata Tananarive (Madagascar) il 30 luglio 1937 deceduta a Itaosy il 23 novembre 2021
Martedì 23 novembre verso le ore 21.30, Suor Maria Goretti è an- data in Paradiso dopo una vita gioiosa, fedele e generosa di donzione al Signore e ai fratelli.
Nata a Tananarive, Thérèse era già insegnante quando nel 1959 la nostra Congregazione si è insediata nella Scuola di Ilanivato, in capitale, con la prima fondazione missionaria. Dieci anni dopo, all’età di 32 anni, è stata accolta come postulante e il 24 novembre 1973 ha emesso la Professione religiosa.
Proveniva da una famiglia agiata, che le aveva assicurato una solida educazione umana e cristiana. I valori ricevuti in famiglia – il senso del dovere, il rispetto per tutti, il bel garbo nel rapportarsi con bambini e genitori, la padronanza di sé – le hanno permesso di essere un’ottima insegnante ma soprattutto una vera educatrice, non solo per gli alunni ma anche per le loro famiglie e poi per le consorelle che ha guidato come Superiora per molti anni.
Una profonda vita di preghiera e la fedeltà alla vita comunitaria hanno reso ancora più ricca la sua personalità.
Dopo aver insegnato nelle scuole di Ilanivato e di Itaosy è stata Responsabile della scuola parrocchiale di Isorana dal 1981 al 2003, quando è stata trasferita ad Andriampamaky, e poi ancora dal 2007 al 2010, anno in cui ha dovuto lasciare l’insegnamento per motivi di salute ed ha raggiunto nuovamente la comunità di Andriampamaky.
Nel centro agricolo di Isorana ha formato numerose generazioni di alunni e famiglie, trasmettendo loro il senso della riconoscenza (ad esempio nei confronti dei benefattori che “a distanza” assicuravano le rette scolastiche dei più poveri) e l’amore per la natura, che insegnava a rispettare e curare in segno di rispetto per il Creatore.
Sempre delicata con tutti, obbediente, riconoscente verso i Superiori, dal 2012 Suor Marie Goretti si trovava ad Itaosy, presenza discreta in comunità, sempre sorridente, disponibile fino all’ultimo a tanti piccoli servizi nascosti.
Da alcuni anni la sua salute era fragile e negli ultimi giorni la situazione è peggiorata, anche se non sembrava particolarmente grave. Lunedì ha ricevuto il sacramento dell’unzione degli infermi e martedì sera, mentre la aiutavano a coricarsi, è spirata dolcemente.
Ringraziamo il Signore per il dono di questa Sorella e per gli esempi che ci ha lasciato.
Oggi, 24 novembre, anniversario della sua Professione religiosa, alle ore 20.00 (ora locale) si pregherà il Santo Rosario nella Cappella delle Suore di Itaosy. Venerdì alle ore 9.00 sarà celebrato il funerale nella Parrocchia San Michele di Itaosy.
Suor Marie Goretti verrà sepolta nel Cimitero di Ambohipanja Ilafy.
Torino, 24 novembre 2021
sabato 20 novembre 2021
LA PORTA DI NON RITORNO E ALTRE PORTE DELL'ATLANTICO di PADRE MAURO ARMANINO
sabato 13 novembre 2021
FIGLI, FIGLIASTRI E COMMERCIANTI NEL NIGER di Padre MAURO ARMANINO
Figli, figliastri e commercianti nel Niger
Nel Paese il potere l’hanno loro, i commercianti di mercanzie e di vite umane. Dalle elezioni presidenziali e legislative, all’adesione alla Zona di Mercato Africano Libero, Zlecaf in un acronimo improbabile, tutto passa dalle mani e soprattutto dalle borse dei mercanti. Un caso particolare di questa egemonia, che si conferma tramite scelte politiche e la dimissione in blocco della classe intellettuale nigerina, è appunto l’ambito dell’educazione scolastica. Lo smantellamento graduale, coerente e sistematico dell’impianto educativo è iniziato, al dire dei più, con i ‘Piani di Aggiustamento Strutturale’, i PAS negli anni ’80. La batteria di misure economico-ideologiche per ‘normalizzare’ i Paesi troppo ‘nazionalisti’ ed autonomi rispetto alla narrazione dominante ha colpito il Niger e altri Paesi dell’Africa subsahariana. Tra i settori colpiti si noterà la scuola.
La deriva dell’educazione formale ha gradualmente prosperato e le scuole statali, che si erano complessivamente distinte negli anni post indipendenza, hanno visto confiscato il loro ruolo trainante e la qualità dell’insegnamento. Il peso delle scuole private è andato crescendo fino a costituire ciò che in definitiva si voleva dall’inizio e cioè la creazione di una classe subalterna di marginali che non potranno mai scalzare le elite dal potere. In effetti, i figli e i figliastri della scuola sono i figli e i figliastri della società: alcuni nati per comandare e arricchirsi e gli altri funzionali al sistema e ‘merce’ spendibile sul mercato globale. I figli, le figlie e in genere la parentela delle famiglie che hanno soldi in banca e possono viaggiare all’estero, sono mandati nelle scuole private, nelle università private per un mondo privato agli altri, chiamati, appunto, figliastri. I figli, le figlie, i nipoti e le cugine dei poveri vanno, per l’ordine naturale delle cose, nelle scuole dello Stato, dove l’insegnamento e la fatiscenza delle strutture rivelano l’abbandono come destino quasi segnato.
Una ventina i bambini bruciati l’anno scorso in un quartiere prossimo all’aeroporto internazionale di Niamey e un numero ancora maggiore arso il passato lunedì nella capitale economica Maradi, rappresentano la tragica metafora del sistema educativo nigerino. Esso è uno specchio fedele della società da cui è generato. Perché, in realtà, a morire sono anzitutto i poveri, i giovani, i bambini e il loro futuro, bruciato sull’altare degli interessi delle classi privilegiate. Classi che commerciano e speculano su tutto e tutti, dalla politica all’economia per garantirsi la conservazione e la trasmissione del potere da padre a figlio. I ‘figliastri’ invece, le folle immense degli scarti sociali, sono sacrificati agli interessi dei potenti, che dispongono delle loro vite senza alcun scrupolo. Nel Paese le classi di paglia si calcolano a 36mila e sono i figli dei poveri che ivi sono ospitati per imparare a memoria che la loro vita sarà differente da quella dei figli dei commercianti. Il governo ha recentemente decretato il divieto di usare queste classi per i più piccoli.
Nel Paese il potere l’hanno loro, i figli dei poveri. L’incendio delle classi di paglia di Niamey e quello delle classi di Maradi, che ha consumato la vita di decine di bimbi e delle loro famiglie, è stata come l’apocalisse che smaschera la violenza nascosta del sistema. Questo gruppo di bimbi, sepolti in fosse comuni e rivestiti della bandiera nazionale, continua la scuola e mettono nella mani dei commercianti delle braci che mai si spegneranno.
Mauro Armanino, Niamey, 14 novembre 2021
(nell'articolo precedente ho riportato quanto letto da un giornale, e come sempre, le notizie non sono così attendibili come quelle di Padre Mauro. Certo, informa sull'incendio, ma assicurano che il Governo farà in modo di costruire scuole in muratura. Cosa che mi pare non sia credibile.)
E CONTINUANO A BRUCIARE LE SCUOLE NEL NIGER
lunedì 8 novembre 2021
venerdì 5 novembre 2021
IL CIMITERO DEI BAMBINI DI NIAMEY di PADRE MAURO ARMANINO
martedì 2 novembre 2021
2 novembre, giorno della memoria dei nostri cari defunti
In occasione del giorno dedicato ai defunti, colgo il momento per pubblicare due intense liriche di Padre Nicola Galeno OCD, in ricordo della sua dolce e cara mamma. Ricordo con queste sue poesie tutti i nostri cari, mia madre compresa, deceduta quest'anno.
CARE TOMBE
Novembre! Par d'udire le campane,
che chiamano a raccolta sulle tombe
come colombe tenere i mortali...
Davvero sono lontani quei ricordi!
Nulla quaggiù rimane del sapore
di gioia e di mestizia fuse insieme
quando del cimitero quella soglia
con riverente affetto si varcava...
Missione che richiedi il sacrificio
pure di queste usanze radicate
nel cuore come il bacio della Mamma...
ASPETTA SEMPRE
Tornando, voglio prima salutare
la tomba della Mamma, allor lasciata
tra quella terra smossa... Rivedere
voglio la foto amata, sorridente
come se mi dicesse: "Sei tornato?
Lo sai che t'ho aspettato? T'amo tanto...
Su, dammi un grosso bacio per scordare
i tanti che ho perduto nell'assenza
di questi lunghi anni! Poi tu parti
di nuovo per quell'isola lontana...
Chissà se tornerai... Me lo prometti?
Lo sai che un cuor di Mamma sempre aspetta!".
(Oita 1-11-1994), Padre Nicola Galeno