lunedì 31 agosto 2020
sabato 29 agosto 2020
martedì 25 agosto 2020
lunedì 24 agosto 2020
La benedizione di papa Francesco per la carmelitana Monica Astorga
La benedizione di papa Francesco per la carmelitana Mónica Astorga, che in Patagonia ha allestito un "condominio sociale" per accogliere le donne transgender in difficoltà
di PAOLO RODARI . 23 agosto 2020
CITTÀ DEL VATICANO - Si chiama La costa del Limay. È un "Condominio sociale protetto per donne trans", costruito nel quartiere Confluencia di Neuquén, la città più popolosa della Patagonia. È stato inaugurato lo scorso 10 agosto grazie all'impegno di una suora di clausura, la carmelitana Mónica Astorga Cremona che da anni accoglie le trans che vivono in condizioni di disagio, spesso in fuga dalla prostituzione e bisognose di occupazione: dodici miniappartamenti con un salone comune.
Da LA REPUBBLICA
sabato 22 agosto 2020
sabato 15 agosto 2020
giovedì 13 agosto 2020
IL SACRIFICIO E I SACRIFICATI: lettera dal SAHEL di Padre MAURO ARMANINO
DI padre Mauro Armanino
Dal Blog https://www.senzafine.info/2020/08/lettera-dal-sahel-di-padre-mauro.html
Senzafine: Arte, Cultura e Società di Renata Rusca Zargar
La festa della ‘Tabaski’, comunemente chiamata così nell’Africa Occidentale francese, iniziata ieri terminerà lunedì. Questa importante festa del calendario musulmano ricorda, con allusioni al racconto biblico, la fede obbediente di Abramo che non aveva esitato a sacrificare il figlio (Isacco o Ismaele, secondo il racconto). Fermato in tempo prima del gesto fatale, il figlio fu sostituito da un capro e la festa in questione fa memoria di questo avvenimento, sacrificando un capro o più per famiglia. Malgrado la crisi conseguente alla pandemia, che ha finora relativamente risparmiato il Niger, la cerimonia si è svolta come di consueto. Lungo le strade di Niamey e nei cortili, i capri uccisi sono messi ad arrostire, consumati in famiglia il giorno seguente e parti dell’animale condivise con parenti, vicini e poveri. Il sacrificio è stato preceduto dalla rituale preghiera alla ‘grande moschea’ di Niamey e nelle altre sparse nei quartieri della città. La tradizione, sempre molto sentita dalla popolazione, si è rinnovata. L’acquisto dei capri per la circostanza, ha permesso a molti allevatori dei villaggi e in città, di tornarsene a casa con il necessario per far sopravvivere la famiglia.
In effetti, nel Niger come altrove nel Sahel, ad essere sacrificato non è solo il capro. Secondo i risultati della prima edizione ‘Dell’inchiesta armonizzata sulle condizioni di vita delle famiglie’ nello spazio economico dell’Africa Occidentale, il Niger è il paese che conta il più grande numero di poveri. Tre abitanti su quattro, secondo questo rapporto, vivono sotto la soglia di povertà. L’inchiesta si basa sulla soglia internazionale di povertà monetaria moderata, per la quale si considera povera la persona che spende meno di 3,2 dollari al giorno. Da ciò risulta che il 75,5 % della popolazione del Paese si trova in questa particolare categoria di persone. Nello stesso rapporto si evidenzia che la Costa d’Avorio e il Senegal sono i Paesi dell’Unione Monetaria con la più debole concentrazione di poveri mentre, a parte il Mali e il Benin, la maggior parte degli altri Paesi si trova sotto la soglia di povertà. Questi sono tra i ‘sacrificati’ del sistema che, almeno fino all’imprevista visita del Coronavirus, si vantava di cifre record nella macroeconomia, in barba alle crisi di crescita registrate altrove. Sacrificati invisibili ma reali che appaiono nelle statistiche per poi scomparire.
Naturalmente non sono gli unici a perpetuale il sacrificio rituale. Dovremmo parlare di alcuni attivisti sui diritti umani e un giornalista del Paese che hanno passato e reso attuale la festa del sacrificio in carcere. Anche altrove che cose non vanno meglio. Ricordava un rapporto di Global Witness di appena qualche giorno fa, che oltre 200 militanti per l’ambiente e i diritti umani, sono stati sacrificati, la maggior parte di loro in Asia. Dovremmo sommare le centinaia di migliaia di sfollati nel vicino Burkina Faso, Mali e lo stesso Niger. Rifugiati provocati dal banditismo armato verniciato di djiadismo, tutti quanti poveri contadini e già "gli invisibili’ prima ancora di essere stati strappati dalle loro case e terre. Le migliaia di bambini che non avranno mai l’opportunità di mangiare e bere quanto basta per garantire una sana e decente crescita umana. Lo ricordava recentemente un articolo pubblicato sul ‘Le Monde’ che il ‘virus della fame’ minaccia, nel già fragilizzato Sahel, milioni di persone.
‘Tutte le conseguenze delle misure anti-Covid-19, messe in atto dagli Stati saheliani, sono state sottostimate’, afferma Alexandra Lamarche dell’ONG Refugees International,’ il Programma Alimentare Mondiale stimava che 3,9 milioni di persone nel Sahel centrale avrebbero sofferto di insicurezza alimentare in questa stagione. Oggi siamo a 5 milioni’. La chiusura di mercati e frontiere, i coprifuoco, il divieto dell’uso delle moto e altre restrizioni negli spostamenti, hanno avuto come conseguenza quella di complicare la vita dei contadini e più in generale sul sistema agro-pastorale che dà lavoro a circa 25 milioni di saheliani. Dalla memoria del sacrificio di Abramo, della sua obbediente sottomissione all’appello di Dio fino ai numerosi ‘sacrificati’ di oggi esiste una tragica continuità. Saperli riconoscere e assumerne la ferita è solo il primo passo. In questo ambito la ‘sottomissione obbediente’ di Abramo si chiamerebbe ‘complicità’.
Mauro Armanino, Niamey, 1 agosto 2020
Commento di Renata Rusca Zargar
Ovviamente, non ho mai avuto una risposta compatibile con i diritti umani di tutti gli esseri umani.
venerdì 7 agosto 2020
SALVIAMO LA CHIESETTA DI RONCOLE VERDI
IL MESSAGGIO DEL MAESTRO RICCARDO MUTI
«Faccio un appello al ministro Franceschini, affinché intervenga con forza e decisione, ma tutti devono fare il possibile, Busseto, il Vescovo, gli imprenditori più illuminati. Verdi è uno dei grandissimi italiani, un genio che ha tenuto alta la considerazione per il nostro Paese. E noi lo ricambiamo lasciando decadere la chiesa di Roncole, dichiarata pericolante, e il Santuario di Madonna Prati che è già in parte crollato e quindi chiuso. Per compiere bene l’opera, lasciamo che Villa Verdi rischi di chiudere per le difficoltà in cui si trova la famiglia Carrara Verdi, colpita dalla crisi di visitatori in seguito alle misure dell’emergenza sanitaria».