AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

domenica 17 novembre 2024

1 ORIENTAMENTI PER IL CULTO DELLA VERGINE - conferenze per l'Avvento di Padre CLAUDIO TRUZZI OCD


 

– 1 –
"ORIENTAMENTI PER IL CULTO DELLA VERGINE"
Maria occupa un posto fondamentale nel Cristianesimo, sia riguardo a Dio che nel suo rapporto con i fedeli. La devozione verso di Lei ha seguito lo scandire dei secoli. Il Concilio ha riproposto la Sua figura ed il culto verso Maria nel modo dovuto. Sembra strano, ma ancora ai nostri giorni talvolta si manifesta in forme ed atteggiamenti non sempre adeguati e sani. 
Papa Paolo VI nella Esortazione Apostolica "Culto Mariano" (Marialis cultus), ci offre alcuni orienta-menti di base per il culto a Maria, che renderanno la nostra devozione a Maria, sana, vera, "mariana". 
Il culto a Maria oggi
«La devozione verso la Vergine Maria – scrive il Papa – (...) è elemento qualificante della genuina pietà della Chiesa. Per intima necessità, infatti, essa rispecchia nella prassi cultuale il piano redentivo di Dio, per cui, al posto singolare che in esso ha avuto Maria, corrisponde un culto singolare per lei; come pure, ad ogni sviluppo autentico del culto cristiano consegue necessariamente un corretto incremento della venerazione alla Madre di Dio...
Nel nostro tempo, i mutamenti prodottisi nel costume sociale, nella sensibilità dei popoli, nei modi di espressione della letteratura e delle arti, nelle forme di comunicazione sociale, hanno influito anche sulle manifestazioni del sentimento religioso. Certe pratiche cultuali – che un tempo non lontano apparivano atte ad esprimere il sentimento religioso dei singoli e delle comunità cristiane – sembrano oggi insufficienti o inadatte, perché legate a schemi socio-culturali del passato, mentre da più parti si cercano nuove forme espressive dell'immutabile rapporto delle creature con il loro Creatore, dei figli con il loro Padre.
Ciò può produrre in alcuni un momentaneo disorientamento...». 
Tre orientamenti per il culto della Vergine
* Biblico – «La necessità di un'impronta biblica in ogni forma di culto è oggi avvertita come un postulato generale della pietà cristiana. ... Il culto alla Vergine non può essere sottratto a questo indirizzo generale della pietà cristiana, anzi ad esso si deve ispirare per acquistare nuovo vigore e sicuro giovamento. La Bibbia, proponendo in modo mirabile il disegno di Dio per la salvezza degli uomini, è tutta impregnata del mistero del Salvatore e contiene anche, dalla Genesi all'Apocalisse, non indubbi riferimenti a colei che del Salvatore fu madre e cooperatrice. (...)
L'impronta biblica esige, soprattutto, che il culto della Vergine sia permeato dei grandi temi del messaggio cristiano, affinché, mentre i fedeli venerano colei che è "sede della Sapienza", siano essi stessi illuminati dalla luce della divina Parola ed indotti ad agire secondo i dettami della Sapienza incarnata».
* Liturgico – «... La norma della costituzione Sacrosanctum Concilium (La sacra liturgia), mentre racco-manda vivamente i pii esercizi del popolo cristiano, aggiunge: “Bisogna però che tali esercizi, (...), siano ordinati in modo da essere in armonia con la sacra liturgia, da essa traggano ispirazione, e ad essa, data la sua natura di gran lunga superiore, conducano il popolo cristiano.
... Due atteggiamenti potrebbero render vana nella prassi pastorale la norma del Concilio Vaticano II:
– innanzi tutto, l'atteggiamento di alcuni che si occupano di cura d'anime, i quali disprezzando a priori i pii esercizi – che pure, nelle debite forme, sono raccomandati dal Magistero – li tralasciano e creano un vuoto che non provvedono a colmare; essi dimenticano che il Concilio ha detto di armonizzare i pii esercizi con la liturgia, non di sopprimerli.\
– In secondo luogo, l'atteggiamento di altri che, al di fuori di un sano criterio liturgico e pastorale, uniscono un insieme di pii esercizi e atti liturgici in celebrazioni ibride. Avviene talora che nella stessa celebrazione del sacrificio eucaristico vengano inseriti elementi propri di novene o altre pie pratiche, con il pericolo che il Memoriale del Signore non costituisca il momento culminante dell'incontro della comunità cristiana, ma quasi occasione per qualche pratica devozionale.
A quanti agiscono così vorremmo ricordare che la norma conciliare prescrive di armonizzare i pii esercizi con la liturgia, non di confonderli con essa.
* Antropologico. «Nel culto alla Vergine si devono tenere in attenta considerazione anche le acquisizioni sicure e comprovate delle scienze umane… Si osserva, infatti, che è difficile inquadrare l'immagine della Vergine, quale risulta da certa letteratura devozionale, nelle condizioni di vita della società contemporanea e, in particolare, di quelle della donna nell'ambiente domestico [dove le leggi e l'evoluzione del costume tendono ... a riconoscerle l'uguaglianza e la corresponsabilità con l'uomo nella direzione della vita familiare]; sia nel campo politico, ...; sia nel campo sociale, ...; sia nel campo culturale ....
Ne consegue presso taluni una certa disaffezione verso il culto alla Vergine e una certa difficoltà a prendere Maria di Nazareth come modello, perché gli orizzonti della sua vita – si afferma – risultano ristretti in confronto alle vaste zone di attività in cui l'uomo contemporaneo è chiamato ad agire.
A questo proposito, ..., ci sembra utile offrire, noi pure, alcune osservazioni.
– Innanzi tutto Maria è sempre stata proposta dalla Chiesa all’imitazione dei fedeli non ... per il suo tipo di vita e, tanto meno, per l'ambiente socio-culturale in cui essa si svolse – oggi dovunque superato –; ma perché ella aderì totalmente e responsabilmente alla volontà di Dio; perché ne accolse la parola e la mise in pratica; perché la sua azione fu animata dalla carità e dallo spirito di servizio; perché, insomma, fu la prima e la più perfetta seguace di Cristo: il che ha un valore esemplare, universale e permanente.
– In secondo luogo, vorremmo notare che le differenze sopra accennate sono in stretta connessione con alcuni connotati dell'immagine popolare e letteraria di Maria, non con la sua immagine evangelica, né i dati dottrinali precisati nel lento e serio lavoro di esplicitazione della parola rivelata. (...)
La Chiesa, quando considera la storia della pietà mariana, si rallegra costatando la continuità del fatto, ma non si lega agli schemi rappresentativi delle varie epoche culturali, né alle particolari concezioni antropologiche che stanno alla loro base, e comprende come talune espressioni di culto, perfettamente valide in se stesse, siano adatte a uomini che appartengono a epoche e civiltà diverse».               
Per un "sano culto"....
Dopo aver offerto queste direttive, ordinate a favorire lo sviluppo armonico del culto della Madre del Signore, il Papa ritiene opportuno richiamare l'attenzione su alcuni atteggiamenti cultuali erronei.
«Il Concilio Vaticano II ha già autorevolmente denunciato 
– sia l'esagerazione di contenuti o di forme che giunge a falsare la dottrina, 
– sia la grettezza di mente che oscura la figura e la missione di Maria;
– nonché alcune deviazioni cultuali:
° la vana credulità, che al serio impegno sostituisce il facile affidamento a pratiche solo esteriori; 
° lo sterile moto del sentimento, così alieno dal Vangelo che esige opera perseverante e concreta». (...)
«La vigile difesa da questi errori e deviazioni renderà il culto alla Vergine più vigoroso e genuino:
– solido nel suo fondamento, per cui in esso lo studio delle fonti rivelate e l'attenzione ai documenti del  Magistero prevarrà sulla ricerca esagerata di novità o di fatti straordinari; 
– obiettivo, nell'inquadramento storico, per cui si elimina ciò che è manifestamente leggendario o falso; 
– adeguato al contenuto dottrinale, per evitare presentazioni unilaterali di Maria, le quali, insistendo più  del dovuto su un elemento, compromettono l'insieme dell'immagine evangelica; 
– limpido nelle sue motivazioni, per cui con diligente cura sarà tenuto lontano ogni meschino interesse. 
Infine, ... vorremmo ribadire che lo scopo ultimo del culto alla beata Vergine è di glorificare Iddio e di impegnare i cristiani ad una vita del tutto conforme alla sua volontà». Papa Paolo VI  2-2-1974

sabato 16 novembre 2024

STELLA DEL MARE ode di Padre NICOLA GALENO OCD


 

Ciclo su scorci pittorici del lago Maggiore, poesie e elaborazioni pittoriche di P. Nicola Galeno OCD

 






SABBIA MIGRANTE, OSSIA IL MONDO VISTO DA QUI di PADRE MAURO ARMANINO


Sabbia migrante, ossia il mondo visto da qui

Sbarcando a Niamey il mese di aprile del 2011 la parola ‘migrante’ non faceva parte del lessico locale. Si parlava piuttosto di ‘avventurieri’, oppure più semplicemente di ‘esodanti’. Queste due parole nominavano altrettante visioni del migrante, come gli occidentali lo chiamavano. L’avventuriero è una delle figure tipiche dell’immaginario culturale dell’Africa Occidentale perché andare lontano e di preferenza al mare era come un cammino iniziatico. Il giovane diventava ‘uomo’, avventurandosi verso il totalmente sconosciuto per i Paesi del Sahel, il mare! L’immenso, l’ignoto e cioè la grande sfida.

La seconda parola che definiva il migrante era, appunto, ’esodante’. Una parola evocativa che suona come un esilio scelto, un andare senza conoscere come, e se il partente sarebbe tornato.

In effetti nel Niger, da tempo, si praticava una migrazione stagionale che a volte si trasformava in definitiva. I Paesi della costa atlantica o il nord Africa, Algeria, Marocco e soprattutto Libia erano privilegiati. Un esodo provvisorio, per affrontare la stagione di passaggio tra il raccolto e la nuova stagione. Quanto gli avventurieri o esodanti mandavano o portavano a casa permetteva alla famiglia di creare nuove opportunità di emancipazione.

Arrivò poi, dall’Occidente, con una certa violenza, un nuovo lessico che trasformò radicalmente e in modo radicale, la percezione delle migrazioni. L’esodante divenne un ‘migrante’, si trasformò presto in ‘clandestino’, poi in ‘illegale’, ‘irregolare’, in ‘criminale’ o in un ‘illuso’ dall’Eldorado occidentale. L’esternalizzazione delle frontiere europee, peraltro iniziate prima del vertice nel 2015 a La Valette, col Marocco e il Soudan in particolare, hanno completato il processo di ‘criminalizzazione’ della migrazione come fenomeno. Si trattava di bloccare o almeno ridurre il numero di ‘potenziali migranti’ che avrebbero potuto attraversare il Mediterraneo. L’organizzazione Internazionale delle Migrazioni, OIM, l’Unione Europea e gli accordi bilaterali, hanno contribuito a rendere le rotte migratorie più inacessibili, pericolose e onerose. Non solo il mare ma anche il deserto si sono trasformati in cimiteri senza nome e volto. L’agenzia Frontex ha collaborato al respingimento di 27.288 naufraghi tra il 2019 e il 2023. I morti nel Mediterraneo dal 2014, secondo ‘Statista’ sono stati più di 30 mila. Una guerra!

La mobilità è una componente inseparabile della storia dell’umanità. Non casualmente essa è riconosciuta dalla Dichiarazione fondamentale dei diritti umani al numero 13. Ed è proprio dal continente africano, secondo gli specialisti, che si è iniziato il popolamento del mondo. L’Europa, tanto per rimanere in tema di memoria, è stata per oltre un secolo il continente dell’emigrazione verso le Americhe e l’Australia....

Si calcola che tra ‘800 e ‘900 quasi 50 milioni di persone intrapresero un viaggio senza ritorno verso nuove patrie. Le cause di questo fenomeno furono sia demografiche, con l’aumento della popolazione indotto dalla transizione demografica, che economiche, con l’aumento della produttività del lavoro in agricoltura. L’Italia, con quasi nove milioni di emigranti, fu uno dei paesi che contribuirono maggiormente a questi flussi migratori. Le correnti migratorie, innescatesi nella seconda metà del XIX secolo si mantennero sostenute fino al secondo dopoguerra. (www.units.it).

Le ragioni delle migrazioni sono molteplici e, in fondo, ogni migrante è la sua migrazione...Tuttavia, nell’analisi delle cause, non si dovrebbe sottostimare la realtà delle disuguaglianze economiche, le possibilità di formazione, crescita umana e, naturalmente, l’immaginario simbolico. Rimane un fatto inconfutabile che molti economisti di valore sottolineano. Si sostiene che la migrazione è stata finora il mezzo forse più importante per sfidare la povertà. Naturalmente la complessità del fatto migratorio dovrebbe renderci più attenti alle semplificazioni che spesso polarizzano il tema e le posizioni. Ad esempio, l’idea che i popoli africani ‘invadano’ l’Europa appare come fuorviante perché, com’è noto, la maggior parte delle migrazioni africane si effettuano all’interno dell’Africa, in particolare nell’Africa Occidentale.

I miti da smantellare o perlomeno da ridimensionare sono molti ed è innegabile che un’oculata politica di riflessione e accompagnamento del movimento migratorio, nel dialogo coi Paesi da dove provengono i migranti, gioverebbe a tutti, compresa l’economia dei paesi del Nord. L’inverno demografico dell’Occidente non è irrilevante e compito della politica dovrebbe essere anche quello di prevedere il futuro. Proprio di questo si tratta in fondo. Quale tipo di mondo vogliamo abitare assieme. Se un mondo di muri, reticolati, pattuglie e centri di detenzione esternalizzati o, preferibilmente, un mondo dove l’architettura principale siano i ponti.

             Mauro Armanino, Niamey, novembre 2024

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Il Paradiso non può attendere: dobbiamo già cercare il nostro Cielo qui sulla terra! Questo blog tratterà di argomenti spirituali e testimonianze, con uno sguardo rivolto al Carmelo ed ai suoi Santi