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"Preparare la via al Signore" con la Vergine Maria,
        Signora del Monte Carmelo 
Esercizi Carmelitani Online
 
III
        settimana: questa gioia che ci fortifica |  |  
 
     
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Vangelo di Gesù Cristo
          secondo san Luca (3,10-18) 
10Le folle lo
          interrogavano: «Che cosa dobbiamo fare?». 11Rispondeva loro: «Chi ha
          due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia
          altrettanto». 12Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli
          chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». 13Ed egli disse loro:
          «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». 14Lo
          interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?».
          Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno;
          accontentatevi delle vostre paghe». 
15Poiché il popolo era in
          attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se
          non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi
          battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non
          sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in
          Spirito Santo e fuoco. 17Tiene in mano la pala per pulire la sua aia
          e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia
          con un fuoco inestinguibile». 
18Con molte altre
          esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.. |  |  |  
 
     
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1. Commento evangelico: sulla forza e sulla gioia 
Ogni anno, la terza domenica d’Avvento è
        quella del Gaudete, cioè quella della gioia. Ed
        effettivamente, tutto il popolo si trova «in attesa [domandandosi]
        in cuor loro se non fosse Giovanni il Cristo». La venuta tanto
        sperata del Messia è motivo di grande gioia! I motivi di questa gioia
        intensa sono molto differenti nel cuore del popolo. Per gli uni, essa
        viene a dare senso a vita giudicate a volte inutili o spezzate. Cristo
        verrebbe allora a stabilire un Regno, quello di Dio, dove ognuno
        avrebbe il suo posto – un posto giusto e buono – dando una seconda
        possibilità anche ai pubblicani e alla prostitute (Mt 21,28). Per
        altri, anch’essi molto numerosi, il Cristo verrebbe a cacciare i romani
        invasori, togliendo il peso delle imposte e delle leggi diverse da
        quelle che Mosè ha lasciato per Israele. Per altri ancora, la tanto
        attesa venuta di Cristo sarà l’occasione di consacrare la loro vita al
        suo servizio e al servizio del suo Regno. Queste diverse prospettive e
        non esaustive hanno tutte un punto comune: sono fonte di grande gioia. 
Giovanni Battista raccoglie questa gioia
        delle folle che lo cercano e soprattutto non la contraddice! Al
        contrario, ne dà un altro motivo, che raggruppa tutti gli altri: c’è
        gioia nel prepararsi a ricevere Colui che sta per nascere, perché è
        « forte », e ancora è Colui che «vi battezzerà in
        Spirito Santo e fuoco». Per quanto riguarda i nemici, finiranno per
        essere bruciati «con un fuoco inestinguibile». Siamo tuttavia sicuri di
        capire bene queste parole, di comprendere bene questa grande ragione di
        gioia? Il fatto che i ribelli che rifiutano il Regno siano condotti ad
        essere consumati eternamente dal fuoco, questa è una cosa facile da
        capire e da rappresentarsi, anche se evidentemente ci disturba. Ma che
        cosa significa che il Cristo che sta per venire è «forte»? Che
        cosa significa che il popolo sarà battezzato «in Spirito Santo e
        fuoco» ? 
Per quanto riguarda la prima domanda,
        Giovanni non considera la forza del Messia sotto l’angolo visuale della
        potenza fisica. Essa non interessa il Battista. Egli stesso non è
        interessato ad un fisico da atleta, ben scolpito: preferisce vivere nel
        deserto, nutrendosi di cavallette e di miele selvatico (Mt 3,4) –
        alimentazione sana… ma che certo non favorisce lo sviluppo muscolare!
        –. E quando sarà consegnato alle mani omicide del re Erode, non
        cercherà lo scontro con i soldati che sono venuti per
        arrestrarlo. La forza di cui parla Giovanni non si traduce in
        prestazioni fisiche, ma in comportamenti appropriati, in comportamenti
        etici, come diremo noi oggi. 
Abbiamo già ricordato la prima domenica di
        questo tempo d’Avvento; restando desti e pregando sempre, «avrete la
        forza» [Lc 21,36] di fuggire «al fuoco inestinguibile»,
        grazie a questa forza divina che investe i cuori, evitando loro di
        appensantirsi per gli affanni della vita … Giovanni invita oggi i suoi
        ascoltatori a mettere in azione concretamente questa forza. Come? Colui
        che può condividere una parte dei suoi beni, lo faccia ora, dice il
        Battista. Questi ben possono essere beni materiali (Giovanni parla di
        vestiti e di alimentazione), ma possono anche essere altri beni, per
        esempio del tempo che ci si prende per condividerlo con il prossimo!
        Ugualmente, coloro che esercitano una autorità, sono delle guide, lo
        facciano senza opprimere i sottoposti. Poiché per Giovanni, la
        vera forza è quella che non cerca di rafforzarsi a spese degli altri.
        Si mette al contrario al servizio degli altri quando può, sapendo ben
        dominarsi quando rischia d’asservire gli altri. È una forza morale che
        veglia al contempo su se stessa e sul suo prossimo.  
Per quanto riguarda la domanda su che cosa
        sia questo battesimo «in Spirito Santo e fuoco», Giovanni
        Battista fa riferimento alle promesse di Dio nell’Antico Testamento. Il
        profeta Isaia evocava lo Spirito Santo come uno Spirito che dà la vita,
        anche a dei cuori rinsecchiti come un deserto (Is 32,15 ; 44,3). Da
        parte sua Ezechiele, annunciando la venuta dello Spirito Santo che
        trasformerebbe i cuori di pietra in cuori di carne, capaci dunque di
        vivere in una vera carità fraterna, piuttosto che marcire in una
        condotta dissoluta (Ez 36,27-29). E che cosa dire del profeta Gioele
        per il quale lo Spirito si effonderà sugli uomini facendoli
        profetizzare a loro volta, beneficando di sogni e visioni (Gl 3,1)? Per
        colui che vuole accogliere la presenza e la vita di Dio in se stesso,
        ecco delle grandi ragioni che fanno trasalire di gioia …  
Anche Maria ha esultato per questa grande
        gioia, come lo dice nel Magnificat. Oggi la Beata Vergine,
        Signora del Monte Carmelo, intercede per noi che riceviamo nei nostri
        cuori, a nostra volta, questa allegria che viene dallo Spirito. |  |  
 
     
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2. Meditazione: ricevere la gioia del Cielo con la Beata Vergine
        Maria, Signora del Monte Carmelo |  |  
 
     
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Mater dulcisCarmeli domina,
 Plebem tuam
 Reple laetitia
 Qua bearis
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Madre e Signoradel tuo Carmelo,
 di quella gioia
 che ti rapisce
 e sazia i cuori.
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Maria, Signora del Monte Carmelo, è
        una Madre che regna. È chiamata dolce Madre
        e signora di questo massiccio che si innalza serenamente verso
        il cielo. È attorniata dal suo popolo. Anche noi facciamo certamente
        parte di questo popolo, se siamo discepoli del suo Figlio.  
È una gioia consolante avere Maria per
        Madre. «Senza Maria, il cristiano è orfano», ha twittato papa
        Francesco il 2 settembre 2014! Presso Maria troveremo un rifugio, un
        riparo materno, una dolcezza consolante mescolata con una forza
        rinvigorente … Poiché abbiamo per Madre la donna forte descritta nel
        libro dei Proverbi (Pr 31). Abbiamo per madre la donna che
        restò in piedi sotto la croce, la donna che non dubitò della
        risurrezione che doveva accadere nel giorno di Pasqua.   
A Nazareth, nella parte settentrionale di
        Israele, la Vergine ha concepito il Bambino-Dio all’annuncio
        dell’arcangelo Gabriele. A partire da quel momento, «ricevette
        al contempo il Verbo di Dio nel suo cuore e nel suo corpo”, come
        scrissero i padri del Concilio Vaticano II nella Costituzione sulla
        Chiesa. Maria non ha dunque partorito Gesù solo nel suo corpo, ma lo ha
        ugualmente partorito nel suo proprio cuore! Non si può
        partorire un re senza essere una regina: ecco da dove proviene il regno
        della Maria, Signora sul Monte Carmelo, regno che mostra il suo
        regno nell’alto dei cieli.  
Madre e Regina, che cosa ci dice la Signora
        del Monte Carmelo sulla sua relazione con il [suo] popolo? La preghiera
        del Flos Carmeli ci informa di questa verità così
        consolante, così stimolante: la Regina non intende il suo regno sui
        fedeli al modo di una regina che domina sui suoi soggetti, imponendo il
        suo volere qui e là. Al contrario, Maria è una Regina che
        condivide con il suo popolo i suoi privilegi. Perché il suo regno
        non è fatto di servi o di domestici, è fatto solo di figli; figli di
        una Vergine Madre che condivide le sue prerogative regali. Tra gli
        eletti di Dio, tra i santi, in Cielo, ci sono solo Principi! Sul Monte
        Carmelo non c’è una Signora circondata dai suoi soggetti, sottomessi ad
        ogni suo desiderio; c’è una Regina con una moltitudine di figli di Re.
        I figli amano la loro madre, cercando certamente di servirla e di farle
        piacere, ma sono fondamentalmente liberi, non sono servi nella casa del
        Padre …   
È così che la grazia della Vergine Maria «risplende
        su tutta la comunità degli eletti», per riprendere, ancora un
        volta, una espressione del Concilio Vaticano II. Lo Spirito Santo che è
        stato dato a Maria, è dato anche a noi. La gioia che fu di Maria è
        quella di cui li Spirito vuole colmarci a nostra volta, perché il
        cristiano sia oggi pieno di quella gioia di cui la
        Vergine, a Nazareth, fu la prima beneficiaria.  
La maternità e la regalità di Maria,
        indissociabili,  si coordinano armoniosamente, tanto l’aspirazione
        profonda di Maria è quella di far partecipare i suoi figli al regno che
        ella stessa ha ricevuto grazie alla venuta di Gesù. Non trattenendo
        gelosamente il suo privilegio di aver partorito Cristo, Maria cerca,
        ancora e sempre, di comunicare ai suoi figli Colui che anche noi
        possiamo partorire, nei nostri cuori, per la grazia dello Spirito
        Santo. E qui ancora Maria è Madre degli eletti; poiché se non avesse
        accettato di accogliere nel suo cuore e nella sua carne la venuta del
        Verbo, come avrebbero potuto in seguito gli uomini accogliere a loro
        volta Colui … che il mondo non avrebbe mai visto?! Per questo Maria è
        allora la Madre della fede degli eletti; l’accoglienza della grazia di
        Cristo nella vita degli eletti nasce solo dopo l’accoglienza di questa
        grazia per l’assenso della Vergine di Nazareth. La grazia di una vita
        in Cristo nasce nella maternità divina di Maria, nel senso che senza
        questa maternità, non ci sarebbe nato alcun eletto. 
Ancora oggi la sua preghiera materna ci
        aiuta ad accogliere il frutto del suo cuore e delle sue viscere: Gesù
        Cristo. E con Lui, ad accogliere il dono gioioso dello Spirito che fa
        di noi figli del Padre. 
Nello sguardo di Maria possiamo indovinare
        quanto la gioia è presente nella parabole che suo Figlio racconterà sul
        Regno che ci attende. Il Regno dei Cieli è, infatti, presentato come un
        gioioso banchetto nuziale, come una gioia – quella del Signore – nel
        ricevere in condivisione (pensiamo alla parabola dei talenti …), come
        l’allegrezza per la scoperta  di una perla preziosa. Potremmo
        moltiplicare gli esempi. Ricordiamoci solo che questa terza domenica
        del tempo dell’Avvento è veramente la domenica della gioia! Viviamola
        durante tutta la settimana.  
fr. Cyril Robert, ocd
        (Convento di Parigi) |  |  
 
 
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3. Pregare ogni giorno della
        settimana |  |  
 
     
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Lunedì 17 dicembre: 
«Quando la Vergine pronunciò il suo fiat,
        cominciò sulla terra il Regno di Dio e lei ne fu la prima servitrice.»
        Santa Teresa Benedetta della Croce 
Ecco la serva del Signore: avvenga per me
        secondo la tua parola. Lc 1,38 
Offro il mio ‘fiat’,il mio sì, al Signore,
        in occasione degli avvenimenti inattesi di questo giorno. |  |  
 
     
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Martedì 18 dicembre: 
«Maria si teneva così piccola, così
        raccolta alla presenza di Dio da attirare su di sé le compiacenze della
        Trinità.» Santa Elisabetta della Trinità, Il Cielo nella fede, 39 
E subito, uscendo dall'acqua, vide
        squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una
        colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in
        te ho posto il mio compiacimento». Mc 1, 10-11 
Mi sforzo di essere tale che Dio abbia
        piacere di stare in mia compagnia. |  |  
 
     
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Mercoledì 19 dicembre: 
«So che a Nazaret, Madre piena di grazia,
        povera eri e nulla di più volevi: in terra è grande il numero dei
        piccoli che possono guardarti senza tremare.» Santa Teresa di Gesù
        Bambino, P 54,17 
Lascerò in mezzo a te un popolo umile e
        povero». Confiderà nel nome del Signore. Sof 3,12 
Oggi condivido un po’ del mio tempo, dei
        miei beni; offro il mio sorriso. |  |  
 
     
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Giovedì 20 dicembre: 
«Il Vangelo ci riporta solo qualche breve
        parola della Santissima Vergine. Quelle poche parole sono tuttavia così
        intense come pepite d’oro. Fondendo nel crogiolo ardente di una
        contemplazione amante, basteranno abbondantemente a fare di tutta la
        nostra vita un riflesso d’oro luminoso.» Santa Teresa Benedetta della
        Croce 
Bene per me è la legge della tua bocca, più
        di mille pezzi d'oro e d'argento.. Sal 119 (118), 72. 
Approfondisco oggi un testo biblico sino a
        quando non ho scoperto il tesoro che nasconde. |  |  
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Venerdì 21 dicembre: 
«Stare in adorazione davanti a Dio, amarlo
  con tutto il suo cuore, implorare la sua grazia per il popolo, essere attenta
  al minimo suo segno come serva del Signore, questa era la vita di Maria, la
  Madre di Dio.» Santa Teresa Benedetta della Croce 
Maria disse: «Ha soccorso Israele, suo
  servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri,
  per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Lc 1,54-55 
Come mi inserisco e mi impegno nella
  Chiesa, popolo di Dio? 
Sabato 22 dicembre: 
«Cerca Gesù nell’Eucaristia e vivrai con
  lui come la santissima Vergine a Nazareth.» Santa Teresa di Los Andes,
  Lettera 133 
Perché tutti siano una sola cosa; come tu,
  Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi, perché il mondo creda
  che tu mi hai mandato. Gv 17,21 
Mi unisco spiritualmente a tutte le
  Eucarestia celebrate oggi nel mondo e vi attingo la mia gioia. | 
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