AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

sabato 25 gennaio 2025

AL SUD DEL FUTURO. ELOGIO DEL SILENZIO di Padre MAURO ARMANINO

 



Al sud del futuro. Elogio del silenzio   

In una intervista che Illich registrò in Giappone con il suo amico Douglas Lummis nell’inverno 1986/87, Lummis lo interroga su un futuro possibile:           

«All’inferno il futuro!» gli risponde Illich, 
«È un idolo mangiatore di uomini. 
Le istituzioni hanno futuro… 
ma le persone non hanno futuro; 
le persone hanno solo speranza»

Questa citazione è presa da uno scritto di David Cayley su Ivan Illic, uno dei massimi pensatori e ‘profeti’ del ‘900. Essa appare all’inizio del libro ‘SPERANZA forza sociale’, pubblicato l’anno scorso. Al ‘sud del futuro’ si trova il Sahel, riva che confina col ‘mare’ chiamato Sahara. D’acchito tutto sembra congiurare contro di lei, la speranza. Sembra provarlo l’insicurezza in molte zone di questo spazio. Le migliaia di morti e gli spostamenti di popolazione come immediata conseguenza dei gruppi armati terroristi di ispirazione islamica. Le carestie che si susseguono e si confermano come rituale statistico di sofferenze nascoste. L’esclusione di contadini, allevatori e lavoratori precari che fanno dell’informale la sopravvivenza quotidiana. I bambini scomparsi dal processo scolastico e i giovani, la maggioranza della popolazione, col futuro confiscato.
C’è chi prova, pure qui, a suggerire un futuro differente a condizione che siano sacrificate vite umane per la salvaguardia della patria, dei confini e di un concetto egemone di sovranità. Poi arriverà finalmente l’attesa aurora di un nuovo Paese, quasi certamente domani, come nell’opera di Samuel Beckett, aspettando Godot. ‘Al sud del futuro’, nel Sahel e nel Sud del mondo forse non si trova futuro ma certamente si incontra la speranza perché lei è di sabbia. Così come le storie incontrate in questi quattordici anni passati su questa frontiera abitata dalla paura e l’attesa.
La speranza, infatti, non è una roccia sulla quale costruire chissà quali fortezze. Non è un recinto dove solo alcuni eletti possano essere accettati. Non somiglia neppure a chissà quale castello ben difeso dai più recenti sistemi di sorveglianza elettronica. Non è solida la speranza perché è fatta di sabbia e come la sabbia è fragile, eterna, resistente, nomade e soprattutto umile. Sono storie scritte sulla sabbia che il vento raccoglie, custodisce, trasforma in polvere e poi affida al silenzio che le porta lontano. Sarà proprio questo silenzio a salvare il mondo. 



Battesimi a Niamey

             Mauro Armanino, Niamey, gennaio 2025


martedì 21 gennaio 2025

MEMORIA DI SUOR MARIA CECILIA DELL'ANGELO CUSTODE

 

IN MEMORIA DI SR. MARIA CECILIA DELL’ANGELO CUSTODE  133.081

 

(Monastero di Sassuolo, 1942-2025)

 

Cara Sorella, che volesti al nome

di Battesimo unir quello di chi

fino al martirio continuò a cantare

l’appartenenza al Cristo dolce sposo,

scegliesti per cognome chi ti venne

dall’Eterno affidato qual custode.

In tempo non ho fatto ad inviarti

quest’omaggio poetico. Più bello

ti sembrerà nel leggerlo già in Cielo!

 

(Legnano 20-1-2025), Padre Nicola Galeno



(S. Maria dei Servi a Bologna)


IL QUADRO DELL’ANGELO CUSTODE    8689


Angelo premuroso, sai guidare

i passi dell’inerme fanciulletto,

conscio che gli innocenti sempre attraggon

lo sguardo compiacente dell’Eterno!


(Legnano 28-6-2006), Padre Nicola Galeno

 



 

In memoria di FRANCESCA DI MODUGNO, cugina di Padre NICOLA GALENO OCD

Padre  Nicola Galeno OCD ricorda la cugina Francesca Di Modugno







 

mercoledì 15 gennaio 2025

Polvere, fuoco, cenere e vento. A dieci anni delle chiese incendiate nel Niger di Padre Mauro Armanino


Polvere, fuoco, cenere e vento. 
A dieci anni delle chiese incendiate nel Niger


Fin dall’inizio c’è la polvere nella quale siamo stati impastati una mattina. Poi arrivò il soffio di vento e la creatura umana divenne vivente, Adama, fango che cerca la vita. Nel Sahel la polvere nasce con noi, ci avvolge, accompagna e diventa inseparabile compagna del nostro vivere quotidiano. La polvere prima osserva e poi, con sapienza millenaria, copre le umane vicende. Sui fatti e le parole scende una coltre di polvere che seppellisce imperi, dittature, regni, repubbliche, monarchie e avvenimenti.
La polvere ha coperto, da tempo, quanto accaduto a Zinder, la prima capitale del Paese e a Niamey, l’attuale. Il 16 e 17 gennaio del 2015, in relazione con quanto pubblicato dalla rivista francese Charlie Hebdo e un contesto politico nazionale teso, furono bruciati buona parte dei luoghi di culto, istituzioni e case di cristiani. Quel venerdì e sabato marcarono, a suo tempo, una sorta di frontiera tra un prima e un dopo. Stupore, desolazione, incredulità, sentimento di tradimento e dolore fu il fuoco.
Quanto accaduto ebbe mandanti ed esecutori. L’impressione che il tutto fosse stato orchestrato con un piano le cui finalità rimangono a tutt’oggi immaginabili e oscure ad un tempo. Vi furono veicoli che contenevano bidoni di benzina e, non casualmente, un pò dappertutto i punti d’acqua furono resi inservibili. Vi furono anche una decina di vite umane perse per sempre. Il fuoco fu il protagonista delle due mattinate. Non il fuoco che purifica o quello che si trasmette nel tempo, Un fuoco di morte.
Nelle ore che seguirono gli attacchi alle chiese e istituzioni cristiane (e francesi, in alcuni casi), nei luoghi incendiati rimase la cenere. Una cenere densa, triste e consapevole di essere stata il frutto di un grande inganno. In effetti, lo sappiamo per esperienza che c’è cenere e cenere. Quella che rimane dopo aver bruciato la legna per la cucina o per scaldare la casa e la famiglia. Una cenere pulita, che conserva a lungo le braci che possono servire ad altri per il fuoco. E poi la cenere delle chiese, vuota.
Per fortuna qualcuno ha inventato il vento. Pulisce e spazza via la polvere che copriva gli avvenimenti. Fa del suo meglio, anche se con maggiore difficoltà, per rimuovere pure la cenere. Entrambe, polvere e cenere costituiscono la nostra memoria selettiva. Ci sono cose che si coprono di polvere e altre che si coprono di cenere. E accaduto coi cristiani nelle città citate e succede nei villaggi attorno alla capitale nella zona delle ‘Tre Frontiere’. Musulmani e cristiani vittime della stessa follia di morte.
Compito e azione del vento è rivelare la nudità di quanto era rimasto. Allontanata la polvere e la cenere riemerge la verità dell’accaduto. Qualcosa di grave che in qualche ora ha potuto bruciare e distruggere quanto pazientemente intessuto in decenni di paziente rispetto reciproco. Ridare una memoria ripulita dal tempo e la dimenticanza, ecco quanto il vento ha saputo fare nel suo migrare tra le vicende umane. Polvere, fuoco, cenere e vento i fattori di quella verità che illumina. Non la lotta ma la verità rende liberi.



    Mauro Armanino, Niamey, 17 gennaio 2025

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Il Paradiso non può attendere: dobbiamo già cercare il nostro Cielo qui sulla terra! Questo blog tratterà di argomenti spirituali e testimonianze, con uno sguardo rivolto al Carmelo ed ai suoi Santi