sabato 25 agosto 2012

DESTARSI


Ho letto, riletto ancora, a letto
Emozioni provando, forti
Mi eri accanto, fantasmagorico
Sogno, e crudele realtà

Sei presente, invano cerco
Di allontanare il mio pensiero
Dalla tua costante assenza
Che, inconsapevole, ferisce

Difficile trasformare il sogno
In concreta presenza
Finestre a sbarre, come di prigione
Limitano e vorrei limarle

E volare via, verso tramonti
Albe e mezzogiorni infocati
E ritrovo occasi scialbati
O arsure di giorni addormentati

Senza di Te, io sono il nulla
E a nulla vale fugare la realtà
Non sei con me, eppur soccombo
All’incombente tua verità

E vivo perché Tu vivi, respirando
L’atmosfera che permane
Dalle carezze del sole che è Tuo
E pur mio, lo stesso, così la luna

Mi porterà pallore, e pur fortuna
Con le stelle a contorno
Destandomi dall’incantato sogno
Lentamente, si sta facendo giorno.

12 agosto 2012
Danila Oppio
Inedita




2 commenti:

  1. Che dire di questa poesia? Mi sembra un'ode all'amore piuttosto che un lamento verso quella signora che si chiama "solitudine".
    L'io profondo di chi scrive è formato anche da pensieri intimi che son difficili da leggere e interpretare.
    Ed è già una vittoria su sè stessi
    quel "destarsi"e poter continuare a... vivere
    Molto apprezzata, Danila, grazie
    Gavino

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  2. Infatti, Gavino, non è un lamento, è un'ode alla vita, I sogni sono irreali, a volte si trasformano in incubi, e allora meglio sempre accettare la realtà, anche se spesso non coincide coi sogni - castelli in aria . che un individuo si crea, magari per sfuggila. E l'amore, non è forse la base su cui si poggia l'esistenza di ognuno di noi?

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