AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

lunedì 31 ottobre 2011

L'ETERNO RIPOSO...

Ecco come il Rinnovamento Carismatico ha modificato la preghiera che recitiamo per i nostri defunti.
Eterna gioia dona a loro Signore, splenda ad essi la Luce perpetua, vivano in pace.Amen.
In effetti quel "riposo" suona male. C'è da chiedersi: "possibile che la nostra occupazione eterna sia così inutile?".
Approfondendo: il riposo, nella tradizione della Chiesa, è riferito al compimento della storia della salvezza. E' soprattutto il riposo sabbatico che ci permette di interpretare correttamente la preghiera che eleviamo a Dio perché conceda il riposo eterno ai defunti. Il riposo sabbatico, infatti, è presentato dalla Scrittura come un dono di Dio (Es 16,29) perché gli uomini possano sperimentare la libertà dalla fatica, dalla schiavitù e da ogni sopruso di un uomo sull'altro.(Gs 1,13-15).
Il riposo è l'immagine con la quale la Scrittura esprime il raggiungimento della terra promessa dopo il lungo e faticoso esodo dalla schiavitù dell'Egitto.
Ma il contenuto di altri studi fa invece riferimento al "giudizio" che si trova nel Cap. 25 di Matteo.
Si tratta del "giudizio" di quanti non hanno mai conosciuto Dio. Non saranno giudicati in base a parametri religiosi (se hanno creduto o no, se hanno pregato, se, se...) ma in base a parametri umani, perché la novità portata da Gesù è quella di un Dio che si fa uomo, Per un Dio profondamente umano, il rapporto e la relazione non si ha innalzandosi, separandosi dagli altri, ma abbassandosi per servire gli altri.
Più la persona è umana, più incontra il divino che è in lei.
Il Signore dice: "Avevo fame e mi avete dato da mangiare...e quelli rispondono: quando mai Signore ti abbiamo visto e Gesù riprende: ogni volta che avete fatto ciò ad una qualunque delle persone che avete incontrato, l'avete fatto a me.
Questa è la novità portata da Gesù: ciò che determina la riuscita o no nell'esistenza, non è il rapporto con la divinità, con la religione, ma il rapporto con l'umanità; un uomo può essere tanto pio, tanto religioso, tanto devoto ma, come accade a volte, disumano e insensibile alle sofferenze altrui. Ebbene, a costoro che non hanno fatto opere straordinarie, ma hanno semplicemente risposto ai bisogni dell'umanità, Gesù dice: venite benedetti dal Padre mio nel regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo.Quanto sopra è parte di un testo rielaborato da G.Z. e non voglio appropriarmi di scritti altrui, però a tutto questo mi sento di aggiungere quanto segue:
La differenza tra l'egoista e l'altruista, tra l'egocentrico e il disinteressato sta nella capacità  di amare. L'Amore non ha limiti, non si esaurisce mai, se devoluto al prossimo, mentre se lo si vuole solo per sé, implode. L'altruismo è la forza centrifuga dell'Amore, che lo espande a macchia d'olio!
L'Apocalisse, al cap. 14 dice: Beati d'ora in poi, i morti che da ora innanzi muoiono nel Signore. Si, dice lo Spirito, essi si riposano dalle loro fatiche perché le loro opere li seguono.
L'unica cosa che ci seguirà nell'ingresso della vita definitiva sono queste opere con le quali abbiamo comunicato vita: abbiamo dato da bere, abbiamo dato da mangiare, abbiamo visitato, abbiamo ospitato.
E il capitale con il quale entriamo nella vita definitiva, è il bene concreto che si è fatto agli altri.
Questo riposo non è il "famoso" riposo eterno che sembra quasi una condanna all'ergastolo - riposare per tutta l'eternità, ma significa essere associati all'azione creatrice del Padre.
Allora questo è meraviglioso. Gesù ci dice che i nostri cari, passati attraverso la soglia della morte, non sono lontani da noi, non stanno in un cimitero.
Ora i nostri cari ci amano con l'amore di prima, potenziato e rafforzato da quello di Dio. Ecco perché Gesù dice: Venite benedetti dal Padre mio nel regno preparato per voi: chiamati a collaborare alla creazione che incomincia qui, in questa esistenza terrena e continua poi per sempre.
A Giorgio tanti ringraziamenti per questo testo meditativo!
Al Signore, lode e onore per questo Paradiso che ci attende!

domenica 30 ottobre 2011

CHI SONO I SANTI?

NEL POST PRECEDENTE HO SCRITTO A PROPOSITO DEGLI EROI DEL NOSTRO TEMPO (EROI DI FANTASIA) ED AVEVO POSTO UN RAFFRONTO TRA QUESTI PERSONAGGI DI FINZIONE, CON GESU' E MARIA VERGINE, EROI ETERNI E STRAORDINARIAMENTE VERI. IERI HO LETTO QUANTO SCRIVE PADRE RANIERO CANTALAMESSA, E SONO RIMASTA A DIR POCO SBALORDITA, NEL TROVARE UN NESSO TRA IL MIO PENSIERO E QUANTO LUI SCRIVE DEI SANTI.  DOMANI LI FESTEGGIAMO, MA CHI SONO I SANTI?
RIPORTO, DALLE OMELIE DI FR.CANTALAMESSA, QUANTO CI SPIEGA:
"Da tempo gli scienziati mandano segnali nel cosmo in attesa di risposte da parte di esseri intelligenti esistenti in qualche pianeta sperduto. La Chiesa da sempre intrattiene un dialogo con abitanti di un altro mondo, i santi. Questo è ciò che proclamiamo dicendo: "Credo nella comunione dei santi". Se anche esistessero abitanti al di fuori del sistema solare, la comunicazione con essi sarebbe impossibile perché tra la domanda e la risposta dovrebbero passare milioni di anni. Qui invece la risposta è immediata perché c'è un centro di comunicazione e di incontro comune che è il Cristo risorto. 
Forse, anche per il momento dell'anno in cui cade, la festa di Tutti i Santi ha qualcosa di particolare che spiega la sua popolarità e le numerose tradizioni ad essa legate in alcuni settori della cristianità.
Il motivo sta in ciò che dice Giovanni: In questa vita, "noi siamo figli di Dio,ma cià che saremo ancora non appare";siamo come l'embrione nel seno della madre che anela a nascere. I santi sono quelli che sono "nati" (la liturgia chiama "giorno natalizio", dies natalis, il giorno della loro morte); contemplarli è contemplare il nostro destino. Mentre intorno a noi la natura si spoglia e cadono le foglie, la festa di Tutti i Santi ci invita a guardare in alto; ci ricorda che non siamo destinati a marcire in terra per sempre come le foglie.
...Una beatitudine:"Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia perché saranno saziati". I santi sono coloro che hanno avuto fame e sete di giustizia cioè, nel linguaggio biblico, di santità. Non si sono rassegnati alla mediocrità, non si sono accontentati delle mezze misure.
Chi sono i santi? Sono "coloro che hanno lavato le loro vesti nel sangue dell'Agnello". La santità si riceve da Cristo; non è di produzione propria. Nell'A.T. essere santi voleva dire "essere separati" da tutto ciò che è impuro; nell'accezione cristiana vuol dire piuttosto il contrario e cioè "essere uniti, s'intende a Cristo.
I santi, ovvero i salvati, non sono soltanto quelli elencati nel calendario o nell'albo dei santi. Vi sono anche i "santi ignoti": quelli che hanno rischiato la vita per i fratelli, i martiri della giustizia e della libertà, o del dovere; i "santi laici", come li ha chiamati qualcuno. Senza saperlo, anche le loro vesti sono state lavate nel sangue dell'Agnello, se hanno vissuto secondo coscienza e hanno avuto a cuore il bene dei fratelli. Una domanda viene spontanea: "cosa fanno i santi in Paradiso? La risposta è, anche qui, nella Parola: "i salvati adorano, gettano le loro corone davanti al trono, gridano: "Lode, onore, benedizione, azione di grazia...". Si realizza in essi la vera vocazione umana che è di essere "lode della gloria di Dio"(Ef.1,14). ll loro coro è guidato da Maria che in Cielo continua il suo cantico di lode: "L'anima mia magnifica il Signore". e' in questa lode che i Santi trovano la loro beatitudine ed esultanza: "il mio spirito esulta in Dio". L'uomo è ciò che ama e ciò che ammira. Amando e lodando Dio ci si immedesima con Dio, si partecipa della Sua gloria e della Sua stessa felicità.
Un giorno un santo, S. Simeone il Nuovo Teologo, ebbe una esperienza mistica di Dio così forte che esclamò tra sé: "Se il Paradiso non è che questo, mi basta!". Ma la voce di Cristo gli disse: "Sei ben meschino se ti accontenti di questo. La gioia che hai provato in confronto a quella del Paradiso è come un cielo dipinto sulla carta rispetto a quello vero".

QUESTE PAROLE MI HANNO FATTO RIFLETTERE E MEDITARE, LE GIRO A VOI, FATELE VOSTRE COME IO LE HO FATTE MIE! L'amore e l'amicizia sono  condivisione!

BUONA FESTA DI TUTTI I SANTI!!!

giovedì 27 ottobre 2011

A LUCIA GAMBACORTA IN VENEZUELA

E' la prima volta che mi capita di rispondere a qualcuno con un post!! Ma perché è la prima volta che qualcuno si unisce al mio blog scrivendo una bellissima lettera nella sua presentazione e non con un  semplice commento!
Cara Lucia,
sono felice di apprendere che tu sei consacrata alla Madonna del Carmelo, e di leggere quanto tu scrivi sulla tua fede, che sento forte!! Mi fa piacere che il tuo lavoro sia occuparti  delle persone anziane, è segno che le tue scelte sono orientate al bene del prossimo. Immagino con quanta gioia tu attenda i tuoi nipotini gemelli, e con quanto amore ti occuperai di loro. Qui in Italia ho un'amica carissima, italo-venezuelana come te, che bella coincidenza! Di lei ho pubblicato qualche poesia, anche in lingua spagnola. Se hai tempo di navigare su questo "Paradiso", le troverai certamente! Puoi rispondermi con un commento, sotto questa lettera, oppure sul mio indirizzo di posta email, che trovi in alto a destra della prima pagina del blog, così possiamo tenerci in contatto personalmente e non pubblicamente!!! 
Questo è l'unico modo per informarti che ho letto quanto hai scritto, ti auguro tutto il bene che il Signore di certo di elargirà e dammi notizie dei nipotini, quando nasceranno!!!! Per ora, tanti auguri a te a tuo figlio, a sua moglie e ai piccolini!!! Il mio abbraccio come potrà mai essere, se non  formato....Paradiso? Eccotelo! Danila

martedì 25 ottobre 2011

SUPERMAN, SPIDERMAN, BATMAN E COMPANY - per i bambini e non!

ECCO QUA UN MANIPOLO DI EROI MODERNI!!! Sono quelli che fin da bambini ognuno voleva imitare: forti, capaci di imprese straordinarie, combattono i cattivi, il male, compiono gesta miracolose e affascinanti.
Chi non ha mai posseduto un fumetto di Superman (un tempo si chiamava Nembo Kid), o dell'Uomo Ragno (Spiderman), o dell'Uomo Pipistrello (Batman), oppure non ha avuto mai tra le mani un pupazzo che li raffigurava?
E chi non è mai andato al cinema per vederne le imprese in un film dagli effetti speciali? E poi guardiamo a quell'ominide grigio, ma spesso di colore verde, detto impropriamente Marziano, i cui appassionati di fantascienza credono possibile la sua esistenza, il famoso E.T., per esempio ha incantato milioni di bambini e di adulti. E Alien, con i suoi giganteschi mostri che paiono insetti fuori misura? Tutti, indifferentemente, eroi del nostro tempo.

Allora, se credete che questi eroi possano avere forza sovrannaturale, poteri impossibili all'uomo normale, se credete che altre creature provengano da mondi lontani, come mai non riuscite a credere che Gesù Cristo ha fatto miracoli straordinari, perché Lui stesso è straordinario? Perché non credete che proviene dal Cielo - che tutto sommato è un mondo lontano dal nostro, in una dimensione spirituale molto differente dalla nostra dimensione terrena? Perché non dovrebbe essere nato da una Superdonna, pura come un angelo, e casta come un fiore? E che ha avuto come Padre il Creatore dell'intero Universo? Perché si deve pensare che degli alieni abbiano visitato la Terra, e non vogliamo credere che gli Angeli ci sono accanto, invisibili ma presenti? 
Però molti credono ai fantasmi, agli ectoplasmi, agli spiriti negativi e a quelli positivi. Maghi, streghe e fattucchiere hanno sempre abitato nella mente dei narratori, i quali producevano fantastiche meraviglie.

Resta più facile credere nelle favole, nei racconti di fantascienza, negli eroi dei fumetti, nell'invasione degli alieni che a Gesù Cristo?
EPPURE IL FIGLIO DI DIO E' REALMENTE VENUTO SU QUESTA TERRA, E' PASSATO FACENDO MIRACOLI ECCEZIONALI, E' RISALITO AL CIELO E CI HA PROMESSO CHE TORNERA' (PARUSIA). LUI SI' CHE HA COMBATTUTO CONTRO IL MALE, MA NON SFERRANDO PUGNI O LANCIANDO UNA RETE, BENSI' USANDO PAROLE DOLCISSIME, INSEGNANDO LA PACE E L'AMORE, GUARENDO I MALATI E RISUSCITANDO I MORTI.
ORA DITEMI: CHI E' IL VERO EROE, L'UOMO DA IMITARE, DA AMMIRARE E DA ADORARE? E CHI E' LA SUPERDONNA CHE GLI E'  MADRE? 
IO NON HO DUBBI: GESU' E MARIA!!!!!!

PERCHE' MARIA VERGINE E' ASSUNTA IN CIELO COL SUO CORPO?


Molto spesso mi sono posta l'interrogativo: come può una creatura terrena salire al Cielo col suo corpo, ovvero non morire alla vita mortale? E' quanto è successo a Maria Vergine, Assunta in Cielo!
Allora ho fatto questo ragionamento molto semplice, di sicuro non  conforme al Catechismo della Chiesa, e  poiché sono persona di grande fede ma di poca cultura, mi lascio guidare da quanto ho letto nella Genesi. Ecco: Adamo ed Eva vennero creati perfetti da Dio, e messi ad abitare nell'Eden.
Solo dopo il peccato originale, dove è venuta meno la fiducia nel Dio Creatore, l'obbedienza a Lui e nacque nel cuore dei progenitori la superbia, Dio li cacciò dal Paradiso terrestre, 
Ma nella Genesi, la parte che meglio ci riguarda è la seguente: "Gen.3,22: Il Signore  Dio disse allora:
"Ecco, l'uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell'albero della vita, ne mangi e viva per sempre!". Il Signore Dio lo scacciò dal giardino dell'Eden, perché lavorasse il suolo da dove era stato tratto. Scacciò l'uomo e pose ad oriente del giardino dell'Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via dell'albero della vita.".
Tutti noi, discendenti di Adamo e di Eva, siamo destinati a morire, a soffrire nella carne e nello spirito, a lavorare per il nostro sostentamento. Non potremo mai vivere in eterno su questa Terra. 
Ma se una Donna nasce senza peccato originale, e la Madre di Dio non può essere peccatrice e neppure portare nella Sua santa esistenza la cicatrice del peccato d'origine, quella donna non può morire in quanto Adamo ed  Eva furono creati da Dio per essere immortali anche nella natura umana. Eliminato quindi il peccato originale, tutto torna alle origini antecedenti il peccato di Adamo, alla tentazione di satana. Maria Vergine quindi, essendo priva, per grazia di Dio, del peccato d'origine, non poteva morire, in quanto rinata come nuova Eva. Ecco quindi la dormizione, ma non la morte fisica, l'Assunzione al Cielo, e non la sepoltura. Così Suo Figlio, essendo Figlio di Dio e figlio di Maria purissima, monda dal peccato originale, non poteva morire per sempre. Anch'Egli privo del peccato di Adamo ed Eva, nuovo Adamo dai cromosomi di Maria - il suo lato meramente umano - e il suo lato divino, in quanto Figlio dello Spirito Santo (l'Amore di Dio che lega il Padre al Figlio), non poté morire per sempre, ma Risorse il terzo giorno.
Lo so, certi misteri li può svelare solo la fede, e solo parzialmente, tutti quelli che hanno bisogno di conferme materiali, non potranno mai comprendere né l'Immacolata Concezione, né la Verginità di Maria,  né la Sua Santa Maternità, né tantomeno la sua Assunzione al Cielo, così come risulterebbe incomprensibile la Risurrezione del Cristo. 
Il mio cuore, riguardo ai non credenti, è pieno di amarezza: non riuscire a staccare i piedi e la mente dal suolo terreno, restare legati a questa esistenza pensando che sia la sola concessa, il non comprendere che vi è qualcosa di eterno che è la nostra anima, e che i testimoni di questa eternità sono Gesù e Maria,  è un limite che non riescono a valicare, e che li imprigiona in spazi ristretti e limitati.
Ho cercato con questo semplice articolo di spiegare con le mie parole qualcosa che dovrebbe essere inspiegabile, misterioso ma che la Fede illumina. Mi sono servita della Bibbia per avvalorare le mie parole e chiudo affermando che la Fede apre la mente ad un'intelligenza superiore, e dona parte della Sapienza del Padre. Amate Maria e Gesù nella Santissima Trinità, ed il vostro cuore sarà ricolmo di una gioia tale che è già preludio di Eternità!!!!

domenica 23 ottobre 2011

GIOVANNI BATTISTA SALVI DETTO IL SASSOFERRATO


Giovanni Battista Salvi da Sassoferrato (25 agosto 1609 - 8 agosto, 1685), noto anche come Giovanni Battista Salvi, è stato un pittore  dell'Italia baroccaEgli è spesso definito solo dal nome della sua città natale ( Sassoferrato), come era consuetudine nel suo tempo,  per esempio come da Vinci e Caravaggio.
Sassoferrato è stato apprendista sotto suo padre, il pittore Tarquinio Salvi; frammenti di lavoro di Tarquinio sono ancora visibili nella chiesa di San Francesco a Sassoferrato. Il resto della formazione di Giovanni non è documentato, ma si pensa che abbia lavorato sotto il bolognese Domenichino , un apprendista principale di Annibale Carracci (c. 1580). Altri due tirocinanti presso Carracci furono Francesco Albani e Guido Renii, che hanno influenzato anche Sassoferrato. 
Ma molti lo inseriscono tra i Preraffaelliti.
Questi quadri che raffigurano la Vergine, sono di una bellezza che incanta, si respira aria di Amore materno molto forte, così come dalla Vergine triste e  da quella orante si percepisce il dolore e la mistica preghiera.Osservate queste due Maternità, sembrano la stessa immagine allo specchio, ma se le guardate con occhio più attento, vi accorgerete di alcune piccole differenze: il velo che cade in modo diverso sulla spalla, la mano di Maria ch sostiene in Bimbo, in una il dito indice si trova sotto il velo, nell'altra è ben visibile. Anche il viso della Vergine non è uguale nei due dipinti, una lieve differenza fa capire che si tratta di due opere diverse, così come il piedino di Gesù è leggermente spostato rispetto al primo quadro. Vien da pensare: sarà un falso d'autore? O il Sassoferrato ha dovuto rifare lo stesso quadro per accontentare il desiderio del committente che lo voleva simile al precedente, ammirato altrove? Io non lo so, sicuramente potrebbe rispondere a questo quesito un esperto d'arte, ma penso che la mia supposizione non si discosti dalla realtà, ovvero che il Sassoferrato abbia esaudito, con una quasi replica, il desiderio di un committente.
Superbi capolavori, ne sono rimasta incantata e ho voluto condividere con voi queste bellissime immagini di Maria! 
Ave Maria, piena di Grazia, il Signore è con te, tu sei benedetta tra tutte le donne e benedetto il frutto del seno tuo Gesù!



sabato 22 ottobre 2011

Hélène Grimaud - Documentary, Living with Wolves

Sono riuscita a trovare questo fantastico documentario che riguarda Helene Grimaud non solo come musicista, ma anche come amica dei lupi. Se avete la pazienza di guardare il video (non importa se non riuscite a seguire l'audio, essendo in lingua inglese) vedrete immagini tenerissime di Helene con i suoi amici lupi, che con lei si comportano da cagnolini domestici, Che meraviglia questo dualismo tra arte e natura!!!

LA PACE E' FIGLIA DELLA SAPIENZA

Nel Poema dell'Uomo-Dio, volume quarto, Maria Valtorta scrive:

"Vi dò la mia pace perché vi prepari lo spirito all'intendere. Nella tempesta non può giungere la Voce del Signore. Ogni turbamento nuoce alla Sapienza perché essa è pacifica, venendo da Dio. Il turbamento invece non viene da Dio, perché le sollecitudini , le ansie, i dubbi, sono opera del Maligno per turbare i figli dell'uomo e separarli da Dio".

E' un concetto che fa riflettere nel profondo. Quando siamo inquieti, preoccupati, oberati da mille problemi, non siamo nella pace e soffriamo nello spirito. Il nostro cuore non è in grado di accogliere il Signore nel dovuto modo. Certo lo preghiamo, affinché ci aiuti, ma spesso ce ne dimentichiamo, adducendo a Lui il suo disinteresse nei nostri riguardi quando invece siamo noi a disinteressarci di Lui. Non facciamo così anche tra noi Suoi figli? Non addossiamo ad altri colpe che invece sono solo nostre, ovvero vediamo negli altri i nostri stessi difetti che però non ammetteremo mai di possedere? La famosa pagliuzza negli occhi altrui, mentre noi abbiamo una grossa trave nei nostri? Quante volte, se ci accade qualcosa di spiacevole, pensiamo che Dio ci abbia abbandonato? E che forse, magari, chissà, non si tratti di quel Dio premuroso, paterno, che ci è stato descritto? O, peggio ancora, non crediamo nella Sua infinita onnipotenza e quindi nella Sua capacità di venirci in soccorso?
Ricorro spesso ai proverbi della nonna: "aiutati che Dio ti aiuta". Significa semplicemente che non dobbiamo stare immobili crogiolandoci nel nostro dolore, o piangere amare lacrime sulle nostre sconfitte, aspettando che la manna cada dal Cielo. Significa che dobbiamo metterci all'opera per dimostrare al Signore che non abbiamo perso la buona volontà anche se  le cose non vanno come avremmo sperato. In questo modo, la pace non verrà mai. Confidando nell'intervento del Signore, predisponiamo la nostra anima all'accoglienza, e allora Lui arriva, inatteso, perché trova l'ambiente riscaldato dalla fiamma dell'Amore, della Speranza in Lui. Allora il nostro cuore diventa la Sua casa, e Lui, abitandola, porta la Sua pace. 
Vediamo dunque che l'agitazione del nostro cuore, del nostro spirito, ci allontana da Dio. Ma non è tanto Lui a volersi separare da noi, quanto noi a creare un'atmosfera inadeguata alla Sua venuta, inospitale come una caverna fredda e piena di correnti malsane. Ecco che "aiutati che Dio ti aiuta" chiarisce ampiamente il pensiero: proviamo ad allontanare da noi tutti i sentimenti negativi che scombinano la nostra esistenza, quei sentimenti che fanno più male a noi che a coloro sui quali li riversiamo, e rappacificandoci con noi stessi, la nostra piccola pace verrà amplificata dalla grande Pace del Signore. Termino con questa formichina allegra, che è felice anche negli umili lavori domestici, perché le sue azioni ed i suoi pensieri  sono buoni agli occhi del Signore.

martedì 18 ottobre 2011

Helene Grimaud Credo interview

“Non voglio che tu sia la migliore. Voglio che tu sia unica.” Così le disse un giorno uno dei suoi maestri.
Hélène Grimaud, pianista francese oggi tra le più richieste al mondo, ha una particolare predilezione per Beethoven. Al Waldbühne di Berlino ha di recente suonato il Concerto per pianoforte n. 5, l’“Imperatore”.
“Penso che i mezzi a disposizione di Beethoven per scrivere la sua musica fossero insufficienti per lui. Era un musicista che componeva, molto spesso, ‘al di là’ – al di là dello strumento disponibile all’epoca… perfino al di là dell’involucro della materia. Quando ci si trova di fronte a un tale slancio… c‘è qualcosa di incontenibile… in ogni caso, si deve fare i conti con qualcosa di tattile, qualcosa che ha dei limiti. E trovare la giusta misura tra l’espressione di questo folle estremismo pur mantenendo salde le redini… ecco, è quello che trovo più difficile in questo concerto.”
A quest’opera Hélène Grimaud è arrivata col tempo.
“A lungo ho avvertito soprattutto un tono ‘militaresco’. Invece, avvicinandomi poi all’opera, ho capito che in realtà era tutta un’altra cosa – c‘è piuttosto una gioia debordante, un’energia vitale, si sprigiona come una forza tellurica, che non c’entra nulla con quel colore un po’ marziale che mi pareva di cogliere quando ero più giovane.”
Nel corso del tempo la musica cambia all’interno di chi l’interpreta. “Pur in un lasso di tempo abbastanza breve, cinque anni, cambia continuamente. Anche questo è il mistero, il miracolo, di questa musica – il fatto che cambi dentro di voi, vostro malgrado. E una volta assorbita l’opera, la materia, la sua fibra – tra l’altro anche quando non la si suona o non ci si lavora sopra – quando ci si ritorna, uno si rende conto che la musica, dentro di sé, ha fatto la sua strada.”
Hélène Grimaud è una perfezionista… che rifugge l’idea di perfezione. “I momenti più belli non sono quelli perfetti ‘plasticamente’. Sono invece i momenti in cui si sente la fragilità, l’abisso, in cui si coglie che tutto è in gioco, tutto è a rischio. E sono quei momenti che mi toccano di più, che mi entusiasmano di più, che più mi prendono. Trovo che l’arte si esprima nel rischio, non nella tranquillità.”
Helene è unica davvero, non solo in campo musicale, la sua passione per i lupi la portò a fondare il "Wolf Conservation Center" dividendosi tra la sua carriera musicale e lo studio dei lupi, difendendone la conservazione della specie.  
Senza volere, ancora una volta mi trovo a parlare di lupi su questo blog......un bisbiglio di S.Francesco?

lunedì 17 ottobre 2011

H. Grimaud 1/3 Rachmaninov piano concerto No.2 in C minor, op.18 [Moderato]

Pianista d'eccezione, direttore
splendido, concerto incantevole: Bravo Rachmaninov!!! Solo Beethoven ti supera!!!(a mio gusto, s'intende!). Riposate la vostra mente ascoltando questa melodia ad occhi chiusi!!! E' l'anticamera del Paradiso!

domenica 16 ottobre 2011

LE SANTE QUARANTORE

PROVIAMO A PREGARE COSI': NON SOLO DURANTE L'ESPOSIZIONE EUCARISTICA, MA IN OGNI MOMENTO IN CUI VOGLIAMO TENERCI IN CONTATTO CON IL SIGNORE:

                  Vieni a parlarci, Signore. Vieni a pronunciare le parole che nessun altro dice,
quelle che vengono direttamente dalla Tua eternità.
Quelle che possono cambiare tutta la nostra esistenza.
Vieni a parlarci, Gesù, come hai parlato un tempo ai discepoli,
quando svelavi loro il senso più segreto dei disegni del Padre e del loro destino,
Vieni a parlarci, Maestro, a tracciare la nostra strada con la tua autorità,
a illuminare il nostro spirito con la tua voce infallibile
ed a farci accedere alle tue beatitudini.
Vieni a parlarci al cuore, a ripeterci sottovoce l'immenso amore divino 
che hai rivelato nel Tuo Vangelo e che spiega tutto della tua predicazione.
Vieni a parlarci tu stesso, donandoci la tua presenza oltre la tua Parola,
perché abbiamo bisogno di sentirti personalmente
per cogliere il tuo messaggio e per aderirvi. Amen.

Dal Vangelo secondo Giovanni (13,3-6 - 12-16)
Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava,si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vira. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto. Quando duque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: "Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono: Se dunque io, il Signore ed il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato". Parola del Signore.

Madre Teresa di Clacutta diceva:

Non cercare Dio...
potresti non trovarlo....
Abbandonati a Lui:
LO TROVERAI
Non cercate Gesù in terre lontane:
Lui non è là. E' vicino a voi.E' con voi.
Basta che teniate il lume acceso
e Lo vedrete sempre.Continuate a riempire il lume
con piccole gocce d'amore
e vedrete quanto è dolce
il Dio che amate.

Ho proposto queste preghiere e letture evangeliche perché mi hanno particolarmente colpita, e desidero condividerle con voi. Fanno bene, fanno bene al cuore, allo spirito e alla mente....l'ho verificato personalmente! Le ho anche scelte per farvi meglio comprendere che alcuni miei articoli non vogliono colpire nessuno in particolare, ma sono, come Giovanni Battista, il grido nel deserto di una donna che fatica a comprendere come mai molti hanno voltato le spalle al Signore e quale è il mio desiderio di avvicinarli nuovamente a Lui! Spesso sono dura, perché di mollezze il mondo ne è pieno; sono intransigente, poiché sono severa anche con me stessa, peccatrice come tutti, e come tutti desiderosa di redenzione. Ma prima di chiedere perdono al Signore ed al prossimo, dobbiamo sapere perdonare noi stessi, altrimenti ci trasciniamo un infinito senso di colpa, che ci toglie serenità. Dio poi plasma lo spirito e ci dona la Sua Pace. Santa Teresa di Gesù conferma!
Il Beato Giovanni Paolo II così diceva della preghiera:
"Le nostre comunità cristiane devono diventare autentiche scuole di preghiera, dove l'incontro con Cristo non si esprima soltanto in implorazioni di aiuto, ma anche in rendimento di grazie, lode, adorazione, contemplazione, ascolto, ardore di affetti, fino ad un vero invaghimento del cuore, Una preghiera intensa, dunque, che tuttavia non distoglie dall'impegno nella storia: aprendo il cuore all'amore di Dio, lo apre anche all'amore dei fratelli e rende capaci di costruire la storia secondo il disegno di Dio".
E Padre Davide Maria Turoldo prosegue:
"Io credo che l'uomo non possa realizzarsi senza i silenzio e la preghiera. Ciò che più manca a questo nostro tempo, a questa civiltà, è lo spirito di preghiera. Questa sarebbe la vera rivoluzione: il mondo non prega? Io prego. Il mondo non fa silenzio? Io faccio silenzio. E mi metto in ascolto. Rivoluzione non consiste nel rompere o nel distruggere, ma nell'immettere uno spirito nuovo nelle forme di sempre. Per questo l'uomo è così solo, insufficiente e minacciato. E' la caratteristica di questa civiltà del fracasso: non si fa più silenzio, non si contempla più. Ed è un tempo senza canti. Oggi non si canta: si urla, si grida: appunto civiltà del fracasso. Tempo senza preghiera. Senza silenzio e quindi senza ascolto. Più nessuno ascolta nessuno. Non è senza una ragione che questi tempi sono senza gioia, perché la gioia vera viene da lontano. Occorre scavare in profondità: bisogna ritornare a pregare".SIGNORE DIO, ASCOLTA IL NOSTRO GRIDO, LA NOSTRA VOCE GIUNGA FINO A TE, AIUTACI A PREGARE!!!


venerdì 14 ottobre 2011

GUARDIAMO ALLE COSE CON L'OTTICA DI CRISTO


2012, lo sciamano maya Quetzasha spiega la profezia
Nel 2012 non ci sarà l’Apocalisse che sarebbe stata prevista dal calendario Maya, ma l’inizio di una nuova evoluzione spirituale dell’umanità
“IL 2012 NON FA PAURA” - Intervistato sul quotidiano Libero da Caterina Maniaci, il maestro Quetzasha ha risposto: “No, nessuna paura per il 2012. Ci vuole riflessione, meditazione e preparazione interiore per quello che avverrà”. Per lo sciamano del resto è impossibile che succedano altre catastrofi, e il motivo è presto detto: “Secondo voi, già non viviamo in un mondo di catastrofi? Le guerre continue, l’odio religioso, il disastro nucleare in Giappone, interi popoli, in Africa, spazzati via dalle carestie e dai genocidi. Ma poi ci sono le catastrofi quotidiane. Perché il primo vero disastro, la prima distruzione è quella della famiglia”.
Cosa succederà il 21 dicembre 2012? A farsi questa domanda non sono certamente in pochi, timorosi e non. In quella fatidica data- dalla quale siamo lontani solamente 14 mesi- i maya avrebbero previsto un radicale cambiamento del pianeta, un cambiamento che letteratura, cinema e televisione hanno spesso  immaginato come apocalittico. Ma le famose scritture parlavano davvero di fine del mondo? A cosa si riferiva il popolo precolombiano? Le risposte ha provato a darle Quetzasha, sciamano maya e atzeco, guida spirituale, oltre che abile decifratore di codici contenuti nelle antiche scritture di quei popoli.
Quetzasha spiega che “il calendario maya non è una divinazione”, ma solamente “un’informazione che segna una trasformazione dell’umanità”. E, forse, l’accezione totalmente negativa che è andata assumendo la data incriminata non ha nulla a che vedere con questa trasformazione. Lo sciamano fa infatti notare che “la data del 21 dicembre segna la fine di un ciclo vibratorio che l’umanità ha vissuto e si genera un nuovo movimento. Non un momento di distruzione, ma il mondo si avvierà verso un’evoluzione di tipo spirituale. Che non coincide con la fine fisica dell’universo, ma con una coscienza nuova di come vivere, in sintonia con la terra e con le forze della natura“. Insomma, una trasformazione e non una distruzione.


Mi chiederete come mai in un sito cattolico abbia scelto di pubblicare uno stralcio dall'intervista rivolta allo sciamano. Parto dal concetto che, anche in altre fedi, ci sia sempre la ricerca del soprannaturale, della spiritualità e della pace.
In questa epoca, segnata da un forte ateismo, da una caduta etica e morale, dal consumismo, malgrado la crisi economica che sta mettendo in ginocchio il mondo intero, qualcosa deve pur accadere per cambiare il corso dell'umanità.
Penso ad un tuffatore, che quando arriva a toccare il fondo della piscina con la punta dei piedi, si dà una potente spinta per risalire in superficie per respirare. Penso al sub, che si munisce di bombole d'ossigeno compresso, per restare il più a lungo possibile sott'acqua, ma quando l'ossigeno finisce, deve risalire altrimenti rimane a boccheggiare finché sopravviene la morte.
La vita presa alla leggera, senza freni inibitori, senza una morale, senza Dio, dove tutto è ammesso e possibile, se per un certo periodo può sembrare meravigliosa, tutta da bere, poi perde il suo fascino, e diventa il fondo della piscina, o la bombola svuotata dell'ossigeno. Solo allora si comprende che una vita vissuta così è solo chimera, evanescente, spumeggiante come un bicchiere di champagne ma che, quando svaniscono le bollicine, perde il suo sapore. Allora si prende la spinta per risalire in superficie, quando si è toccato il fondo. ORA NOI STIAMO TOCCANDO IL FONDO! Qui non si tratta solo di pensare all'eternità, e quindi impostare la nostra vita in modo buono, per ottenere il Paradiso. Arrivo a dire che, che se il Paradiso non esistesse, dobbiamo fare il possibile affinché il paradiso sia questa stessa esistenza terrena. 
Dice bene lo sciamano: il nostro mondo, così pieno di brutture, è davvero poco invitante e solo una riscoperta della spiritualità e della necessaria creazione di una nuova coscienza che vibri in sintonia con la natura e con il prossimo, può modificarlo. Anche Capo Seattle sosteneva la stessa teoria. 
Ma noi siamo i figli del consumismo, della tecnologia più ardita, delle centrali nucleari, delle armi chimiche, della biogenetica, e di tante altre invenzioni. Siamo figli del consumismo, che, se preso con il contagocce, è buono, ma se bevuto a garganella, ubriaca. Ottenebra le nostre facoltà interiori, distrugge la parte più nobile di noi, che è l'anima, la quale si lascia sopraffare dalle richieste della nostra parte materiale, che esige priorità assoluta. Quindi finiamo per occuparci del nostro abbigliamento, del nostro aspetto fisico: trucco parrucco e palestra, fitness, centri benessere, e di tutto quanto fa status symbol, come l'auto, la casa, vacanze e quant'altro. Mi chiederete: ma con la crisi economica, chi può oggi permettersi simili optional?
Vi rispondo: pochi, ma i tanti vogliono le cose che hanno i pochi, e accendono mutui, chiedono prestiti, si indebitano pur di stare alla pari con altri che possono permetterselo. E i bambini, i ragazzi, che vogliono il cellulare di ultima generazione - costoso - i vari giochi elettronici, i motorini e le prime auto a 18 anni appena compiuti. Fa nulla se i genitori tirano la cinghia pur di accontentarli!!
No davvero, qualcosa deve assolutamente cambiare: se siamo sulla strada verso la povertà, lo siamo perché abbiamo buttato via tanti soldi per oggetti o attività non necessarie, perché abbiamo passato l'idea che dobbiamo avere sempre di più, per essere sempre di meno!
Ecco perché ora, tutto questo, ci fa desiderare un ritorno alla sobrietà e alla ricerca di una spiritualità che avevamo accantonata e che consola enormemente di più di una oggetto materiale. 
Siamo ancora in tempo a camminare verso Chi ci ha insegnato quali sono i veri valori della vita, Cristo ci aspetta  a braccia aperte, anche se abbiamo preso le distanze da Lui e dal Padre. Siamo ancora in tempo a migliorare le cose, le nostre e quelle del mondo intero, a fare una veloce inversione di marcia e di pensiero, Possiamo ancora comprendere che la nostra vita spirituale, e quella del nostro prossimo, è la cosa più preziosa che possediamo e che solo quella ci fa sentire davvero amati da Dio.
Chissà che lo sciamano non abbia ragione, e che il prossimo anno porti un cambiamento radicale nelle persone e che tutti si decidano a fare qualcosa affinché l'umanità  ritrovi fiducia e amore reciproco!!!
Anche se credo solo in Dio Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo, questa volta spero che il maya abbia detto il vero!!! Ce lo auguriamo tutti di cuore! In ogni caso, rivolgiamo il nostro pensiero a Santa Teresa d'Avila, che insegnava: 
Nada te turbenada te espante, quien a Dios tiene nada le falta. Solo Dios basta. Che tradotta in italiano recita:  Niente ti turbi, niente ti spaventi: chi ha Dio niente gli manca. Niente ti turbi, niente ti spaventi: solo Dio basta.
Con Dio, con Gesù, con lo Spirito Santo e con la Beata Vergine noi siamo al sicuro!!!!




giovedì 13 ottobre 2011

CONTINUA LA STORIA DI FRA JEAN THIERRY!


Molte persone ci chiedono cosa è successo in questi cinque anni, del nostro caro e piccolo africano camerunese.
Noi rispondiamo che questo piccolo e giovane carmelitano sta lavorando con molta solerzia.
Noi e tutti quanti l’hanno conosciuto, rimangono stupefatti ed alcune volte increduli.
Chi pensava che tutto quel trambusto portava a tanto, chi pensava che quel piccolo frate carmelitano avrebbe veramente mantenuto le sue promesse: “ Farò piovere sul Carmelo una pioggia di vocazioni e mi adopererò affinché si arrivi ad una vera santificazione dei sacerdoti”?
Ebbene lui è andato oltre, ha aggiunto una cosa che al momento dei fatti non ci aveva detto.
Stanno arrivando tante richieste di grazie per guarigioni, tante richieste di aiuto per avere un sostegno spirituale in momenti difficili.
Chi può dimenticare quel bambino che non ha avuto la grazia di salvare la sua giovane vita terrena, ma è salito in cielo con l’immagine di Jean Thierry stretta nella sua manina?
Chi può dimenticare quella giovane donna italiana che, vivendo insieme ad un personaggio brutale islamico ( non so fino a che punto ), abbia deciso di troncare tutto e dopo che i genitori sono tornati a casa dopo aver recitato il Santo Rosario del nostro Jean Thierry, abbia comunicato loro che finalmente era tutto finito?
Quella mamma che si rivolge a noi per l’aiuto spirituale, essendo suo figlio appena stato arrestato.
Quei genitori che chiedono aiuto e sostegno per loro e per la loro figlia Valentina morta in un incidente stradale.
Io vivendo queste cose  nella concentrazione spirituale delle persone durante la recita del Santo Rosario , capisco che sono entrato in un mondo per certi versi sconosciuto, non potevo pensare che prestare l’assistenza a quel povero ragazzo dell’età del mio secondo figlio Patrizio, in realtà stavo aiutando Gesù,”Ogni volta che farete questo, l’avrete fatto a me “.
A pensare  questo, mi vengono ancora. i brividi, come è potuto accadere che questo poteva succedere proprio a me ed a mia moglie Anna?
Nella nostra ignoranza siamo rimasti fedeli alla promessa fatta a suo tempo a sua madre Marie Therese, siamo rimasti i genitori putativi di Jean Thierry fino in fondo.
Con l’aiuto di molti Monasteri e di molti Padri del Carmelo, in particolare Padre Gabriele, abbiamo divulgato il nome di Jean Thierry in tutto il mondo, con migliaia di depliant sulla sua biografia, migliaia di immagini  con la preghiera, DVD in italiano, francese ed a giorni anche in spagnolo per la Spagna e l’America Latina, una continua richiesta di materiale informativo su questo ragazzo che ha sempre creduto di diventare Gesù, nella vita come nella sua passione in un letto dell’ospedale di Legnano.
Dopo i cinque anni di silenzio, abbiamo formato un gruppo di preghiera, con l’intento di rivivere quei piccoli e grandi particolari che Thierry sapeva cogliere nei suoi Rosari quotidiani.
Non ci interessa di risolvere i problemi del mondo, non sono stati creati da Dio ma dall’uomo, vogliamo invece rendere grazie a Dio per quello che ci comunica ogni giorno, con la lettura della Sua Parola e l’ascolto dei suoi Ministri.
Lungo il nostro cammino abbiamo trovato persone che, anche se arrivano da paesi lontani, hanno una grande fede che dovrebbe farci riflettere.
Il 14 maggio 2011 il Capitolo Provinciale Lombardo dei padri Carmelitani, ha accolto la richiesta di Cardinali , Vescovi, Prelati e Laici di tutto il mondo, di dare inizio alla causa di Beatificazione ed eventuale Canonizzazione di Fra’ Jean Thierry Ebogo di Gesù Bambino e della Passione.
Nel mese di Settembre il Definitorio Generale dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi a Roma ha dato il consenso favorevole per l’apertura Ufficiale della Causa, a breve verrà nominato il Vice Postulatore. 
Noi come gruppo di preghiera abbiamo chiesto al Parroco di intensificare le nostre suppliche, quindi ora due  volte al mese : il 5 ed il 15 di ogni mese reciteremo il Santo Rosario con la meditazione degli scritti lasciati da Jean Thierry .
Pensiamo che più di prima abbiamo bisogno di pregare, pregare, pregare.
Anna e Luigi Vigna

SANTA TERESA D'AVILA

E' INIZIATO IERI IL TRIDUO PER SANTA TERESA D'AVILA, CHE SI FESTEGGIA  IL 15 OTTOBRE.
QUEST'ANNO, L'ORDINE CARMELITANO CONTINUA LA PREPARAZIONE PER IL CINQUECENTESIMO ANNO DALLA NASCITA DI S. TERESA, CON LA LETTURA E MEDITAZIONE DEL LIBRO DELLE FONDAZIONI, SCRITTO DALLA SANTA DI AVILA. LE TRE REALTA' DEL CARMELO TERESIANO: FRATI, MONACHE E LAICI, SI POSSONO SENTIRE UNITI - IN TUTTE LE PARTI DEL MONDO, PREGANDO CON LEI E MEDITANDO SULLA FORZA SPIRITUALE E DI VOLONTA' DELLA SANTA MADRE, CHE SI EVINCE DALLE FATICHE DA LEI SOPPORTATE PER FONDARE MOLTI CONVENTI E MONASTERI.
BUON CAMMINO CON SANTA TERESA DI GESU'!!!

martedì 11 ottobre 2011

Papa Benedetto XVI Omelia del 9/10/2011 Lamezia Terme

IL POTERE, QUANDO SE NE ABUSA?


Così lo descrive il suo autore:
« Siamo in un paese di campagna, sono circa le dieci e mezzo del mattino d'una giornata d'estate, due contadini s'avanzano verso lo spettatore, sono i due designati dall'ordinata massa di contadini che van dietro per perorare presso il Signore la causa comune...  »
Stiamo parlando di Giuseppe Pelizza da Volpedo, e del  suo dipinto
"Il quarto stato".


 Il più potente è colui che usa ciò che ha a disposizione per fare del bene a chi lo circonda. Il più potente è colui che mette da parte le proprie egoistiche pretese per favorire i bisogni altrui. Il più potente ha consapevolezza del proprio potere e della propria fortuna e la mette a servizio di chi questa fortuna non la ha.
Infatti, non abusare del proprio potere porta ad acquisire una dose ancora maggiore di potere, che è quella generata dal rispetto!
Chi abusa del proprio potere finisce sempre per sprofondare nella sua stessa superbia, mentre chi ha equilibrio riesce a gestirlo in un modo decisamente-migliore.
I più grandi condottieri e uomini di storia sono caduti perché dopo aver ottenuto il potere non hanno saputo controllarlo.
La moderna teoria della separazione dei poteri viene tradizionalmente associata al nome di Montesquieu. Il filosofo francese,nello Spirito delle leggi pubblicato nel 1748 fonda la sua teoria sull'idea che "Chiunque abbia potere è portato ad abusarne; egli arriva sin dove non trova limiti [...]. Perché non si possa abusare del potere occorre che [...] il potere arresti il potere.
Tutto questo si riferisce ai poteri giuridici, legislativi, del  governo, ma è applicabile in ogni situazione in cui qualcuno si trova al comando di un’organizzazione, di una società, di un ente o di un gruppo, sia esso politico che ecclesiale.
Il segreto per gestire il proprio potere, quindi, resta nell’ottenere rispetto, e questo si ottiene rispettando i sottoposti. Tutte le rivoluzioni del popolo sono nate a causa dell’abuso di potere e poiché chi è al comando, finisce per approfittare del proprio ruolo per schiacciare coloro che gli sono sottoposti, alla fine la corda si spezza e il popolo insorge. E questo accade in ogni realtà sociale, civile e religiosa.
Ho potuto appurare, con grande apprezzamento, che i buoni parroci si siedono alla stessa tavola dei parrocchiani, discutendo amabilmente sulle varie tematiche sottoposte, cercando insieme soluzioni e non facendo cadere dall’alto le proprie decisioni, costringendo i propri collaboratori ad accettarle senza proferire parola.
Lo stesso  dicasi negli ambienti religiosi: un buon Priore, o un buon Provinciale non abusa del proprio potere decisionale, senza prima avere esposto le proprie ragioni e chiesto se ci fossero pareri contrari, i tenendo debito conto dei “desiderata” dei confratelli.
Prima si ascolta, si raccolgono opinioni, e solo dopo un attento vaglio, si rende esecutiva la proposta stessa. In questo modo, i confratelli si sentono coinvolti, e anche se la decisione finale viene dal superiore, e magari non corrisponde alle  loro attese, si sentono comunque coinvolti personalmente e non estraniati dal contesto.
Così si gestisce la pace nel proprio ambiente, si ottiene rispetto, che è primario nella gestione del proprio potere, e si obbedisce sapendo che chi ci comanda è persona giusta, leale e attenta ai bisogni materiali , spirituali e morali del suo sottoposto.
Quando chi ha il potere perde il rispetto del popolo, dei dipendenti, dei confratelli, nel caso di una comunità religiosa, rompe l’armonia della Nazione, dell’Azienda e quindi dell’attività lavorativa, e della comunità.
Comprendo che possedere poteri decisionali è un grave e oneroso compito, ma chiunque lo applichi con il rispetto dovuto alle persone su cui ha il governo, otterrà a sua volta rispetto e collaborazione totale.
Il Metodo Kaeser, che viene insegnato agli addetti alla vendita di un qualsiasi prodotto, insegna il modo con cui porsi con l’acquirente, ma una volta conosciuto il metodo, è chiaramente applicabile in qualsiasi occasione di incontro con il prossimo.
Un Master della Università di Boston, insegna ai partecipanti al corso, come porsi coi propri dipendenti in modo da ottenere il massimo col minimo sforzo: la base è in ogni caso la gentilezza, l’attenzione personale per ogni singolo individuo, il far sentire il dipendente compartecipe dell’azienda, utile e necessario.
Sono entrambi metodi laici, tanto più nell’ambiente ecclesiale o religioso dovrebbero essere sentiti profondamente, poiché Cristo ha insegnato ad  amare tutti indistintamente.
Nonna, quando mi dava un suggerimento, mi diceva sorridendo: “pensaci Giacomino”. E’ il titolo di una commedia di Pirandello, ma corrisponde al suggerimento di esaminarci nel profondo, e vedere dove, noi che abbiamo un potere decisionale, non agiamo correttamente e creiamo malumore o perdiamo il rispetto nell’ambiente in cui operiamo. Questi sentimenti negativi, che provochiamo nell’animo dei sottoposti, ci si ritorcono contro: non otteniamo obbedienza, il dovuto rispetto e soprattutto, poca e nessuna collaborazione, perché lavorare con un despota diventa particolarmente faticoso e toglie l’entusiasmo del “costruire insieme”.
Si stanno eleggendo i Consigli Pastorali, ed è importante collaborare insieme, Parroco e operatori parrocchiali, con uno spirito di squadra, avendo come obiettivo il bene della Parrocchia tutta e non solo di un particolare ambito. E se fosse necessario occuparsi del bene di un determinato settore, fosse anche quello in cui non prestiamo direttamente il nostro servizio, è necessario tendere insieme alla realizzazione ed al sostegno dello specifico progetto.
Come dice il motto: “L’unione fa la forza!”, è bene ascoltare le opinioni di tutti, dal primo all’ultimo nella scala gerarchica, e saper comprendere ed accettare i consigli e le richieste di ogni singolo e se necessario, aderire anche alle richieste che vengono dal basso, perché un dirigente, un parroco, un capo di comunità sia laica che religiosa si dimostra all’altezza del suo compito solo se sa abbassarsi quando è il momento di farlo. Otterrà così rispetto e benevolenza da parte dei propri sottoposti e - non da ultimo – una collaborazione più fattiva e una disposizione d’animo sicuramente positiva.
Le gerarchie sono forme ataviche, servono per mantenere l’’ordine, ma i vertici non devono usare metodi rigidi per sottolineare la propria supremazia sulla base, abusare del proprio potere, altrimenti rischiano di franare miseramente sulle macerie  di un crollo che loro stessi hanno provocato.
Quanto scritto abbraccia tutte le realtà dove vige un ordine verticale, ma ognuno mediti su come si muove nella posizione in cui si trova e come dovrebbe agire secondo carità. 

BENVENUTO|

Il Paradiso non può attendere: dobbiamo già cercare il nostro Cielo qui sulla terra! Questo blog tratterà di argomenti spirituali e testimonianze, con uno sguardo rivolto al Carmelo ed ai suoi Santi